domenica 27 novembre 2016

ADESTE FIDELES – Ubi Fidel est?



ADESTE FIDELES
Ubi Fidel est?

“Morto Fidel Castro, dittatore. Incarcerò qualsiasi oppositore, perseguitò gli omosessuali, scacciò un presidente corrotto sostituendolo con un regime militare. Fu amato per i suoi ideali che mai realizzò, mai. Giustificò ogni violenza dicendo che la sanità gratuita e leducazione a Cuba erano allavanguardia, eppure, per realizzarsi, i cubani hanno sempre dovuto lasciare Cuba non potendo, molto spesso, far ritorno.”
Questo dice di Fidel Roberto Saviano, considerato di Sinistra e para-rivoluzionario (ma Pietrangelo Buttafuoco lo chiamò “camerata Saviano”, anche perché formatosi leggendo Pound, Céline, Jünger ed Evola). 
Conclusione: Fidel affossato.
Passiamo a uno di Destra (anzi lui si definisce fascista, meglio, fascio-comunista): Miro Renzaglia, contraltare per certi versi di Saviano (anche se meno noto).
A Cuba si è poveri, NON miserabili: come nei sobborghi di New York, di Brasilia, di Buenos Aires, di Roma, di Londra, di Parigi, delle città africane, dell’estremo, medio e vicino est asiatico… Cuba vive delle sue risorse, che sono poche e non consentono voli economici epici: ma non è indebitata con il Fondo Monetario Internazionale, con la Banca Mondiale, con le finanziarie che ti fanno stare meglio oggi ma ti tengono sotto cappio usuraio fino alla fine dei tuoi giorni, consegnando ai tuoi posteri un debito pubblico che li costringerà per sempre a una politica nazionale da vassalli. Cuba è una nazione sovrana e il popolo cubano è fiero di essere solo, sì, ma sulla cùspide della sua libertà (dal debito e dal signoraggio…). Il cubano è un popolo che gestisce autonomamente le sue risorse, il suo presente e il suo futuro (…) Fidel Castro, a quanto ho capito, non si tocca… Riferisco: in uno dei miei concessi passaggi autostoppanti, ho caricato in auto una mamma con due bambini in età prescolare per mano (…) “Castro es bueno?”, le chiedo… “Oh, sì… Castro es muy bueno: me ha prestato casa por mi e por mi niños… Lu es muy, muy bueno… ”.  
Conclusione; Fidel fidelizzato…
Nulla di strano, Castro, come del resto Che Guevara, ha fan a destra e sinistra (vedi i tanti poster di el Che nella sede di Casapound).
Saviano, Renzaglia… e io?
Un po’ dell’uno un po’ dell’altro. Non perché in medio stat virtus, ma perché non sempre la verità è tutta da una parte (almeno nell’umano: in campo spirituale il discorso è più semplice, ma anche, ossimoricamente, più complesso…). 
Mi limito solo a un po’ di citazioni tratte da vari autori (se qualcuna vi piace, andate a scovarne la fonte nelle lande sconfinate del web; se no, me la chiedete).
Chiaramente, non sono applicabili in toto a Fidel Castro (anzi, alcune gli si contrappongono), ma ne mettono in luce la sua idealità di fondo, pur fra tante ombre, mai comunque così tenebrose come quelle di una (in)certa attualità (non tutta, anche lì ci sono delle luci – come sapete, sono uno sfegatato ottimista, forse un po’ visionario…). 
In ogni caso, sono un antidoto allo story-telling di questi giorni e alla zuccherosità frou frou del baby-talking quotidiano...

