DAL NIHIL AL QAHAL
LA LETTERA UCCIDE, LO SPIRITO VIVIFICA!
Kruder & Dorfmeister, per non parlare dei Tosca: tutte recenti ri-scoperte da YouTube (mi avevano accompagnato durante una soirée matrimoniale di circa dieci anni fa, ma non sapevo chi fossero: in ogni caso, avevo badato più al sottofondo musicale che al pur ottimo menù lounge). Ebbene, ecco qui srotolarsi il tappeto sonoro di K & F (Eastwest la traccia) e, flash in the flesh (una spina nella carne avrebbe detto san Paolo: ma è una spina di rosa…), sono punto da uno spin vorticoso di spiritualità. Lascio andare alla deriva la barca del nichilismo (la vela si è strappata) e mi lascio cullare dalla corrente dello Spirito (c’è un tempo per il nihil e c’è un tempo per il qahal: lo Spirito soffia dove, come e quando vuole). Sì, qahal, ekklesìa: ma, ricorda, il Regno è dentro di te… E fuori? Law & order (quanto ai dettami delle chiese – quelli ‘religiosi’, ossia legami, legacci, leguleiume…: la ‘lettera’ – la ‘legge’ – uccide, lo spirito vivifica, energizza…). Ed ecco, visto che lo Spirito ricomincia a soffiare, lanciarmi (ma è lo Spirito che spinge...) sul velvet carpet lounge di Eastwest in una scorribanda da est allo zenit nelle lande del mio Prendi la PNL con Spirito!
Abbiamo visto come gli esercizi di attenzione sono strategie di indebolimento dei processi automatici del pensiero. L’attenzione, sia essa ‘concentrativa’ o ‘contemplativa’, alimenta infatti i processi di pensiero e di atteggiamento connessi con l’essenza, cioè il tuo vero Io, e indebolisce, dissolve, disinstalla, ogni automatismo alimentato dagli stati di distrazione della mente, ridando fiato alla consapevolezza e liberandoti dal tuo falso-Io.
La preghiera è collegata con l’attenzione, la contemplazione e la meditazione. Non parlo della preghiera sdolcinata, automatizzata, ripetitiva, ritualistica o pappagallesca (quella dell’uomo n. 1, direbbe Gurdjieff), cui spesso hai ‘attinto’ (se sei un ‘credente’, sia pure ‘flebile’…), ma della preghiera ‘vera’, quella connessa con la tua ‘precarietà’ (‘pregare’ e ‘precario’ hanno la stessa origine), ossia della “preghiera di desiderio”, quella che ‘ricorda’ (riporta al cuore: cor in latino) la tua essenza, mette in moto la tua intenzione e indirizza l’attenzione verso lo “stato desiderato”. Come qualcuno ha detto: quando preghi capitano ‘avvenimenti’…
La preghiera, infatti, può incidere (mi limito a dire può) sul presente, sul futuro e, strano a dirsi, sul passato… Questo in quanto la preghiera è indipendente dallo spazio e dal tempo. Ed è anche indipendente dalla ‘sonorità’ della parola (la cui efficacia, se “parola divina” – o con risonanza divina, tipo il Sia la luce! di Genesi o le “parole guaritrici” di Gesù –, è riconosciuta da ogni cultura). Questo perché la preghiera può essere efficace sia se ‘detta’ (anche ‘urlata’) sia se ‘muta’ (come, d’altronde, il mito: storia archetipica ‘muta’, ossia non raccontata da cronache storiche – ma spesso il mito è ben più efficace e ‘vero’ di tante storie attestate e certificate).
Nondimeno, più che di preghiera in sé – che, in ogni caso va ben oltre il chiedere a Dio, in quanto è piuttosto uno ‘scendere’ nelle profondità della nostra anima per aprire la porta dello spirito – preferisco parlare di stato di preghiera, ossia di un’atmosfera spirituale che avvolge l’uomo come un’aura che attira e diffonde energia positiva (e di successo).
In ogni caso, sia essa un’atmosfera (una stimmung) sia essa una ‘petizione’ (rivolta prima alla tua vera essenza, cioè al tuo spirito, poi allo Spirito), la preghiera è un’attenzione contemplativa, una “preghiera di centratura”, un focalizzare l’attenzione e acquietare la mente, un assorbimento estatico dello spirito nel mare magnum del mondo invisibile. Fatto è che la vera realtà – quella che tu vedi con gli occhi dell’essenza – fuoriesce da dietro al tuo “schermo mentale” solo quando abbandoni la (falsa) consapevolezza abituale dello stato di veglia e ‘sali’ allo stato di coscienza superiore, ossia di ‘supercoscienza’ o di “coscienza transpersonale” (a tal proposito Aurobindo, filosofo ‘mistico’ indiano, ha introdotto il termine Supermind – sopramente o metamente, ossia coscienza ‘altra’).
Ti sto infatti dicendo che ci sono diversi livelli di coscienza. Lo stadio di coscienza ‘preparatoria’ è quella posto a livello fisico-emozionale (sensazione corporee, percezioni sensoriali, emozioni, fino alle cognizioni elementari sotto forma di immagini, archetipi e simboli, sia pur senza averne consapevolezza chiara). Questo stadio corrisponde alla coscienza del tuo Io. Se trascendi questo stato, ti poni a livello della coscienza transpersonale, che include, non solo una chiara visione della realtà, in tutte le sue sfaccettature e sfumature, ma soprattutto ‘illuminazioni’, intuizioni, visioni, profezie e… miracoli.
C’è poi l’esperienza mistica: esperienza del vuoto, della ‘Divinità’ in sé (nuda e semplice, senza ‘predicati’). Qui fai esperienza del “puro essere”, dello Spirito, dell’Origine. È lo stadio del “fiat lux”, in cui tutto si può creare…
(tratto da Prendi la PNL con Spirito! - Armando Editore)