venerdì 28 gennaio 2011

RUBY OR NOT RUBY

 RUBY OR NOT RUBY

Ruby, Iris
RIS – CSI 
El Condor Pasa


“Tu sapessi che cosa è Roma! Tutta vizio e sole, croste e luce: un popolo invasato dalla gioia di vivere, dall’esibizionismo e dalla sensualità contagiosi, che riempie le periferie... Sono perduto qui in mezzo.” Parole (corsare) di Pasolini, incartate e spedite – si era nel 1952 all’amico Giacinto Spagnoletti. E Milano? Tutta vizio e nebbia… No, c’è anche virtù solare e vizio polare: “Siate caldi oppure freddi: ma i tiepidi li vomiterò nella Geenna.” (dall’Apocalisse di Giovanni). L’importante è parlare o tacere. 
Silenzio ‘certosino’ o loquela alla san Martino… (e la chiamano estate!). A quando la primavera? Tutto tace (il nemico ascolta): «La prima regola del fight club è che non si parla del fight club.» «La seconda regola del fight club» grida Tyler, «è che non si parla del fight club.»
E di Arcore? Eyes wide shut. E di Palazzo Grazioli? Deo gratias. Non poi tanto gratis, visti i bonifici (boni, bone…). Eppure, gratia nisi gratis gratia non est.

Revelation! Era giunto in quella fase dell’esistenza, variabile per ciascuno, in cui l’essere umano si abbandona al suo dèmone o al suo genio, segue una legge misteriosa che gli ingiunge di distruggere o superare se stesso. Potremmo parlare sempre con la Yourcenar delle "Memorie di Adrianodi Mishima o La visione del vuoto”, per quanto sta accadendo in questo harakiri quotidiano (pura cacca, senza bagliori di eroismo e sciccheria iki o da merde d'artiste salvo quel po’, o popò, di erotismo da attimo fuggente, e sfuggente, di Ruby e Iris); ma solo perché questi temi hanno toccato, per dirla alla san Paolo, le altitudines satanae. Peggio, le bassezze di una platitude senza pari. Non solo petite mort (quella dell'extase à deux), ma morte tout court (alla Lele Mora). O tempora o mores...

Eppure, circola tanta bellezza. E tanta spregiudicatezza. Degna però di miglior causa. Anche dietro l’apparente parresia (sfrontatezza) e lo ‘stomaco’ (oltre che il petto – e non vado avanti...) della vispa Nicole, spunta il sole malato di un’incombente infelicità ("...sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora... devi avere un pelo sullo stomaco come una casa...). Ciò giustifica il Mishima di: "Sia la tua bellezza perfetta quanto la tua infelicità".
Nondimeno, mi vien voglia di gridare, con lo Joe Strummer dei mitici Clash: “Rivolta bianca… voglio ribellarmi. Rivolta bianca… una rivolta che sia mia. Tutto il potere nelle mani di gente abbastanza ricca per comprarselo, mentre noi camminiamo per strada, troppo polli anche solo per provarci. Prendi il controllo o prendi ordini? Vai indietro o vai avanti?”
Bianca, nera, rossa… purché ci sia una svolta ‘ideale’.

Il giornale dice che la polizia non ha indizi validi. Bande giovanili o alieni provenienti dallo spazio, chiunque sia stato avrebbe potuto lasciarci le penne aggrappato ai davanzali con sacchi di bombolette di vernice nera. Tanti Fight Club per quanti “Turning Point Club” si possano creare, specie tra i giovani. Sì, tanti punti di svolta per evitare che si arrivi al “Punto di Non-Ritorno”.
TPC vs PNR. Non è questo il nostro Destino! Quando scegliamo il nostro dio, scegliamo un modo di vedere l’universo. Ci sono tante divinità. Scegliamo la nostra. Il dio che adoriamo è il dio che ci meritiamo. E anche l’amore che ci meritiamo. Per dirla col mitico (nel vero senso del termine) Joseph Campbell: Se ciò che chiamate Amore è solo lussuria, quello è soltanto uno stato, che può estinguersi. L’Amore, invece, non muore. 
O amores o mores…