Parto da questa:
“Chi è sicuro del valore della propria causa non sente il bisogno della sua vittoria: il valore della causa ne segna già il trionfo.”
Ecco le altre (solo un piccolo florilegio, anzi fidelilegio):
“Tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non soltanto quei lupi sono forti in se stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in branco.”
“L’agilità a muoversi nel pensiero, la sottigliezza a vincere le seduzioni degli enigmi è propria infatti di individui svincolati da obblighi catechistici, o fideistici, o partigiani. Persone assolute, la cui fedeltà non si dilapida, ma si concentra tutta verso l’orizzonte: questo sì eterno, immutabile, imprescindibile.”
“Il fascino del viaggio è dovunque vado, vita minuscola. Vado all’albergo, saponetta minuscola, flaconcini minuscoli di shampoo, panettino di burro per una sola fetta, collutorio minuscolo e spazzolino da denti monouso.”
“Forse il segreto della felicità non sta negli infiniti tentativi di miglioramento, ma nell’abiezione più totale, nel toccare il fondo fino a farsi schifo.”
“Un giorno sei un essere pensante che ti trascini in giro e il giorno dopo sei gelido fertilizzante, buffet per vermi.”
“Illanguidirsi sulle sfumature... Mallarmé, Bergson, Alain... strofineggiare gli aggettivi... goncourtizzare... fare l’amorino col moscerino, frenetizzare l’insignificante, cicalecciare, darsi delle arie, gracidare nei microfoni della radio... rivelare i miei «dischi preferiti»... i miei progetti di conferenze...”
“La zuccherosità frou frou del ‘baby talking’. Si studii la fauna che popola, in un giorno di festa, un parco cittadino. Papà flaccidi ed emozionati nel ruolo di ‘mammi’, tutti trilli e strilli per suscitare un sorrisetto al pargolo, tutti biribì e biribù e moine da eunuchi. Dalle cocò alla popò, dalla brum-brum al proscritto dei proscritti: il pum-pum... Tale è l’identificazione – anzi: la trasfigurazione – che, sotto le giacche, gli vedi spuntare pure le maniglie dell’amore di chi ha appena partorito…”
“Tiri una leva. Schiacci un bottone. Non ci capisci niente e a un certo punto muori e basta.”
Il punto è: devi davvero fare le cose perché vuoi farle, perché quello è il tuo sogno. Perché è l’amore della tua vita. Devi appassionarti. Perlomeno, è così che ho fatto io. Non mi è mai interessato vivere l’avventura di un altro. Volevo la mia personale avventura, il mio viaggio. Non volevo montare in sella al sogno di qualcun altro.”
”Meglio essere un delinquente che un borghese.”
“E poi solo i delinquenti sanno far bene all’amore…”
“Sono solo; la maggior parte delle persone son rientrate a casa, e leggono il giornale della sera ascoltando la radio. La domenica che finisce ha lasciato loro un sapore di cenere e già il loro pensiero si volge verso il lunedì. Ma per me non c’è lunedì né domenica, ma soltanto giorni che si sospingono in disordine, e poi, d’un tratto, dei lampi, come questo.”
Noi siamo uomini d’oggi. Siamo soli. Non abbiamo più dèi. Non abbiamo più idee. Non crediamo né a Gesù Cristo né a Marx.”
Io sono un uomo d’oggi, non credo a Marx, non ho più dèi, forse non ho più idee... ma credo a Gesù Cristo e alla sua IDEA, non all'IKEA (questa è mia).
“Un uomo che sia uomo non si lagna, si ribella – e non incatenandosi davanti alla prefettura. Un uomo che sia uomo non scrive lettere ai giornali o a Raffaella Carrà, diventa brigante. Un uomo che sia uomo non si abbasserebbe mai a fare la questua, ma piglierebbe lo schioppo.”
“Devi creare delle belle sensazioni e renderle intense e creare delle sensazioni motivanti e renderle intense. Devi farti immagini grandi, grandissime, non delle stupide immaginette minuscole e indistinte. Quelle non sono buone basi di una vita motivata, e con delle buone basi puoi vivere una vita davvero forte.”
“Tiri una leva. Schiacci un bottone. Non ci capisci niente e a un certo punto muori e basta.”
“Meglio il bosco che l’asfissia civile, meglio la battaglia che una pace da salotto.”
“Viaggiare è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione ... Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario ... Basta chiudere gli occhi. È dall’altra parte della vita.”
Noi siamo i figli dei padri ammalati; aquile al tempo di mutar le piume, svolazziamo muti, attoniti, affamati, sull’agonia di un nume.”
“La società è piena di gente che si dice raffinata e che poi non lo è, ve lo dico io, manco per un soldo. Io, servitor vostro, credo di esserlo, un raffinato! Così come sono! Autenticamente raffinato. Fino a questi ultimi tempi, avevo difficoltà ad ammetterlo... Resistevo... E poi un giorno ho ceduto...”
“Cresceva in me un bisogno di intensità e di assoluto, a cui nessun oggetto normale appariva adeguato. Donde, anche, una specie dì cupio dissolvi, un impulso a disperdersi e a perdersi.”
Sì, nella sua “specie di cupio dissolvi”, a cui si contrapponeva una tenace resistenza alla morte, Fidel si è perso… e molto di lui si è disperso (e forse è stato un bene), ma altrettanto è rimasto, e rimarrà.
Fidel, adelante! E adeste fideles…



