venerdì 26 giugno 2009

SHUT UP AND DRIVE

SHUT UP AND

RIDE ON ME!


“Via le scarpe basse, via le orride ballerine, via gli stivali rasoterra. Da oggi solo altezze aeree. Da oggi si sale su, ci si slancia e si ondeggia e si affonda di più sul cemento. Ché anche la musica la segui meglio e i capelli scivolano ondosi e la gonna trova quel perfetto punto della gamba in cui fermarsi e i tendini sparano in su e senti che potresti, davvero, arrivare dovunque, e tutti lo noterebbero, che arrivi. Le ginocchia così meravigliosamente elastiche. E la caviglia, sì, bellissima riflessa nello specchio del negozio sotto casa, fra il nero e la luce del sole e dell’ombra.”

Anche se non porterò mai la gonna (mai dire mai…), ne ho avuto conferma dal blog di tal Gaia (nomen est numen – e poi di dee ne conosco un paio): devo volare alto, a costo di scivolare (a proposito il blog è Le stanze di Gaia è interessante e qualche volte ho interloquito…).

E tu? Devi volare sempre più in alto!

Ma per far questo devi prima affidarti alle braccia di chi condivide le tue speranze.

Poi potrai volare senz’alcuna altra ala che non sia la tua.

Anche perché il tuo mentore sarà sempre il tuo angelo custode…

Il suo nickname? Fa’ tu… purché sia secret (and sacred).

Riprendiamoci il corpo con la danza, lo sport, la parola, la bellezza.

Ripeto: il corpo è “il cardine della salvezza”. Caro cardo salutislo diceva Tertulliano (quando stava bene…). Il corpo è la “grande ragione”: così si esprime Nietzsche (prima di abbracciar cavalli…), contrapponendola alla “piccola ragione” dell’intelletto.


Sì, il corpo è espressione fisica dell’anima, il suo prolungamento… Il corpo è ‘pienezza’, shalom.

E noi dobbiamo fare lo slalom tra spirito e corpo (gli sci sono lanima scivolosa, sdrucciolevole – e lo spirito, freddo come il ghiaccio ma caldo come il desiderio).

Chi ama il mondo odia Dio? No, Dio si rivela a chi agisce nel mondo, a chi lavora, chi gioisce, a Maria, a Marta, a Maddalena…

Si palesa lì dove la Parola si fonde, ossimoricamente, col Silenzio, il Dubbio coabita con la Fede, la stasi con l’estasi…

Sì, lì c’è Dio.

E in questo modo, dalle nostre piccole storie passeremo alla Grande Storia!

Allora, non hai certezze! – mi dirai.

Certo che non ne ho… Il dubbio pone la ricerca, spinge al cambiamento.

Il dubbio inquieta, eppur acquieta…

“Non ha quiete chi è privo di qualsiasi inquietudine. Non ha quiete chi è abbastanza pigro o egoista per non crearsi alcuna inquietudine o per tenersene alla larga.” Questo è Karl Barth, il teologo, spirito deciso, mai quieto.

Dio stesso è certezza che alle volte dubita. Ne troverai delle conferme nella Bibbia. Un Dio che ci ripensa, che si pente, che cambia idea…

Il dubbio abita la fede, la rende una dimora abitabile, ammobiliata, calda. Dio rivelandosi si vela e la verità corre nuda verso di Lui.

Dai, corri anche tu!

Shut up and drive!


Fermati e ascolta il tuo Dio!

Dinamica e calma. Entrambe sono a disposizione dell’uomo e della donna ‘realizzati’.

Pensa allo yogi: è al tempo stesso sacrificante, sacrificio e destinatario delle offerte. È lo specchio del drago e l’albero del mondo.

E tu devi infrangere questo specchio, devi uccidere il drago per poter creare ogni cosa.

Kill me softly! Per poter diventare asceta o mistico, devi, quindi, prima passare per la strada scivolosa delle passioni. Poi potrai fare il salto nell’Abisso…

Devi superare coscienza e ragione, che sono solo delle barche per traghettarti verso la ‘supercoscienza’.