“Io giro attorno a Dio, alla Torre antichissima giro da mille secoli, e ignoro tuttavia se sono un falco, un turbine, oppure un grande canto.” (Rainer Maria Rilke).
Canto del cigno. Il Superuomo, nonostante i bunga-bunga, le boogie nights e i riti tantrici da tantum verde o da OTO di kubrikiana (o danbrowniana) memoria, è ancora là da venire.
Adda passà ‘a nuttata!
Per dirla con le parole-stralcio di un mio libro inedito (e in corso di scrittura):
«L’Übermensch deve essere qualcosa di realmente (e non solo idealmente) nuovo rispetto alla vecchia concezione di uomo, anche il più perfettibile. È una rottura indispensabile, un salto di livello necessario da quando la ‘morte di Dio’ (eppure ora sta rinascendo urbi et orbi – ma è ancora in fasce) ha determinato una situazione del tutto nuova nel cursus historiae dell’umanità: per la prima volta (almeno in senso così generalizzato) l’uomo sente esclusivamente sulle sue spalle la responsabilità assoluta, definitiva, del proprio destino futuro, con la possibilità di autodeterminarsi consapevolmente. Per il Superuomo tale peso sarà leggero: potrà conciliare fisica e metafisica, autodeterminazione e tensione (e trazione) verso (e da) l’Alto. Insomma, si uscirà dalla notte in cui tutte le vacche sono nere, ma non per entrare nel giorno in cui tutte le gabbie sono aperte… Per dirla tutta, l’umanità non sta evolvendo verso qualcosa di migliore o di più elevato. Oscilla tra la fatica di Sisifo e il supplizio di Tantalo: scivola giù e pensa di volare…
Ma volare non vuol dire con-correre con il progresso (al limite si può ‘cavalcare la tigre’ – che poi tigre non è, semmai un gatto con gli stivali, ma senza l’happy end di Perrault). Occorre, invece, ‘re-gredire’, ma per fare questo dobbiamo ‘trans-gredire’: così avremo il vero ‘pro-gredire’. Il ‘progresso’, per come è ‘modernamente’ inteso, ha i suoi ben noti limiti (c’è, anzi, chi ne nega il valore tout court – nondimeno, in molti settori la valenza del ‘moderno’ c’è, eccome: ma non è ‘circolare’, per cui dopo un po’ si ferma, si atrofizza, comincia a puzzare….). Non siamo, nell’essenza, migliori dell’uomo rinascimentale (ma non sempre vale il detto: ai miei tempi…). Un po’ ha prevalso la forza, un po’ lo spirito. D’ora in poi saremo spirito e carne insieme. Si dice: i deboli hanno più spirito… E noi dobbiamo essere forti, ma non bruti. Siamo uomini, non animali! Dobbiamo essere leoni nello spirito, anche se ci manca la loro forza (ma crescerà: cercate prima il bosco e poi, in una buca, troverete il tesoro…).
Dobbiamo far convivere ribellismo e gerarchia, l’anarca e il miles. La virilità spirituale (ma lo Spirito, la Ruah, è femmina…) e la vocazione eroica, una volta ‘risuscitate’ – per farci uomini e donne ‘nuovi’ – saranno recuperate e interiorizzate fino a generare i nostri propri riflessi quotidiani. Allora lo specchio offuscato sarà infranto, il robot curerà solo le nostre azioni rutinarie, quelle ‘basse’ o indispensabili, e il nostro pensiero tornerà a essere l’Idea delle Alte Sfere… Ricordiamoci: non è tanto il nostro DNA che determina ciò che siamo (semmai, il ‘sangue’…), quanto ciò in cui crediamo e, in particolare, ciò che crediamo di noi.  E soprattutto, ciò che l’Alto vede in noi!»

Così in alto così in basso. Chioso con uno stralcio dal mio Prendi la PNL con Spirito!