venerdì 25 novembre 2016

WOMAN WHO MAN? Omen nomen


WOMAN
WHO MAN?
Omen nomen

Donna, domina (signora). Woman, wow: omen nomen.
Anch’io voglio unirmi al coro di oggi et semper, ma in positivo: nessun “no” (no alla violenza sulle donne, no al maschilismo ecc. ecc.), che, per quanto valido, porta a pensare negativo e, soprattutto, pone in evidenza termini destrutturanti e distruttivi come: violenza, maschilismo ecc.
Quindi, nessun no, ma solo un Sì – senza confusioni con il referendum (qui solo accetterei un no…). Un Sì alle Donne, un Sì all’eguaglianza (eguaglianza differenziata: ciascuno/a con le proprie particolari doti, qualità, talenti, carismi, aspirazioni, ispirazioni, desideri).      
Purché quello di oggi non sia solo, per dirla con Melissa P. (quella di 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire), un tempo di regali e di falsi sorrisi
E poi, un giorno di perdono e di dono, soprattutto a se stesse (e se stessi).

Un giorno mi perdonerò del male che mi sono fatta, del male che mi sono fatta fare. E mi stringerò così forte da non lasciarmi più.
Emily Dickinson

Per tutte le violenze consumate su di Lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l'ignoranza in cui l'avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:
in piedi, Signori, davanti ad una Donna.
William Shakespeare

Come qualcuno si sarà accorto, questo è un remix (attualizzato) – anche per stimolarvi a pescare nelle “profondità” di questo blog – e un mio personale contributo al Woman day.
Da oggi in poi, donne, via le scarpe basse (è solo una metafora), solo altezze aeree…

Via le scarpe basse, via le orride ballerine, via gli stivali rasoterra. Da oggi solo altezze aeree. Da oggi si sale su, ci si slancia e si ondeggia e si affonda di più sul cemento. Ché anche la musica la segui meglio e i capelli scivolano ondosi e la gonna trova quel perfetto punto della gamba in cui fermarsi e i tendini sparano in su e senti che potresti, davvero, arrivare dovunque, e tutti lo noterebbero, che arrivi. 
Le ginocchia così meravigliosamente elastiche. E la caviglia, sì, bellissima riflessa nello specchio del negozio sotto casa, fra il nero e la luce del sole e dell’ombra.  
Dal blog Le stanze di Gaia

E poi, a che scopo negare l'Esistenza di Dio se c'è una cosa che La prova in modo assoluto: la donna.
Per rimanere ad Arno Mandelbaum (gli ho soffiato l’aforisma sostituendo “donna” a “musica di Bach” – ma sono la stessa cosa, anzi la donna ha più sfumature e sonorità…), ecco un altro ‘fiore’:
la donna es un sentimiento nuevo che mi tiene alta la vita, la passione nella gola, l’eros che si fa parola…

