lunedì 16 dicembre 2019

PISTIS SOPHIA – FEDE e SAPIENZA (parte prima)


      PISTIS SOPHIA
FEDE e SAPIENZA
(parte prima)

«Senti questa… – Gaia non attese il verde di Lorenzo e ripartì stridendo, imboccando una strettoia – Lazzaro è in fin di vita. Ecco allora che Maria e Marta – l’ideologia e il pragmatismo – interpellano Gesù, con la mente e col cuore, ma lui tarda a venire, e quando arriva è ormai troppo tardi. Troppo tardi per il loro, e il nostro, abito mentale. Il mio e il tuo, Lorenzo. Abiti stretti. Ma quando interviene – e come interviene! – mattafix …il problema è bell’e risolto. Gesù alla Babylon umana contrappone la Gerusalemme celeste. La Gerusalemme ‘liberata’… Ripassati Eckhart – ti dà i brividi – ma poi vai direttamente alla fonte, ai Vangeli. E poi superali, cavalca lo Spirito. Ma nudo. Così sarai re… Svestiti del tuo, logoro, abito mentale e corri, desnudo, alla meta, verso la Verità: Così svestirai maya, l’illusione. E se Dio non è lì ad attenderti? Aspetta! Egli spesso è in ritardo perché vuole manifestare la sua potenza al di là della nostra piccola fretta quotidiana. Lui ti vuole dare il meglio!»
     Gaia cambiò posizione e, da figlia, si fece sorella. «Come dice Matthew Fox, eretico nel cattolicesimo, gli psicologi dovrebbero, innanzitutto, chiedere alle loro ‘vittime’: Dov’è la tua energia divina, e perché non riesce a esprimersi? Lui, il Fox, vecchia volpe, sa che lo spirito, non solo contiene la coscienza, ma la eccede, la supera. E poi – questo lo dico io –, per superare te stesso e diventare un individuo assoluto, libero dai legami, devi sciogliere il nodo tra anima e spirito; ma non puoi farlo da te, devi usare la lama affilata della Parola di Dio e il laser dello Spirito per tagliare il cordone ombelicale e portare alla luce il tuo spirito. Per farlo uscire dal suo guscio, rianimarlo e riconnetterlo con lo Spirito Santo, il ‘vento’ divino. E dopo il bagno nell’Assoluto …potrai fare cose ancora maggiori!»  
     Un passo da majorette e relativi volteggi, poi di nuovo in marcia (trionfale).
     «“Dio va trovato, contro ogni parvenza, in un’abissale fiducia e audacia del cuore” –  ti cito le parole di Hirsch, un teologo. Sappi, se non lo sai già, ma è bene ribadirlo – faccio come Nietzsche, il filosofo col martello (anche se qui non batte chiodo) –, che spirito e anima sono realtà ben diverse. Anche, e soprattutto, quanto a essenza, a sostanza. E poi, ricorda, la fede è emunah, certezza, sostanza di cose che si sperano. Amen. È la forza dello Spirito per il tuo spirito, è il potere creativo di Dio. È con l’innesco della fede – la miccia che fa esplodere la dynamis – che le cose avvengono; al contrario – Daemon Deus inversus –, è con il freno della paura, il laccio del Diavolo, che vivi nella malattia, nel dolore, nella miseria d’ogni tipo. So che a molti questo modo di pensare non piace, abituati a pensare al cristianesimo come a una religione del dolore, degli schiavi, dei vinti, degli invidiosi, della ‘moralina’… (e così spesso viene ‘tradotto’ e vissuto): pensano che sia roba da fanatici, ignoranti, donnette. Insomma, il cristianesimo come una ‘tradotta’ e non un TGV o un Eurostar. In realtà, il vero Cristianesimo, robusto ma giocoso, è religiosamente scorretto per il modo di pensare ‘conforme’, ma così è. Amen.»
     Lorenzo, che sin dal debutto in scena aveva compreso di quale pasta era fatta Gaia, non immaginava che potesse lievitare a tal punto. Ed è pur vero che un granello di senape… «Quel che vale, dunque, è la fede, non la religione. Quella che Panikkar (qui Lorenzo ebbe un sussulto: non solo Laing, pure l’indiano: Gaia era davvero ‘global’) chiama ‘religiosità’, per distinguerla dal ‘religionismo’ – l’appartenenza a ‘parrocchie’ e ‘campanili’ – e dalla ‘religiologia’ – la riflessione filosofica e teologica. Infatti, una stessa res, una stessa cosa, è ‘sacra’, se consacrata agli dèi (parlo delle religioni in generale), ma è pure ‘santa’, in quanto soggetta a sanzione (cioè, si è puniti se la si ‘tratta male’); infine, è ‘religiosa’, perché nel violarla si offende la divinità. Quindi, le religioni sono da trattare coi guanti, perché spesso sporcano le mani… Non così la fede, nostra speranza (al limite ci si sporca i piedi… E c’è chi li lava). Anche se la fede è di per sé un atto di disperazione (ancora l’ossimoro: mai affonda). La fede… era il chiodo fisso di Karl Barth, il sommo teologo del secolo scorso, e io lo ribadisco. Ma era, soprattutto, anche il ‘verbo’ di Gesù,  l’uomo venuto ad ‘aiutare Dio’ (per dirla alla Etty Hillesum – la ragazza che non sapeva inginocchiarsi), ‘disceso’ dal ‘monte’ per avvicinarsi agli uomini e alle donne per aiutarli nella loro ricerca di senso e, perché no?, di gioia. Anche per ‘con-fondere’ le loro sicurezze, fondere le incertezze e diffondere fiducia. Sì, non ha bussato alla porta del mondo con in mano opuscoli religiosi, Gesù è venuto per cambiare la vita, la tua, la mia… Per darle un senso. Per infondere un significato, una prospettiva, una direzione all’essere-nel-mondo, all’esserci. Per vivere bene, felici. Gaudium et Spes. È la sua Cura… (sia come terapia sia alla Battiato, non dimenticando l’’angosciante’ – in questo caso –  Heidegger). Perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te… La fede accompagna e guida questa ricerca sotto forma di ‘simpatia spirituale’: è una luce affine, una grazia soprannaturale che partecipa al mistero stesso e lo rivela. Non solo, ti permette di raggiungere lo shalom: una pace vera, profonda, in cui si coniugano la tranquillità dello spirito e la pace del cuore. La prima deriva dalla certezza, parto della vera conoscenza (se credo? Io so!); la seconda è frutto dalla pazienza e scaturisce dalla fede. Senza la fede, la conoscenza induce al dubbio; senza la conoscenza, la fede porta alla superstizione. La fede è ipotesi ipostatizzata… Ma non è statica, è tesa, ipertesa, iper… E ti porta al successo. Fides, non lex! La fede sarà la tua legge… And love is law. La ‘legge divina’, i comandamenti, sono uno specchio che rivela il tuo fallimento, eppure non è correndo dietro a essi che la tua vera immagine migliorerà. Sarà solo per fede, per grazia, per misericordia divina, per amore… Conoscila e inebriati di essa…»
(Da Gocce di pioggia a Jericoacoara)

Nessun commento: