venerdì 29 novembre 2019

INCONTRO AL BUIO


INCONTRO AL BUIO

È tardi, la macchina è in panne, ma la casa di Gioia è vicina, in pieno centro.
    Me la faccio a piedi. Me la sbatto di SUV e gipponi – ma indulgo con le cabrio, rigorosamente nere. Del resto, per dirla con la Verasani di Quo vadis, baby? “… dove ci sono le Range Rover non può esserci una gran sete di conoscenza.”
Il vento fischia sulla pelle. Gocce di pioggia m’imperlano il viso: il nevischio liquefatto dal fuoco interno mi avvampa. Allungo il passo. È la mia prima volta e non posso tardare. L’atmosfera è da romanzo giallo. Tinta di noir. V’intingo la penna dei miei pensieri – quelli dopo l’ultima chat – e riscrivo mentalmente le ultime parole di Gioia: “Ti aspetto a mezzanotte, l’ora giusta per passare dalle parole ai fatti.”
    Uno schizzo da una pozzanghera, un clacson, due voci che battibeccano. Crudo il ritorno alla realtà. Il portico mi inghiotte pietoso, la luna si piega, s’incurva maliziosamente – alla Totò –, cerca d’infilarsi nel passaggio coperto. Vi sbatte la testa (è luna piena), tenta d’illuminarmi, ma non ce n’è bisogno: sono tutto un fuoco.
“Stanotte allenerò le mie labbra a sorridere e dovrò quindi pensare a lavarmi fino alla morte i denti.” Un pensiero (a) folle alla Piero Ciampi mi assale. Sbando, complice un’altra pozzanghera, ingaggio una breve lotta con le mie fumisterie cerebrali, inciampo ma tiro dritto. Rimetto la mia mente a cuccia e proseguo. Niente facce, niente piedi, solo ombre. Notte d’ambra: una cocotte mi sussurra qualcosa, un transex traballa su tacchi follemente siliconati, ma io glisso su entrambi.
    Scivolo a folle sull’impalpabile velo del pavé, spio tutt’intorno: sono di nuovo solo, tutto il resto è noia. Pioviggina, sono disarmato: un altro portico mi accoglie prodigo nel suo seno, ma io lo titillo solamente. Sarà per la prossima volta.
Un quarto a mezzanotte. La città è tutta colorata di buio e di fari arancio – ne sento la fragranza. Nient’altro, solo l’aria della notte e l’odore del fumo. E le stelle. Spremo il parapioggia, sotto i portici non serve, tiro su il bavero – l’immancabile giubbotto para… di pelle nera alla Lou Reed – e sfilo via accanto a visi senza faccia.
    Asfalto bagnato. Fischia il vento – e mi gorgoglia il ventre: sono a digiuno. La città mi scivola accanto, sopra, sotto… Ma sento qualcosa d’incombente: c’è qualcosa nell’aria. Lascio il Fight Club dei sogni, allungo ancora il passo, scavalcando il tempo, dondolo ondeggio sbando scivolo. Suoni sincopati e barriti alla Miles Davis mi inseguono, sbucati da chissà dove: mi sento come un ‘miles gloriosus’ nella giungla urbana. Ma sono solo un tassello nel suo patchwork di stoffe e colori, nella jam-session di suoni, parole, fiati, sussurri, bisbigli.
    Tutto il mondo dorme. Respiro a plesso solare aperto, mi ricarico guardando la luna piena e mi disintossico inspirando la polvere delle stelle. “Mugola in lontananza un aspirapolvere.”
Tre minuti a mezzanotte. Sono in orario. Sbatto contro un tipo. Il ganzo – virante al gonzo – mi guarda, caracolla, scocca la saetta: stecca, il dardo cade afflosciato. Lo guardo, senza riguardo, lo fulmino. Getta la spugna. Si allontana frettolosamente, quasi inciampa su se stesso, sfuma nelle tenebre.
    Mezzanotte. Spremo il citofono (notte da arancia meccanica?). Non ce n’è bisogno, lei è dietro al portone. Me lo apre, con circospetta levità, quasi fosse uno scrigno segreto. Tattoo senza tabù. Le nostre labbra s’incrociano, s’incollano, rimarginano ogni vuoto. Atmosfera da Cantico dei Cantici: Le tue labbra somigliano a un filo scarlatto, la tua bocca è graziosa; le tue gote, dietro il tuo velo, sono come un pezzo di melagrana.
    Entro. Non c’è bisogno di parola d’ordine. In ogni caso, la conosco: Doppio specchio ma è tanto per giocare. Ma non è sempre un gioco…



