domenica 17 ottobre 2010

SARAH IN THE SKY WITH DIAMONDS

SARAH IN THE SKY WITH DIAMONDS

“Vere e proprie malattie sono diventate ormai modi di vita: l’esaurimento, la depressione, l’agitazione, i complessi d’inferiorità, l’impazienza, l’aggressività … la paura, l’angoscia (…) È penoso constatare quanti uomini siano ridotti a niente, rispetto a quello che potrebbero essere (…) La Folla e la Massa sostituiscono l’individuo cosciente.” Così Pierre Daco. Ancor prima Ronald D. Laing, con il suo sempre attuale: “Nessuno oggi, uomo o donna, può mettersi a pensare, sentire od agire se non partendo dalla propria alienazione (….) L’umanità è estraniata dalle sue possibilità autentiche.” Non solo: “… se la psiche è l’anima, e l’anima è il mondo dell’esperienza, come sostiene Aristotele, essa ci fa paura. Non ne vogliamo troppa o troppe varietà. La vogliamo ridotta a percezione e a immaginazione terrene, niente sogni a colori…

Fatto è che, per condirla alla Cioran: “… la turba … è incapace di comprendere il rapporto esistente fra idea di vuoto e sensazione di libertà (…) sempre confonderà apparenza e sostanza”. Sì, quella che è sveglia in noi è la tua ‘persona’ (come tutti, o quasi, sappiamo in latino significa ‘maschera’ o ‘attore’), mentre ciò che dorme è la nostra ‘essenza’, la vera natura (l’essenza è sfaccettata come e più di un diamante, anzi, nella sua ‘essenza’ è pressoché ‘sferica’). Tu sei la maschera e sei l’attore, ma il regista chi è? Dovresti essere tu! E dovresti essere anche lo sceneggiatore, non dico il produttore (sì, lo so, ti mancano i soldi per finanziare il ‘film’ della tua vita: ma qualche talento ce l’hai, forse ancora sotterrato…).

Continuando con i ‘prestiti’ dai miei Prendi la PNL con Spirito! e Che cos'è la PNL? (quest’ultimo imminente per Sovera), ogni disfunzionalità cognitivo-comportamentale, il nostro stesso mal-essere (depressione, ansia, paure, fobie), deriva proprio dal (mis)fatto che siamo solo ‘persone’: attori che interpretano un preciso ruolo in questo mondo e passano gran parte della propria vita mentendo, fingendo e nascondendosi dietro la propria ‘maschera sociale’.

“Gli edifici sono malati, le istituzioni sono malate … Il mondo è diventato tossico … E nel suo modo folle, la terapia, enfatizzando l’anima interiore e ignorando l’anima che è fuori … continua ciecamente a credere di curare il mondo esterno rendendo migliore la gente.” È vero: cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio (e se lo dice Hillman...). E questo perché c’è l’anima individuale e c’è l’anima mundi: le cause del tuo mal-essere sono in te e fuori di te. Il tuo ben-essere non dipende solo dall’essere un individuo ‘realizzato’, ma anche da come ti relazioni agli altri e al mondo. Per dirla ‘con filosofia’, tre sono le strutture dell’esistenza: ‘essere-nel-mondo’ (Umwelt), ‘esserci-con’ (Mitwelt) e ‘mondo proprio’ (Eigenwelt); ossia, il tuo rapporto con l’ambiente, con gli altri e con te stesso. Ebbene, tutt’e tre queste strutture esistenziali (anima mundi, genius loci e anima sui) devono essere curate, riguardate ed, eventualmente, resettate.

“Siamo esseri gettati nel mondo”, per dirla con Sartre e Heidegger. Siamo da un lato liberi dall’altro schiavi. Schiavi, perché così condizionati (genetica, ereditarietà, ambiente, sliding doors…) da risultare quasi programmati: è come se nel nostro hardware – la mente – si fossero accasate decine di ‘file pirata’. Queste ‘configurazioni neurali’ diventano le nostre ‘mappe’, i modelli rappresentativi del mondo: ma sono piantine lacunose, non ci sono tutti i ‘luoghi’ (“la mappa non è il territorio”).