E continuando con l’eros (quello della donna è ‘gentile’, ma a macchie di leopardo…):
Il getto d’acqua tiepida cominciò a distribuirsi generosamente ed equamente su dossi e curve. Scivolò, quindi, fin nelle cunette, non disdegnando le superfici piane (poche) e le valli fiorite. Toccò poi il fondo rugoso, deviando all’improvviso verso l’omphalos, per scomparire infine negli abissi. Acqua a fiotti, frettolosa, per masse fluttuanti. Acqua nei fiordi. Per Fiordaliso.
Le pareti translucide, sia pur riottose, non poterono evitare il contatto bagnato che ne imperlava la superficie interna. E lo scontato scontro con le masse oscillanti. Anzi, queste parevano godere della situazione. E per ricambiare la cortesia, furono ben liete di fornire un esile ma volenteroso sostegno ai volumi dinamizzati. Diritti, flessi, combacianti, intricati. Il segreto e l’ignoto. Spazzolati. Cento colpi. Uno più, uno meno. Corpi scolpiti. Ben torniti. Vincolati, slegati, vincenti. Persi, costretti nel piccolo ambito, ma incuranti del contorno. Vibranti oltre i limiti di sicurezza (e della decenza). Bastevoli a se stessi, ma in procinto di tracimare.
Silenzio prima di uscire, silenzio prima di entrare. In mezzo, una cascata di suoni. Il contatto delle masse e delle superfici, il fluire e il rifluire dell’acqua corrente, il perlage, l’aria vintage, il parlottio sincopato, quasi dopato. Forse metalinguistico. Tutto parlava. Tutto taceva nell’infittirsi dei suoni. E dei movimenti. Iniziali, al climax, finali. E al calare del sipario, ecco subentrare l’uscita trionfante dalla cabina della doccia e l’ingresso sottotono negli accappatoi impazienti…
(da Gocce di pioggia a Jericoacoara)

Donna alias Bellezza:
Una bella donna non è colei di cui si lodano le gambe o le braccia, ma quella il cui aspetto complessivo è di tale bellezza da togliere la possibilità di ammirare le singole parti.
Seneca

Donna come sophia, sapienza di Dio:
«”Lo spirito d’Amore è ancora ostacolato dal nodo posto sul fianco sinistro. Ecco allora che colui che ha slacciato la parte della Sensualità vedrà in me solamente la donna, la bambina, o genericamente, la femmina, in grado solo di ricevere sesso, niente di più (…) Quando poi qualcuno slaccerà solo la parte dell’Amore anche in quel caso darò unicamente una parte di me, una parte minima sebbene profonda. Poi, nella vita, un giorno qualsiasi magari arriva quel carceriere che ti offre entrambe le chiavi per liberare te e i tuoi spiriti: sensualità e amore sono liberi e volano.” Lorenzo, queste sono le parole di Melissa (come faceva a ricordarle pedissequamente? – pensò Lorenzo) …ma io ti dico: lo stesso è per la Carne e lo Spirito; noi aspettiamo il liberatore che li faccia volare insieme, perché possano suggere non a un solo tipo di fiore… Comunque – sono in vena, mi sento a briglia sciolta, era parecchio che non mi capitava… – bisogna saper attendere!»
Gaia si fece sempre più donna.
«Cristo, sapienza di Dio: il primo nome, esplicito, di Cristo – Sapienza/Sophia – è al femminile. E chi, se non delle donne, sono state i primi testimoni del risorto? Pensa, Lorenzo, questo avveniva in un tempo in cui la testimonianza femminile non valeva nulla. Tra parentesi, questa è una delle ‘prove’ della veridicità dei Vangeli: il fatto di aver riportato la ‘voce delle donne’… Di’ alla Sapienza: tu sei mia sorella – così è scritto nei Proverbi: Gesù, tuo fratello, tua sorella… Per rimanere nell’ambito del parentado, la Dea Madre – risorta dalle ceneri tra l’undicesimo e il tredicesimo secolo – dà corpo, invece, sotto le sembianze di Maria (o Maddalena, per essere più chic, e choc), all’energia che promana dallo Spirito, quasi un’ipostasi al femminile di Dio: lo Spirito Santo altra non è che la Ruah, la dynamis divina; sullo stesso piano di Dio, e di Cristo, della stessa essenza, ousia ed exousia. Dolce come una colomba, ma più esplosiva – dynamis – della tanto declamata Kundalini. Sono circa cinquecento le cattedrali, i duomi, le chiese, di quel periodo, dedicate, involontariamente, allo Spirito Santo (il diavolo faceva le pentole, Dio i coperchi…). E nelle prime chiese, chi trovavi? Donne. Profetesse nell’Antico Testamento: Myriam, Deborah, Hulda – la prima, capo-popolo; la seconda, giudice e condottiera; l’ultima, profetessa e riformatrice religiosa. Ministre, diacone, apostole, predicatrici, abbondano, nonostante quello che si pensi, nel Nuovo Testamento. A cominciare da Tabita e la sua diaconia, poi le quattro figlie di Filippo, profetesse. E non dimentichiamoci di Evodia e Sintiche, collaboratrici di Paolo nel divulgare l’evangelo, di Priscilla e Febe, responsabili di chiese. Tutto questo, come vedi, anche ai tempi di Paolo, e testimoniato proprio da lui, presunto misogino (e qualche volta lo era). E che dire dell’episcopa – vescova – Theodora, immortalata in antichi affreschi: hanno tentato di cambiarle sesso, trasformandola in Theodorus… Come, del resto, hanno fatto per secoli con Giunia, l’apostola compagna di prigione dello stesso San Paolo: solo ora il ‘maschio’ Giunio (così nelle vecchie versioni della lettera ai Romani – e ne troverai di donne di potere, ‘dinamiche’, finanche ‘donne-pastore’, in quest’epilogo epistolare ‘femminista’!), solamente ora, dico, Giunia, costretta secula seculorum in abiti maschili, si è ripreso – ha strappato… – il suo vero sesso.»    
Gaia mimò platealmente l’ogiva femminista e chiosò.
«In ogni caso, le donne vanno ben oltre lo stereotipo Maria versus Maddalena, oppure: vergine, madre, fata, strega, principessa in cerca del pisello…»
(da Gocce di pioggia a Jericoacoara