sabato 23 novembre 2019

IL FALCONE REALE


 IL FALCONE REALE

Tutti in marcia verso l’abisso. Non tutti, a dire il vero, ma i più si fanno, sempre più, trascinare dalla corrente del disimpegno mentale (e soprattutto, spirituale) totale. E lo considerano impegno…
Si vuole rimanere ancorati alla realtà, presunta, alla “ragione”, con i piedi per terra …ma, senza che ce ne rendiamo conto (a causa della nostra presunta superiorità intellettuale – rispetto a chi?), affondiamo nel fango e nelle sabbie mobili: questo perché dobbiamo essere ‘autosufficienti’, dobbiamo aggrapparci a noi stessi... 
Questo è possibile, sì, ma solo dopo aver sprigionato lo “splendore prigioniero”, ossia l’amore (quello vero, non quello di: ‘amò’) e tutte le altre qualità della nostra essenza: o per dirla papale papale, il nostro spirito.
E se nemmeno il barone di Munchausen che pure aveva gli attributi ce lha fatta a uscire dalle sabbie mobili, cercando di tirarsene fuori, insieme al suo cavallo (simbolicamente, le emozioni), acchiappando con il braccio (la volontà) il suo codino (la sua presunzione) per cercare di sollevarsi in alto, figuriamoci se potremmo farcela noi…
E io sono solo un
ponte, una ringhiera, ma non la vostra stampella... (per dirla con Nietzsche).

Una conoscenza che sia meditata dal limitato pensare razionalistico porta inevitabilmente a cercare gli impulsi della volontà, non nel mondo spirituale da cui essi veramente traggono origine, ma nella sfera degli istinti. Questa è la tragedia dell'uomo attuale. Il cosiddetto “uomo volitivo” dei tempi moderni è in sostanza soltanto un istintivo: la sua ostentata dinamicità è soltanto un'apparenza di forza...
(Massimo Scaligero). 
Insomma, luomo fuma fuma...

Dunque, smettiamo di fumare: stacchiamo la spina, ricarichiamoci da un’altra fonte di energia (dalla fonte viva che sgorga in noi) e ripartiamo con un nuovo assetto mentale, emozionale e comportamentale.
Primo passo, l’arcano del cane.
Che stai a dì…
Quesito subito risolto. Un aiutino? L’aneddoto, raccontato in un vangelo apocrifo d’origine persiana (la Persia dei Parsi, la Persia arya di Rumi, delle Mille e una notte, di Mullah Nasruddin e Gurdjieff… meglio di certo Iran di oggi), che riprendo dal mio Gocce di pioggia a Jericoacora.
    
Il Gesù del racconto apocrifo, un Cristo quanto mai umano, casual, in libera uscita (ma Lui era sempre fuori dal coro), bighellonava tra alberi e arbusti, canticchiando, scherzando, ridendo… Non un’’invenzione’, né una ‘suggestione ipnotica’, ma carne e sangue.
Gesù sfiorava gli alberi, sembrava volesse abbracciarli… ma ecco che – sembra quasi una radiocronaca – passa vicino alla carcassa putrefatta di un cane (e i discepoli che cercano in tutti i modi di distrarlo e tenerlo lontano dal marcio, commentando tra loro con malcelato disgusto).
Il Maestro, il magis fatto minus, rallenta, fa tre passi indietro, si avvicina alla carogna, l’accarezza, la guarda teneramente, con amore. Poi, chinatosi, sussurra: “le perle non sono più bianche dei suoi denti…”

Quindi, curiosità, positività, indipendenza di giudizio, reframing (il reicorniciamento della PNL) e, soprattutto, amore (incondizionato). Abbandona la tua vita robotizzata, entra nel ‘regime’ della ‘realtà’; poi, fa’ un salto di livello ed entra nel regno dei miracoli… Prima saranno solo miracoli collegati a un modo differente di pensare, ma poi si faranno “carne e sangue”, entreranno nei vostri “muscoli” e tutta la vostra vita sarà un miracolo…
E visto che ho accennato al mitico Mullah Nasruddin, chiudo con una delle “uscite” (altre, di tutti i tipi, ne troverai nei miei libri).