Le esperienze delle vette.
Hai iniziato un percorso strategico verso il Peak State attraverso la ‘via’ della PNL (e non solo), che stai qui percorrendo (e che ti servirà come traccia per ulteriori sentieri che batterai partendo da questa mia ‘mappa’ – oltre che ‘surfeggiando’ sulle onde del Web: a proposito …‘cavalca’ anche il mio blog Dal caos la stella danzante). E leggi nunc et semper. Ma ricorda: “un libro che non abbia Dio, o l’assenza di Dio, come protagonista clandestino, è privo d’interesse.” (Nicolás Gomez Dávila)
E sei a buon punto. Ma stai andando anche oltre: Ti stai ‘aprendo’ al transpersonale e allo spirituale: avrai così delle prime, temporanee, esperienze di vetta (o delle vette). Successivamente, con un ‘lavoro’ su di te (ma sempre senza ‘fatica’: diciamo uno sforzo delicato…), questa esperienza saltuaria potrà diventare una tua acquisizione permanente. Potrai cioè ‘entrare’ e ‘uscire’ a tuo piacimento dall’esperienza di vetta, per rientrare nello stato ‘normale’ (“esperienza di pianura”, per così dire). In pratica, allo stesso modo con cui puoi gestire i tuoi stati emozionali con il click della mano destra e della mano sinistra. Addirittura, ‘creandoti’ dei tuoi personali ‘click’ in occasione delle tue esperienze delle vette (quando sei al culmine dell’esperienza fa’ un particolare gesto per te inusuale), potrai ‘entrare’ in quello “stato alterato di coscienza” semplicemente facendo ‘click’…
Non sto qui ad approfondire l’argomento, ma a parte il metodo del ‘click’ (che se fai un buon ‘allenamento’ dovrebbe portarti – ma ci vuole costanza, fede e conoscenza – a gestire, non solo gli “stati emozionali”, ma quelli “transpersonali”), in diverse ‘scuole’ (parlo di quelle valide) s’insegna agli ‘allievi’ a come passare dagli stati ‘grossolani’ di veglia a quelli ‘sottili’, fino a quelli ‘causali’ (come il nirvana).
È interessante notare che, per una sorta di “effetto cascata”, ‘risonanza’ o “campo morfico”, quanto maggiore è il numero dei praticanti che si applicano al raggiungimento dell’esperienza delle vette, tanto più questi ‘stati’ (o ‘stadi’) si stabilizzano – cioè diventano comuni – tra gli stessi praticanti. E cosa più interessante, queste esperienze ‘trascendentali’ diventano facilmente raggiungibili, anche inconsapevolmente, dal resto della persone. È come se si fosse tracciato uno specifico “sentiero morfogenetico” su cui, come attratti da una forza misteriosa (un flauto magico?), si avviano sempre più ‘cercatori’: in questo modo queste esperienze transpersonali, da ‘particolari’ tendono poi a generalizzarsi. È un po’ quello che è avvenuto riguardo al computer: è vero che l’utilizzo ora è più facilitato e che ormai il pc è un must, anzi necessario come il pane (che invece si mangia sempre meno…), ma, dato l’utilizzo sempre più diffuso, è come se si fosse creato una sorta di rete ‘specchio’ e di “atmosfera facilitante diffusa”, per cui imparare a usare il computer è diventato, anche per i bambini, ‘naturale’ e scontato come respirare…

Esercizio (l’infinito e il nulla)
Entra in ‘situazione’, ossia nella solita posizione ‘preparatoria’ (ti basterà fare il ‘click’ destro)… chiudi gli occhi, fa’ qualche respiro profondo che ti aiuti a lasciar ‘evaporare’ i pensieri… e a dirigere la tua attenzione all’interno di te.
Torna con la mente a quando eri un bambino… Sentiti coccolato, circondato di affetto…
Sentiti sempre più quel bambino! Soffermati su ogni particolare ed entra in quella creatura… entra nelle sensazioni, nelle vibrazioni, nel contatto fisico, a fior di pelle, underskin… sentiti avvolto, avviluppato, compenetrato d’amore e di gioia…. cullato, trastullato, titillato, ‘spalmato’ d’amore!
Sentiti amato, vezzeggiato, desiderato… Lasciati pervadere da quest’amore materno…
Torna ora con la mente a quando eri un giovanotto pieno di speranze, appassionato, ardente…
Sentiti coccolato, circondato di affetto, amore, passione, brama… Sentiti sempre più quel giovanotto focoso! Soffermati su ogni particolare ed entra in quella creatura…
entra nelle sensazioni, nelle vibrazioni, nel contatto fisico, a fior di pelle, underskin… sentiti avvolto, avviluppato, compenetrato d’amore, di gioia, di ebbrezza…. cullato, trastullato, titillato, ‘inebriato’ d’amore!
Sentiti amato, desiderato, bramato… Lasciati pervadere da quest’amore erotico…
Immagina ora di essere nel mezzo della Natura, al centro di un gruppo di persone di ogni età, razza, condizione sociale…
Tra di loro riconosci tanti volti noti: persone che ti amano di amore fraterno, materno, filiale… altre ti bramano con passione ardente…
Sono tutti lì per te, solo per te: ti sorridono, ti abbracciano, ti trasmettono cura, attenzione, amore, passione, energia... Sei in un cerchio d’amore...
Il cerchio si allarga: piante, animali, pietre… Tutta la natura effonde e t’infonde amore, passione, energia, forza, conoscenza, sapienza…
Il cerchio si allarga a tutta la terra, a tutto il cosmo, a tutto il creato.
Si allarga all’infinito e poi si stringe all’improvviso attorno a te inondandoti di energia…
Tu sei il cosmo, tu sei un puntino… Sei un punto pieno di energia infinita!

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