ADESTE FIDELES
Ubi Fidel est?
“Morto Fidel Castro,
dittatore. Incarcerò qualsiasi oppositore, perseguitò gli omosessuali, scacciò
un presidente corrotto sostituendolo con un regime militare. Fu amato per i
suoi ideali che mai realizzò, mai. Giustificò ogni violenza dicendo che la
sanità gratuita e l’educazione a Cuba erano all’avanguardia, eppure, per
realizzarsi, i cubani hanno sempre dovuto lasciare Cuba non potendo, molto
spesso, far ritorno.”
Questo dice di Fidel Roberto Saviano, considerato di Sinistra e
para-rivoluzionario (ma Pietrangelo Buttafuoco lo chiamò “camerata Saviano”,
anche perché formatosi leggendo Pound, Céline, Jünger ed Evola).
Conclusione: Fidel affossato.
Conclusione: Fidel affossato.
Passiamo a uno di Destra (anzi lui
si definisce fascista, meglio, fascio-comunista): Miro Renzaglia, contraltare per
certi versi di Saviano (anche se meno noto).
A Cuba si
è poveri, NON miserabili: come nei sobborghi di New York, di Brasilia, di
Buenos Aires, di Roma, di Londra, di Parigi, delle città africane,
dell’estremo, medio e vicino est asiatico… Cuba vive delle sue risorse, che
sono poche e non consentono voli economici epici: ma non è indebitata con il
Fondo Monetario Internazionale, con la Banca Mondiale, con le finanziarie che
ti fanno stare meglio oggi ma ti tengono sotto cappio usuraio fino alla fine
dei tuoi giorni, consegnando ai tuoi posteri un debito pubblico che li
costringerà per sempre a una politica nazionale da vassalli. Cuba è una nazione
sovrana e il popolo cubano è fiero di essere solo, sì, ma sulla cùspide della
sua libertà (dal debito e dal signoraggio…). Il cubano è un popolo che gestisce
autonomamente le sue risorse, il suo presente e il suo futuro (…) Fidel Castro,
a quanto ho capito, non si tocca… Riferisco: in uno dei miei concessi passaggi
autostoppanti, ho caricato in auto una mamma con due bambini in età prescolare
per mano (…) “Castro es bueno?”, le chiedo… “Oh, sì… Castro es muy bueno: me ha
prestato casa por mi e por mi niños… Lu es muy, muy bueno… ”.
Conclusione; Fidel fidelizzato…
Conclusione; Fidel fidelizzato…
Nulla di strano, Castro, come del
resto Che Guevara, ha fan a destra e sinistra (vedi i tanti poster di el Che nella sede di Casapound).
Saviano, Renzaglia… e io?
Un po’ dell’uno un po’
dell’altro. Non perché in medio stat
virtus, ma perché non sempre la
verità è tutta da una parte (almeno nell’umano: in campo spirituale il
discorso è più semplice, ma anche, ossimoricamente, più complesso…).
Mi limito solo a un po’ di citazioni tratte da vari autori (se qualcuna vi piace, andate a scovarne la fonte nelle lande sconfinate del web; se no, me la chiedete).
Mi limito solo a un po’ di citazioni tratte da vari autori (se qualcuna vi piace, andate a scovarne la fonte nelle lande sconfinate del web; se no, me la chiedete).
Chiaramente, non sono
applicabili in toto a Fidel Castro (anzi, alcune gli si contrappongono), ma ne
mettono in luce la sua idealità di fondo, pur fra tante ombre, mai comunque così
tenebrose come quelle di una (in)certa attualità (non tutta, anche lì ci sono
delle luci – come sapete, sono uno sfegatato ottimista, forse un po’ visionario…).
In ogni caso, sono un antidoto allo story-telling di questi giorni e alla zuccherosità frou frou del baby-talking quotidiano...
In ogni caso, sono un antidoto allo story-telling di questi giorni e alla zuccherosità frou frou del baby-talking quotidiano...
Parto da questa:
“Chi è sicuro del valore della
propria causa non sente il bisogno della sua vittoria: il valore della causa ne
segna già il trionfo.”
Ecco le altre (solo un piccolo
florilegio, anzi fidelilegio):
“Tra il grigio delle pecore si celano i lupi,
vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non
soltanto quei lupi sono forti in se stessi, c’è anche il rischio che, un brutto
giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si
trasformi in branco.”
“L’agilità a muoversi nel pensiero, la
sottigliezza a vincere le seduzioni degli enigmi è propria infatti di individui
svincolati da obblighi catechistici, o fideistici, o partigiani. Persone
assolute, la cui fedeltà non si dilapida, ma si concentra tutta verso
l’orizzonte: questo sì eterno, immutabile, imprescindibile.”
“Il fascino del viaggio è dovunque vado, vita
minuscola. Vado all’albergo, saponetta minuscola, flaconcini minuscoli di
shampoo, panettino di burro per una sola fetta, collutorio minuscolo e spazzolino
da denti monouso.”
“Forse il
segreto della felicità non sta negli infiniti tentativi di miglioramento, ma
nell’abiezione più totale, nel toccare il fondo fino a farsi schifo.”
“Un giorno sei un essere pensante che
ti trascini in giro e il giorno dopo sei gelido fertilizzante, buffet per
vermi.”
“Illanguidirsi
sulle sfumature... Mallarmé, Bergson, Alain... strofineggiare gli aggettivi... goncourtizzare...
fare l’amorino col moscerino, frenetizzare l’insignificante, cicalecciare,
darsi delle arie, gracidare nei microfoni della radio... rivelare i miei «dischi
preferiti»... i miei progetti di conferenze...”
“La zuccherosità
frou frou del ‘baby talking’. Si studii la fauna che popola, in un giorno di
festa, un parco cittadino. Papà flaccidi ed emozionati nel ruolo di ‘mammi’,
tutti trilli e strilli per suscitare un sorrisetto al pargolo, tutti biribì e
biribù e moine da eunuchi. Dalle cocò alla popò, dalla brum-brum al proscritto
dei proscritti: il pum-pum... Tale è l’identificazione – anzi: la
trasfigurazione – che, sotto le giacche, gli vedi spuntare pure le maniglie
dell’amore di chi ha appena partorito…”
“Tiri una
leva. Schiacci un bottone. Non ci capisci niente e a un certo punto muori e
basta.”
“Il punto è: devi davvero fare le cose perché
vuoi farle, perché quello è il tuo sogno. Perché è l’amore della tua vita. Devi
appassionarti. Perlomeno, è così che ho fatto io. Non mi è mai interessato
vivere l’avventura di un altro. Volevo la mia personale avventura, il mio
viaggio. Non volevo montare in sella al sogno di qualcun altro.”
”Meglio
essere un delinquente che un borghese.”
“E poi
solo i delinquenti sanno far bene all’amore…”
“Sono solo; la maggior parte delle persone son
rientrate a casa, e leggono il giornale della sera ascoltando la radio. La
domenica che finisce ha lasciato loro un sapore di cenere e già il loro
pensiero si volge verso il lunedì. Ma per me non c’è lunedì né domenica, ma
soltanto giorni che si sospingono in disordine, e poi, d’un tratto, dei lampi,
come questo.”
“Noi siamo uomini
d’oggi. Siamo soli. Non abbiamo più dèi. Non abbiamo più idee. Non crediamo né
a Gesù Cristo né a Marx.”
Io sono un uomo d’oggi, non credo a Marx, non ho più dèi, forse non ho più idee... ma credo a Gesù Cristo e alla sua IDEA, non all'IKEA (questa è mia).
Io sono un uomo d’oggi, non credo a Marx, non ho più dèi, forse non ho più idee... ma credo a Gesù Cristo e alla sua IDEA, non all'IKEA (questa è mia).
“Un uomo
che sia uomo non si lagna, si ribella – e non incatenandosi davanti alla
prefettura. Un uomo che sia uomo non scrive lettere ai giornali o a Raffaella
Carrà, diventa brigante. Un uomo che sia uomo non si abbasserebbe mai a fare la
questua, ma piglierebbe lo schioppo.”
“Devi
creare delle belle sensazioni e renderle intense e creare delle sensazioni
motivanti e renderle intense. Devi farti immagini grandi, grandissime, non
delle stupide immaginette minuscole e indistinte. Quelle non sono buone basi di
una vita motivata, e con delle buone basi puoi vivere una vita davvero forte.”
“Tiri una leva. Schiacci un bottone.
Non ci capisci niente e a un certo punto muori e basta.”
“Meglio
il bosco che l’asfissia civile, meglio la battaglia che una pace da salotto.”
“Viaggiare è proprio utile, fa lavorare
l’immaginazione ... Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario ...
Basta chiudere gli occhi. È dall’altra parte della vita.”
“Noi siamo i figli dei
padri ammalati; aquile al tempo di mutar le piume, svolazziamo muti, attoniti,
affamati, sull’agonia di un nume.”
“La società è piena di
gente che si dice raffinata e che poi non lo è, ve lo dico io, manco per un
soldo. Io, servitor vostro, credo di esserlo, un raffinato! Così come sono!
Autenticamente raffinato. Fino a questi ultimi tempi, avevo difficoltà ad
ammetterlo... Resistevo... E poi un giorno ho ceduto...”
“Cresceva in me un
bisogno di intensità e di assoluto, a cui nessun oggetto normale appariva
adeguato. Donde, anche, una specie dì cupio dissolvi, un impulso a disperdersi
e a perdersi.”
Sì, nella sua “specie
di cupio dissolvi”, a cui si contrapponeva una tenace resistenza alla morte,
Fidel si è perso… e molto di lui si è disperso (e forse è stato un bene), ma
altrettanto è rimasto, e rimarrà.
Fidel, adelante! E adeste fideles…