Nasruddin divenne il primo ministro del re. Un giorno, mentre gironzolava per il palazzo (come Gesù nel bosco), vide – ed era la prima volta – un falcone reale (non era certo Federico di Svevia, era solo un primo ministro parvenu). E siccome non aveva mai visto questo tipo di piccione – gli parve un colombaccio – prese un paio di forbici e spuntò gli artigli, le ali e il becco del “piccione malriuscito”.
«Adesso sì che sei un uccello decente, il tuo vecchio padrone ti aveva trascurato…»

Cerchiamo di restare (o diventare) dei falconi reali, ma anche “astuti come serpenti e candidi come colombe”…

venerdì 8 novembre 2019

THE SHOW MUST GO ON


THE SHOW MUST GO ON

Tutta la vita delle società in cui regnano le moderne condi­zioni di produzione si presenta come un’immensa accumu­lazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione … esso è il luogo dello sguardo ingannato e della falsa co­scienza … Lo spettacolo non può essere compreso come … il prodotto delle tecniche di diffusione di massa delle immagini. È piuttosto una Weltanschauung divenuta concreta e operante, materialmente tradotta. È una visione del mondo che si è oggettivata.
(Guy Debord)

Dai pensieri sparsi di queste idi di novembre a qualcosa di più concreto, anche se appartiene sempre al mondo dei media: lo traggo dal mio PNL Olistica (Giacomo BRUNO ed.).
Di seguito, nell’ambito di una Weltanschauung (visione del mondo) generale, e per creare una Stimmung (atmosfera) favorevole alla rigenerazione quotidiana (anche se le foglie cominciano a cadere…), un po’ di “topoi”, di pensieri sparsi. Sparsi ma non persi, perché possono raggrumarsi e concretizzarsi – anche se è un po’ come un gatto che insegue il topo. 
In ogni caso, che vinca il micio o il mickey mouse, l’importante è cominciare a correre…

Tieni sempre a mente questo concetto fondamentale della Legge di Attrazione: I pensieri influenzano direttamente il mondo.
Devono però essere pensieri focalizzati. Infatti, come non puoi utilizzare il Photoshop e ritoccare un’immagine se una foto è a bassa risoluzione, sfuocata o mossa, così è inutile lavorare sulle submodalità se non ti senti all’interno dell’immagine e la vivi come se fosse vera. 

ESERCIZIO n. 15: la rete di Indra
Ritorniamo alla rete di Indra. A dire il vero, essendo l’universo pressoché infinito (parlo dell’universo fisico e del mondo dello Spirito), la trama cosmica sarebbe costituita da un insieme di reti disposte in ogni direzione dello spazio e del tempo: per semplicità immagina invece un’unica immensa rete.
Entra in stato alfa, cioè rilassati e astraiti.
Poi visualizza sul tuo schermo mentale questa domanda:
vuoi conquistare il tuo obiettivo grazie alle risorse che ti offrono il mondo spirituale e l’universo quantistico?
Shift… Visualizza l’universo come un’immensa rete inclinata che parte da te e si perde nell’infinito.
Immagina che lì ci sia l’archivio di tutto quanto è avvenuto e avverrà. In fondo alla rete c’è un laboratorio dove sono contenuti gli stampi di ogni evento possibile, anche mai realizzato.
Lì c’è la matrice di ogni desiderio: tu scatti la foto mentale e nel laboratorio cosmico questa viene sviluppata, ad alta risoluzione e dai colori vividi
La foto, non appena ti viene consegnata, si materializza e diventa realtà.
Immagina ora di scivolare su un cavo della rete di Indra, come se fosse una montagna russa…
Raggiungi il laboratorio cosmico, consegni il rullino… Osserva le fasi dello sviluppo della foto, chiedi le correzioni che vuoi, il Photoshop…
Ti viene consegnata la foto: tu ridiscendi a tutta velocità come su di un toboga: hai la foto in mano. Immagina che, man mano ti avvicini alla realtà fisica, la foto si materializzi…
Impregnati di questa sensazione di gioia, di sorpresa, dell’ebbrezza del traguardo raggiunto…

