LACCA, LACCHÈ E ALLOCCHI
ovvero La caduta degli dèi
“Casomai qualcuno non avesse ancora capito (ma si stenta a
crederlo, essendo tutto così chiaro), è pronta la “scuola di formazione
politica stabile” e soprattutto “permanente”. Affidata a un altro principe
della supercazzola […] con scappellamento a sinistra, al centro e a destra: Massimo Recalcati, lo psicanalista col ciuffo e il
chiodo alla Fonzie […] Dopo avere scoperto che il figlio di Ulisse si chiamava
Telemaco e averci fatto un libro pensando a Renzi
che c’è subito cascato, Recalcàzzola animò l’ultima beneaugurante Leopolda
prima del flop referendario presentandosi come “il padre adottivo di Telemaco”
e, prima dell’arrivo degli infermieri, fece in tempo a scomunicare “le mummie
del No”. Infatti milioni di giovani si precipitarono a votare No. (cit. Marco Travaglio, da Il Fatto Quotidiano del 25 Marzo
2017).
Si parla qui di
Massimo Recalcati, psicanalista lacaniano, del quale avevo apprezzato questo
stralcio (tant’è che l’ho postato il 18 ottobre 2016):
“Era questa l’esperienza
decisiva di Cristo: scendere negli abissi della morte, scendervi come uomo, per
vincere la morte, per risorgere dal suo ventre scuro e ricongiungersi al padre.
Si trattava dello stesso passo che ritrovai più tardi in Heidegger? Liberare la
vita dalla paura e dall’orrore della morte, renderla risorta (...) L’amore – ed
è qui che ritrovo il motivo decisivo della testimonianza di Cristo – può
salvare dalla morte e dalla distruzione. Esso è come la bellezza della rosa che
sa essere eterna nel battito di un solo giorno.”.
Bene, dopo il crollo
di Sgarbi, con le sue ultime farneticazioni pre-elettorali (eppure, anche del
Vittorio nazionale ho apprezzato più di qualcosa – e poi Sgarbi è un frequentatore delle risse e scivola spesso), ecco a far da pendant l’ancor
più “loffia” scivolata di Recalcati. Perché, se di Vittorio conosciamo le
intemperanze, il risvolto lacché, qualunquista e sgrammaticato del Recalcati (di
cui pure serpeggiava qualche avvisaglia nell’articolo di Travaglio) mi era francamente ignoto.
Ecco qui il suo sgangherato post spot pubblicitario del PD (che, giustamente ha avuto, a parte qualche leccata buonista, un bel po’ di fischi e pernacchie).
Ecco qui il suo sgangherato post spot pubblicitario del PD (che, giustamente ha avuto, a parte qualche leccata buonista, un bel po’ di fischi e pernacchie).
“Il PD, nonostante un buon governo, fatica nel raccogliere
consensi. Questo sembra entusiasmare molti. Il nostro paese sarà consegnato
nelle mani di una Srl guidata da un comico bipolare a sua volta rappresentato
da uno ex-steward del San Paolo di Napoli con evidenti difficoltà di
ragionamento e lessicali, oppure ad un pregiudicato ultra ottantenne
incandidabile, residuato del discorso della pubblicità attorniato a sua volta
da gruppi razzisti e xenofobi. Difficile per la sinistra rinunciare alla
maledizione dell’utopia per fare politica.”
Ora, è vero che ognuno
ha diritto ad avere le sue opinioni (alcuni, recalcatiani, hanno più diritto di
altri…), ma il post, se non è un fake (e sembra non lo sia), trasuda acrimonia,
egotismo e super-egotismo – e balza fuori l’Es del bambino capriccioso a cui
hanno tolto la caramella da succhiare.
E poi Recalcati attribuisce a Di Maio “evidenti
difficoltà di ragionamento e lessicali”, quando è proprio il suo post a essere poco razionale e
fluido, oltre che dall'italiano claudicante… (“uno ex-steward”,
invece di “un ex steward”; “ultra ottantenne” invece di “ultra-ottantenne” o “ultraottantenne”;
“fatica nel”, invece di “fatica a”…). E che dire del farraginoso e inconsequenziale “pregiudicato [...]
incandidabile, residuato del discorso della pubblicità“? (pregiudicato residuato del discorso... ma che vor’ di’?).
E ciliegia (guasta)
sul dolce (un po’ troppo zuccheroso qui, e velenoso lì…), tutto il post trasuda di spirito dell’Es (la paura “bambina” di essere picchiato dal Partito)
e di super “Super-Ego” censorio e
bastonatore (degli avversari, ça va sans dire), che, per di più, mal si confà a quanto
il Nostro posta pochi giorni dopo il famigerato (s)post.
“Lo sguardo del
Super-io – come lo sguardo di Dio per l'uomo più brutto di Nietzsche – è uno
sguardo che lacera ogni velo, penetra nel cuore dell’uomo, vede “da parte a
parte”, non lascia tregua. Il suo sadismo è quello di una Legge che si applica
senza interruzioni, senza eccezioni, come un meccanismo impersonale, nella più
totale indifferenza rispetto alle sorti del soggetto [...] La sua finalità non
è affatto la riabilitazione, ma la distruzione del
soggetto. Non a caso Lacan definisce questa Legge “irresponsabile” e “senza
dialettica” [...] “Irresponsabile” perché non contempla la redenzione, l’assoluzione,
la salvezza [...] “senza dialettica” perché non conosce l’alleanza col
desiderio, ma solo la lotta contro il desiderio.
(Massimo Recalcati, “Contro
il sacrificio. Al di là del fantasma sacrificale.”).
Insomma, tanto va la
gatta al lardo che ci lascia lo zampino…
P.S. Ora leggerò con maggiore sospetto“Il complesso di Telemaco” che occhieggia dalla mia libreria. Lotterò contro il desiderio...
P.S. Ora leggerò con maggiore sospetto“Il complesso di Telemaco” che occhieggia dalla mia libreria. Lotterò contro il desiderio...