Non solo, ma tendiamo a generalizzare, focalizzare, cancellare o distorcere quanto vediamo, sentiamo e proviamo: usiamo dei ‘filtri’ con cui interpretiamo le nostre esperienze. Queste mappe, una volta archiviate nel nostro cervello, diventano le ‘carte stradali’ che utilizziamo per tracciare il ‘percorso’ della nostra esistenza. In definitiva – come scrivo nel mio “Prendi la PNL con spirito!” noi confondiamo il nostro “modello di realtà” con la realtà stessa.

Sì, è vero, spesso le cause sono esterne – ambientali (l’inquinamento atmosferico, l’ambiente di lavoro non ben illuminato e aerato, la vernice dei mobili…) o sociali (i tuoi interlocutori sono noiosi, opprimenti, stressanti, poco motivanti) – eppure qualcosa dal tuo ‘mare interno’ sta venendo a galla e, affiorando, ti provoca il disturbo, il disagio. E se le ‘bolle’ sono grandi fanno capovolgere la ‘barca’…

Sì, come ricorda Raffaele Morelli, il noto psicoterapeuta mediatico: “In realtà, qualcosa di sconosciuto mi manda l’ansia, la depressione, l’insonnia: qualcosa che proviene dalla mia profondità, dai miei abissi … Mentre io mi oppongo e cerco le cause, il disagio si amplifica … Qualcosa dentro di me non vuole i miei ragionamenti … Vuole solamente inondarmi di un’energia sconosciuta, vuole portarmi altrove…”

Sì, il tuo disagio è un sussurro (o un urlo lacerante…) dell’anima che vuole darti delle indicazioni circa una nuova strada da seguire. Oppure è una ‘via’ alternativa che il tuo inconscio (la coscienza è solo la punta dell’iceberg) ha dovuto trovare per far sfogare tutta la tua energia vitale (se il disagio è occultato dalla legge dell’omertà del clan familiare allora si ‘solidifica’ in ‘fissazioni’ e ‘ossessioni’ – quanto meno – e, se ‘minato’ da pregresse ‘violazioni invasive’ (abusi risalenti all’infanzia, magari persistenti e addirittura ‘accettati’), può ‘esplodere’ quando qualcuno (anche ‘vicino’ o ‘prossimo’, come Sara), invade il ‘territorio minato’.

Tutti noi abbiamo le nostre piccole manie e fissazioni, o una leggera saltuaria ansia. Ciò che fa la differenza, che le rende borderline (dal “vissuto emozionale eccessivo”), è la loro quantità: quando cominciano a limitare troppo le prestazioni quotidiane o darne (fosse anche per pochi momenti) una direzione troppo ‘particolare’. E poi, non sempre si può parlare di disturbo della personalità: spesso si tratta solo di tratti caratteriali un po’ troppo accentuati. Come osserva Michele Serra, il mass-mediologo: “Credo che ‘disagio’ sia la parola chiave. Nei nostri anni ogni normale sottozero invernale diventa ‘gelo polare’ e ogni normale canicola estiva diventa ‘caldo record’… Se ogni disagio diventa ‘emergenza’, ogni stato di malessere diventa ‘malattia’.” Magari è un semplice ‘brufolo’… in ogni caso, se vuoi ti toglierò il ‘neo’.

In ogni caso, come lo si giri, l’uomo non è un essere ‘univoco’.

«Il più grande errore è credere che l’uomo abbia unità permanente. Un uomo non è mai uno. Continuamente egli cambia. Raramente rimane identico, anche per una sola mezz’ora. Noi pensiamo che un uomo chiamato Ivan sia sempre Ivan, ma non è così. Ora è Ivan, un altro momento è Pietro, e un minuto più tardi Nicola, Sergio, Matteo, Simone, anche se tutti pensiamo che sia sempre Ivan. Sapete che Ivan non può commettere certe azioni, mentire per esempio, ed ora scoprite che Ivan ha mentito e siete tutti sorpresi che lui, Ivan, abbia potuto fare questo.