Ricordati: sei energia.
Tu attiri tutto quello con cui entri in risonanza, assonanza e consonanza.
Sei una calamita: attiri nella tua esperienza e nella tua vita tutto ciò su cui focalizzi i tuoi pensieri.
I pensieri sono energia, la più potente forma di energia…
I pensieri sono cose: puoi farne ciò che vuoi, ma puoi anche disfartene.
I pensieri sono pietre: colpiscono se metti a fuoco l’obiettivo.
I pensieri sono boomerang: se non colpiscono l’obiettivo tornano indietro e colpiscono te…

Non pensare a ciò che non vuoi: in questo modo lo attrai! Infatti, la mente glissa sul «non» e attira il resto.
Pensa solo a ciò che vuoi.
Mettici focus e desiderio. Collega i tuoi pensieri a forti emozioni vissute, o solo immaginate.
Sfrutta l’energia dell’entusiasmo iniziale con cui ti proietti nel tuo futuro desiderato. Agisci come se avessi già raggiunto il traguardo o fossi divenuto già ora la persona che desideri essere.
Pensa positivo, agisci con desiderio, mira (al)le stelle…
Nell’universo, ci sono energia, coscienza e informazione: i tre sono collegati. Pensa all’universo come a un dispenser di energia sempre carico, un «centro di coscienza» o un web cosmico da cui puoi attingere ogni informazione. Immaginalo come un laboratorio disponibile a «stampare» ogni tuo desiderio, anche quello ritenuto impossibile.
Tutto questo lo stai scoprendo ora, forse per la prima volta. Che poi sia vero o no poco importa, almeno ai fini di questo corso di crescita personale: l’importante è che, come afferma la PNL, funzioni. E funziona!
Potremmo parlare, per citare un famoso corso d’impronta new-age, di un «corso in miracoli». Più semplicemente, puoi dire che con questo corso di risveglio hai sottomano tutti gli strumenti per aprire al massimo il ventaglio delle possibilità.
Ricorda sempre: noi siamo i co-creatori della nostra vita.
E visto che parliamo di vita e che ci stiamo occupando, fin dall’inizio del corso, di scienza e coscienza, soffermiamoci sulla natura duale (onda-corpuscolo) delle particelle elementari, quelle poste a fondamento della natura, cioè i «quanti».
Ho parlato di natura duale della singola particella e di natura gemellare di due particelle che hanno avuto un forte contatto iniziale (entanglement). Collegato a questo è il concetto di non-località, cioè il comportamento analogo di due particelle correlate (entangled), qualunque sia la loro distanza spazio-temporale.
Pertanto, se tu e un oggetto siete entangled, indipendentemente dalla vostra reciproca posizione nello spazio e nel tempo, vi comporterete in moto analogo.
Tu vuoi l’oggetto e lui vuole te… Vale per le persone, le cose, le idee, i desideri ecc. È questo il principio che permette il funzionamento della Legge di Attrazione e, quindi, il raggiungimento di qualsiasi obiettivo (o quasi, mantieni sempre i piedi per terra…).
A ciò aggiungiamo il principio di «sovrapposizione degli stati»: ogni particella non è definita in un solo stato, lo diventa quando interviene l’osservatore. È quest’ultimo a decidere, in un certo senso, lo stato in cui la particella si deve porre. Ma per fare questo deve esserne cosciente: deve avere uno «sguardo consapevole».
Passiamo ora dalla particella microscopica (quanto) al campo macroscopico, tenuto conto che in ogni cosa e in ogni situazione è presente l’energia.
Quello che vale per i quanti di energia può valere anche per i corpi e per tutto ciò che contiene energia (praticamente tutto).
Il problema è che, più si ampliano le dimensioni spaziali, o più si va verso l’astratto (come i pensieri), più ci sono interferenze.
Il trick (stratagemma) consiste nel concentrarsi sull’obiettivo come se fosse composto da tanti quanti infinitesimali. Occorre poi focalizzarsi sulla loro energia e attenuare le interferenze con le tecniche di gestione delle emozioni e mindfulness.

Bene, vi ho dato solo qualche suggerimento. Provate ad applicare queste suggestions e, che siate suggestionati oppure consapevoli delle vostre enormi possibilità, andate oltre l’energia, cercate lo spirito, la vostra vera essenza: cercate di risorgere. E ricordate: lasciate che i morti seppelliscano i loro morti...