Donna come pantera e come gazzella: chioso e chiudo con una poesia di Garcia Lorca (sarò loco, forse il carme non è indirizzato a una mujer, ma che importa, c’è lo spirito della donna, quello che nessun uomo può soffocare…).
Gazzella dell'amore imprevisto
Nessuno capiva il profumo dell'oscura magnolia del tuo ventre.
Nessuno sapeva che martirizzavi un colibrì d'amore fra i tuoi denti.
Mille cavallini persiani dormivano sulla piazza con la luna della tua fronte, mentre per quattro notti io stringevo la tua vita, nemica della neve.
Fra i gessi e i gelsomini, il tuo sguardo era un pallido ramo di sementi. Cercai, per darti, nel mio cuore le lettere d'avorio che dicono sempre, sempre, sempre:
giardino della mia agonia,
il tuo corpo fuggitivo per sempre,
il sangue delle tue vene nella mia bocca.
La tua bocca senza luce per la mia morte.

Donna: sempre, sempre, sempre

sabato 19 novembre 2016

SUPERSIZE YOUR DREAMS – Pensa alla grande e agisci in piccolo




SUPERSIZE YOUR DREAMS
Pensa alla grande e agisci in piccolo
(…) When God brings a dream to pass that He’s placed in your heart, it’s going to be greater than you ever imagined. It’s going to be bigger, better and more rewarding. You could say: God’s going to supersize your dream! Your dream may be to just get well, to be able to get around like you used to. That’s good, but you have money left over to be a blessing to other people!
Today, have faith in God. Trust Him because He has good plans for you, and He is ready to supersize your dreams! God thinks bigger. When He supersizes that dream, you’ll not only be able to walk, be able to run! (…) Your dream may be to just pay your bills each month, but God’s dream is to give you an abundance so that you not only have enough for your needs, but you have money left over to be a blessing to other people! Today, have faith in God. Trust Him because He has good plans for you, and He is ready to supersize your dreams!

Vi riporto un vecchio (ma sempre nuovo) post di Joel e Gloria Osteen, due predicatori del “Vangelo Positivo” (anche questo mio post è una cover, rivista e aggiornata).
Il senso? Quando Dio realizza un tuo sogno lo fa ancor più grande di quel che tu avevi in cuore.
Questo il senso. E la direzione di marcia: ovviamente, davanti a te.
E la marcia? La terza, la quarta, la quinta… Dipende da te, dal momento, dalle circostanze e, soprattutto, dal tuo stato d’animo. In ogni caso, se tu vuoi solo camminare, Egli ti farà correre. Se sogni di avere i soldi per pagare tutte le tue bollette, Egli te ne darà in misura tale da soddisfare, non solo i tuoi bisogni e desideri, ma anche per essere di benedizione per il tuo prossimo.
D’altronde, nei Vangeli c’è scritto: Cerca prima il Regno di Dioossia, la “Banca” (quella dello Spirito Santo) – dopo di che ogni cosa ti sarà data… E ricorda, il Regno (cioè dove ogni cosa è possibile) è dentro di te e affianco a te, qui e ora!

