martedì 1 novembre 2016

TRA FIGHTING E READING (EARTH, WIND & FIRE) – La lettura come lotta e come dono


FIGHTER: TRA FIGHING E READING 
(EARTH, WIND & FIRE)
La lettura come lotta e come dono

Ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà. C’è un detto: ieri è storia, domani è mistero, ma oggi è un dono ed è per questo che si chiama presente.
(perla di saggezza del saggio Oogway, la tartaruga, maestro di Kung Fu, data a Shifu, il panda rosso – tratto dal cartone animato Kung Fu Panda ).
Quindi, il presente è un dono e come tale vuole essere accettato.

E a proposito di Kung Fu, ho visto l’altro ieri in TV, molto casualmente (era quasi l’ora di pranzo e di solito, a quell’ora no movie), il sorprendente, e pressoché  sconosciuto, Fighter, con la deliziosa Semra Turan nei panni di Aisha, una straordinaria Kung Fu fighter – contro ogni pregiudizio sociale, culturale e religioso (lei turca, islamica e donna – sia pure in Danimarca – che pratica le arti marziali in un mondo, quello della lotta, e non solo, ritenuto di pretta taglia maschile).
Lì, nel film (oltre che nel cartoon), ci si preoccupa troppo di ciò che era (il passato chiuso e tradizionalista) e di quel che sarà (le parole della gente), ma il saggio – la tartaruga – punta tutto sul presente.
Ma per fare questo occorre, prima di tutto, aprire la mente, ampliare l’orizzonte, andare anche al di la di esso… altrimenti il presente resta assente. Quindi, niente di meglio che darsi alla lettura (ma è solo una delle opzioni), attività che rende momento presente ogni istante, giorno, anno, epoca…
Allora, se il presente è un presente, anch’io voglio farvi un dono: richiamandomi a quanto detto sulla lettura, ecco qui, sempre caldo, un breve estratto dal mio caleidoscopico Gocce di pioggia a Jericoacoara. È soprattutto un esercizio linguistico, fatto di vagabondaggi intellettuali, intra ed extra-moenia, alla ricerca di quella rara, ricercata, emozione chiamata bellezza. Ma esercita anche la mente e tocca altre corde e, di riflesso, fa entrare dentro di sé, scivolare nel profondo e poi… volare.

E il futuro? Cul de sac. Per chiudere il cerchio, un soprassalto sufi (con un tocco di vipassana: Lorenzo era ‘ballerino’): mai anticipare, con l’immaginazione, un futuro negativo; piuttosto, vivere l’attimo. E soprattutto, mai posticipare il passato negativo!
Il passato: double face. Pagine bianche, ingiallite, scritte su pergamena. Pagine e pagine. Lui, sempre perso tra le segrete dei libri. E i loro segreti (in seguito, anche Victoria’s secret). Libri ‘inchiodati’? Jamais! Books, booklets, penguin classics, livres de poche, pocket, tascabili, purché libri… (anche e-books. Ammazza… – amazon – che bibliofilo!).
Li compulsava, slinguava, odorava, sniffava e poi vi ci si tuffava. Anche a occhi chiusi. Lorenzo era uno junkie, un drogato (di fogli stampati, non di cartine), un book-addicted: aveva più d’una scimmia sulla spalla (e gli facevano pure le linguacce). A proposito, pour parler: Lorenzo, il bookworm (ma anche movieworm), mai verminoso, però, fluiva in english, galleggiava in tedesco – aveva fatto uno stage nazi-runico –, dava delle belle unghiate french. E poi ogni tanto stillava, specie quando scriveva, gocce d’umor pagano dall’Olimpo e dai Sette Colli; un po’ di ‘vento divino’ dal Sinai per la par condicio e, sursum corda, sciacqui nel Gange.
Vagabondaggi intellettuali, intra ed extra-moenia (ultimamente, sempre più spesso, sconfinamenti internettiani – anche se il computer non tanto se lo filava), alla ricerca di quella rara, ricercata, emozione chiamata bellezza. Così, senza un perché (la bellezza, ma anche, talvolta, le sue incursioni libresche: entrambi, incursioni barbariche). Forse un tentativo per ‘confondere’ la tristezza, quel ‘demone’ – la malinconia (tra la planet melancholia di Lars von Trier e la melancholia ermetica di Dürer) – che di tanto in tanto faceva capolino dalle sue segrete e batteva cassa.
E la si leggeva sul viso. Cash. Quella tristezza che c’invade quando sperimentiamo – è George Steiner a ricordarcelo, mica uno qualsiasi – “le correlazioni fallite tra pensiero e sua realizzazione.” E lui spesso aveva toppato, anche quando era a un passo dal traguardo. Uno stop a un passo dal top. Né top gun, né top model… Ma a soccorrerlo ecco intervenire proprio lei, la ‘bellezza’, la musa da lui tanto ricercata.
Senso estetico e fame di cultura: il duo che lo manteneva in vita. Con o senza mouse. A muso duro. Per il ‘trascendentalista’ Ralph Waldo Emerson (uno dei ‘suoi’ filosofi) l’intellettuale viene educato dalla natura, dai libri e dall’azione. Ma per lui la natura era un po’ troppo spoglia (onda lunga della ‘fumosa’ Ilva del suo ‘locus natalis’?) e l’azione sin troppo lenta. Rimanevano, quelli sì, i libri: robusti, pieni di rami, frondosi, carichi di frutti. Arts and crafts. Lorenzo era un lettore creativo. Ma, soprattutto, un Aphrodite’s child.
Trasversale, transculturale, scultoreo (quasi: le giornate in palestra). Un esteta, un intellettuale, un pensatore… Olistico, all in one. Anche se, alla Emerson, la sua “rude forza pelasgica era tutta diretta verso il nascente senso della bellezza.” Lorenzo: bello e possibile (più spesso, possibilista. Tendeva, suo malgrado, al ma anche…). Lorenzo: a chance for a change. Innovativo, ‘esplorativo’: sempre attento ai ‘fenomeni’ della lettura, della scrittura, della religione. Lui stesso, in un certo senso, era un fenomeno. Non realizzato. Inespresso. Neppure raccomandato, né posta prioritaria e nemmeno semplice. Tanto meno fermoposta. Aveva tentato pure con la posta aerea, ma l’atterraggio era stato disastroso… 

Per evitare, anche tu, un atterraggio disastroso, resta con i piedi per terra, ma impara a volare.

    

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