Come ti dice Guénon, la coscienza ti aiuta a diventare "Uomo Vero" (il ‘sé’), mentre per trasmutarti in "Uomo Trascendente" (il ‘Sé’) devi liberartene, devi andare oltre l’individualità. Così potrai diventare dio (anche con la maiuscola). Dio e Dea!

Per giocare con le parole, per farti ‘dio’ e ‘dea’ devi abbandonare l’odio e abbracciare l’idea.

Sì, l’idea ‘originaria’ di quello che tu sei: incomparabile!

E per essere tale devi quindi sacrificare il tuo ‘te’, liberarti dalla sottomissione di chi ti vuol ricattare con le sue meschinità, di chi ti spia, ti succhia l’energia…

Non ti curar di loro ma guarda e passa!

Tu puoi gestire le situazioni, you can.

E come dice Tony Robbins: If you can’t, you must. And if you must, you can!

Se non puoi, devi. E se devi, puoi!

Riscattati dall’avidya, dall’ignoranza. Lascia la banalità, la volgarità agli altri, tu sei oltre!


Lo so, cerchi il sole sorgivo e continui a fantasticare nella twilight zone… dove attorno a te non c’è nessuno. Nessun ricordo. Tu odi i ricordi. E ami amare. Hai sognato un destino diverso. Pensavi che quello attuale fosse il tuo, ma ora ci stai ripensando e pensando… Forse sei a una svolta. Gli altri ti criticano – forse ne hai dato adito, o ti sei fidato troppo – ma ora sei alle soglie del cambiamento. Il tuo “stato desiderato” è alle porte…

“Quello che veramente ami è la tua vera eredità, strappa da te la vanità … cerca nel verde mondo quale posto possa essere il tuo … strappa da te la vanità … sei un cane bastonato sotto la grandine, un’ortica rigonfia in uno spasmo di sole, metà nero metà bianco … strappa da te la vanità, ti dico strappala…” (Ezra Pound, “raccontato” da Pasolini)

Ultimamente hai vagato nel buio come un caino segnato (e trasognato), nei coni d’ombra terracquei e nelle atre profondità plutoniche (forse qualcosa ti turbato in questi ultimi giorni… ma kissenefrega – kiss kiss bang bang!), ma ora, anche a costo di inciampare, scivolare, impaludarti, scontrarti con il treno del presente, devi farlo strano. Ossia diverso da come hai agito finora.

Vedrai che noteranno il tuo cambiamento e, vedendo la tua nuova ‘professionalità', a riacquistata ‘solarità’, rimarranno straniti, basiti, imbalsamati (loro che sono imbolsiti…).

Se, per dirla alla Céline (quello dei puntini di sospensione), il lato teatrale del disastro ti entusiasmava, ora sei in direzione di una nuova Thule (prima c’erano state solo tulle, pizzi, fiori artificiali).

Merito della PNL di cui faccio accenno in questo blog? Sì, ma specie merito dello Spirito.

Sì, I care for you. E per questo, fior da fiore (flos de floribus), un breve esercizio PNL (con spirito):


Rilassati, respira consapevolmente, chiudi gli occhi…

Ricorda quel blocco psicologico che hai avuto quella volta...

(è una vita che hai blocchi! Nonostante le tue ‘sicurezze’…)

quel blocco che ancora ti crea disagio (sì, devi pensare proprio a una “situazione specifica” che ti blocca):

guarda quel ‘blocco’, ascoltalo e percepiscilo con attenzione.

Quando hai la certezza di averlo identificato:

chiudilo nel pugno della tua mano sinistra, quasi stritolandolo….

(sì, blocco x – dì ad alta voce il nome della ‘cosa’ che ti blocca – io ti stritolo!)

Mentre mantieni il pugno stretto… pensa intensamente (colorandolo, ingrandendolo, ‘illuminandolo’) a cosa avresti avuto bisogno in quel momento per superarlo…

a cosa ti avrebbe sbloccato (la parola, la carezza, lo sguardo, di una persona amica):

guarda, ascolta, senti con attenzione questo tuo ‘desiderio’…

Racchiudilo, stringendolo con passione, nell’altro pugno.

Ora apri e stringi più volte contemporaneamente entrambi i pugni.

Percepirai una scarica emozionale e una sensazione di forza che ti pervade tutto il corpo…

SHUT UP AND DRIVE!



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