Troppo spirituale? Non sei un credente, non hai fede nel soprannaturale? OK, allora scendiamo con i piedi per terra. Io credo, anzi “so” (“se credo… io so!” rispose Jung a chi gli chiedeva se credesse in Dio), ma se tu non credi agisci come se credessi: amplierai comunque il range di possibilità (ti rimando al mio recentissimo articolo su IRBUK http://irbuk.com/).
Nei Vangeli è scritto: tutto quello che chiederete con fede nella preghiera lo otterrete. Oppure, bussa e ti sarà aperto.
Devi per questo diventare un bizzoco, un bacchettone, un chierichetto? No, significa solo che, se visualizzi con estrema fiducia un obiettivo, immaginandolo già ottenuto, lo avrai.
È chiaro che io ti consiglio la via spirituale – di uno spiritualismo “pratico”, non “fumoso” – ma anche metodologie laiche possono esserti d’aiuto. Per esempio, nella PNL, o in metodologie simili (Psicosintesi, Silva Mind Control, Terapie Brevi Strategiche), per passare dallo “stato attuale” (spesso non ottimale, per non dire “loffio”: low state) a quello “desiderato” (peak state), devi, innanzitutto, “bussare”, cioè “entrare in situazione” proiettando sul tuo schermo mentale un film la cui sceneggiatura rappresenti il tuo desiderio o sogno, e del quale tu sei il protagonista (sì, proprio come vorresti essere: fisicamente, psichicamente, spiritualmente, economicamente… Ma non solo tu, anche la situazione, il luogo e gli altri personaggi devono essere proprio come tu vorresti che fossero).
Poi, una volta bussato, entrerai…
E mi raccomando, quando bussi (cioè, ti proietti il tuo film mentale), fallo con forza e insistenza: detto fuor di metafora, cura le inquadrature, i colori e i suoni. E poi… mentre ti stai facendo il tuo film mentale (ben diverso da quelle paranoie che ogni tanto ti spari nella testa), immagina di entrare in te stesso, di astrarti dalla situazione intorno a te e… di balzare dentro al film.

L’importante è che tu riesca a entrare nel film pienamente, vivendo al massimo – supersize – tutte le situazioni positive (l’avranno fatto Hillary e Donald? Penso di sì, solo che il risultato è stato per l’uno supersize, per l’altra mini e stizza…).
Se ti sei fissato in modo preciso l’obiettivo da raggiungere, ci hai costruito intorno una buona sceneggiatura, ti sei girato e rigirato il film più volte nella mente, vivendolo ed emozionandoti in prima persona, vedrai che, dopo un po’ di repliche, qualcosa si metterà in movimento…
Questo perché a sogni colorati, vividi, stinti, sfocati, s’incolleranno le corrispondenti realtà (stelle, stalle, stelline, stille – di pianto – o stami, pistilli, orchidee, orchi…): noi siamo, infatti, “vortici” nel “campo quantico” (nell’universo pluriverso-spirituale), pronti a risucchiare tutto quello che è della stessa natura dei nostri pensieri e desideri.
In Gioele, nell’Antico Testamento, e negli Atti degli Apostoli si dice: io spargerò il mio Spirito sopra ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni e i vostri vecchi sogneranno dei sogni... 
Sogni? No, realtà: noi attiriamo tutto quello che è ‘simile’ al nostro modo di pensare e di fare – in un certo senso, siamo capaci di “confezionare” il nostro futuro. Siamo delle “calamite” (anche di calamità) e degli “attrattori” (di iatture, iettature, “fatture”, fratture… ma anche di Ferrari, champagne, charme e vacanze a Sharm El Sheik). 
Chic e choc. Sei tu, nella stragrande maggioranza dei casi, a decidere. Altre volte sarà il caso o il caos. Comunque, ben venga il caos, perché l’ordine ha fallito (Karl Kraus).
Ma spesso (direi quasi sempre) oltre il caso e il caos c’è il cosmos. Non quello cosmetico, artificiale, di facciata, ma quello cosmico, universale, anche un po’ comico. D’altronde, il caso non è che uno dei modi in cui Dio opera quando non vuole farsi riconoscere dagli uomini…