Infatti Ivan non può mentire, è Nicola che ha mentito e ad ogni occasione Nicola mentirà nuovamente, perché Nicola non può fare a meno di mentire. Rimarrete stupiti rendendovi conto della moltitudine di questi Ivan e Nicola che vivono in un solo uomo. Se imparerete ad osservarvi non avrete più bisogno di andare al cinema».

E ancora:

«Uno dei più gravi errori dell’uomo, quello che deve essergli costantemente ricordato, è la sua illusione riguardo al suo ‘Io’. L’uomo così come lo conosciamo, l’uomo macchina, l’uomo che non può ‘fare’, per il quale e attraverso il quale ”tutto accade”, non può avere un ‘Io’ permanente ed unico. Il suo ‘Io’ cambia velocemente come i suoi pensieri, i suoi sentimenti, i suoi umori, ed egli commette un errore profondo quando si considera come se fosse sempre una sola e stessa persona: in realtà egli è sempre una persona differente; non è mai quello che era un momento prima… L’uomo non ha un ‘Io’ permanente ed immutabile. Ogni pensiero, ogni umore, ogni desiderio, ogni sensazione dice: ‘Io’… (…) e la Totalità dell’uomo non si esprime mai, per la semplice ragione che non esiste come tale… Un attimo fa era un pensiero, ora è un desiderio, poi una sensazione, poi un altro pensiero e così via, senza fine. L’uomo è una pluralità. Il nome dell’uomo è ‘legione’».

Quindi, secondo Gurdjieff, l‘uomo, in quanto essere unitario (ma per molti versi plurale), non è un dato, ma un processo. Se non altro, assume vari ruoli, spesso in conflitto tra di loro: si tratta, quindi, di far ‘dialogare’ le varie ‘parti’ della personalità (Virginia Satir parla di “party delle parti”), liberandole da quella conflittualità abitudinaria che comporta un influsso inibitorio reciproco e una disfunzionalità complessiva. Guidandoti in questo processo di ‘realizzazione’, non solo produrrai ‘ruoli’ che rispondono funzionalmente ed efficacemente alle situazioni in cui ti vieni a trovare, ma soprattutto di tirare fuori la tua ‘essenza’. In questo modo, potrai realizzarti pienamente come uomo (e donna), con le ‘abilità’ necessarie per dispiegare tutte le tue facoltà e capacità: in grado, quindi, non solo di raggiungere il vertice della ‘piramide’, ma, addirittura, di andare oltre.

L’uomo è una folla di subpersonalità che scazzottano al suo interno (Assagioli), ossia (Gurdjieff) una ‘legione’ (ti ricordi del racconto dell’indemoniato di Gadara, nei Vangeli? Ne ha tratto spunto anche Ronnie Laing per delle riflessioni sull’uomo in ‘formazione’ – cioè facente parte di un gruppo, di una formazione – ma non necessariamente in ‘rotta’, ossia sulla direzione giusta: come i ‘porci’ di Gadara, nei quali finirono gli spiriti fuoriusciti dall’indemoniato. I porci, sia pure in ‘formazione’, finirono tutti annegati nel lago: non erano sulla giusta rotta…).

Ma se c’è lo stagno, la palude, l’inferno (anche mediatico… E poi l’inferno non sono solo gli altri: come nel caso di zi’ Michele e Sabrina, il diavolo si nasconde nei dettagli. E la discesa in cantina – pardon all’inferno – è lastricata di buone intenzioni), c’è anche il paradiso, anche in fondo al pozzo… The sky with diamonds (e sky – il cielo – non è una tivvù… ma un cinemascope in cui ciascuno diverrà attore, regista, produttore…).

Sarah in the sky with diamonds.

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