martedì 2 dicembre 2008

La radice e le foglie


Oggi mi sono alzato 'storto' ...e mi sento indolente. Ma qualcosa va per il verso 'giusto': la mia formazione spirituale e quel po' di PNL che non guasta (specie il 'riaggancio', o ancoraggio, a una situazione piacevole - ne riparleremo) - insomma, l'unione psiche-spirito (bisogna prima 'separarli' - per far venire lo spirito alla 'luce' - poi 'riunirli' per moltiplicarne gli effetti dinamici) - ha fatto il resto.
A proposito di 'indolente': andando alla 'radice' di un termine se ne trova il 'vero' significato e la parola 'morta' uscirà dalla 'tomba' e produrrà effetti 'vivi'. È vero, basta provarlo (non c'è bisogno, o quasi, di tornare a Heidegger e al suo 'radicamento' nel sottosuolo greco. Ma se si ha
tempo... e, specialmente, se dall'avere si passa all'essere...). Per esempio, nel caso di 'indolente', dovrei essermi alzato 'senza dolore'. Allora, qual è il problema? Evidentemente, senza cadere nell'agiografia dolorifica pseudo-cristiana, il 'dolore' è collegato al 'movimento'. Il dolore blocca, ma più spesso fa muovere... e questo vale in tutti i suoi significati oltre il 'grado zero' di lettura.
Capendolo, ho compreso che alla radice dell'indolenza c'è la stasi e, quindi, con brevissime tecniche psico-spirituali, ho tolto l''in', mi è rimasta la 'dolenza' e mi sono mosso: dalla stasi all'estasi... Di lì a partire il passo è stato breve (l'estasi è l'estate dell'anima: inutile dire che la stasi è l'inverno - forse, l'autunno, del corpo. Quanto allo spirito, è notte fonda...).
Quindi: tecnica dello 'sradicamento' della parola (per arrivare al suo vero 'senso'), tecnica del 'ricordo' (per riagganciarsi a uno stato, se non di 'picco', almeno di 'collina') e, prioritariamente, un saluto mattutino di benvenuto allo Spirito, affinchè ci 'risvegli' dal 'sonno'..
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