VOLEVA SUCCHIARE IL MIDOLLO DELLA VITA
“Di coloro che cercarono la mia culla a Betlemme, ascoltando una voce e seguendo una stella, quanti ascesero con me al Calvario? Troppo lunga era la via…” Lorenzo ritornò a galla dopo l’immersione nella ‘ierostoria’ dei ricordi dei suoi (pochi) trascorsi con Massimo. Certo che ritrovarselo a fianco in questo momento così cruciale… Lui era asceso sul monte (dopo tanto ‘calvario’), dopo aver percorso la ‘via’ (ancor più lunga di quella dei versi di Alice Bailey). Dall’Olimpo al Sinai (passando per l’Everest).
«Dio è Amore, Sapienza e Azione. L’amore è inefficace senza la sapienza, e viceversa. L’azione è il frutto dell’incontro. Dio ama sin dall’inizio (e vide che era cosa buona, anzi …bella: non solo autogratificazione, ma complimenti e, soprattutto, amore). Sì, noi siamo i recipienti dell’Amore, le anfore riempite dall’Essere. In noi si sversa Dio. Quando Gesù nacque, quando il Cristo venne sulla terra, i recipienti si rotolarono… Se tutti noi sblocchiamo il nostro ego e vi facciamo fluire lo spirito, ci apriremo a Dio, a noi e agli altri. Sì, Dio ha bisogno dell’uomo. È volere di Dio che ci fosse, non solo Lui, ma anche l’uomo, e soprattutto la donna…»
“… e riprenderemo il mistero delle cose come se fossimo spie di Dio.” Mezzogiorno scespiriano di un giorno d’inizio estate. Ultimi tramonti e nuove albe. Massimo e Lavinia erano un vero e proprio dono (inaspettato). Due spie, come quelle mandate a ‘saggiare’ la Terra Promessa. Lo pensava anche Arianna, mentre andava per negozi con Lavinia (più che altro passeggiava, bighellonava – come il Gesù del bosco di Pugnochiuso – in cerca di perle: i saldi). Massimo e Lavinia, il regalo più sorprendente. Una trasformazione sconvolgente. Entrambi passati dal qualunquismo da bere al ciceone oriental-sciamanico, fino all’elisir cristiano-medievale. Un cocktail, che per essere ‘al dente’ (alla lingua, per palati fini), doveva combinarsi col pentecostalismo (per così dire) tantrico di Lorenzo e Arianna: quello che, dopo le flebo iniziali, aveva avuto una vera e propria innaffiata da Gaia e Julim.
Ed era così diventato, ultima ‘redazione’, il Pentecostalismo del Libero Spirito, in cui confluivano tutti le piogge, i fiumi e i rivoli, aerei, di superficie e del sottosuolo (l’arca era pronta, e l’arcobaleno dietro l’angolo). Cristianesimo esoterico ed exoterico finalmente congiunti (dopo secoli – secula seculorum – di fidanzamenti, palpeggiamenti, allontanamenti, riavvicinamenti). Tutte le donne della sua vita… Senza più fughe indietro. Tiremm innanz… Di stampo e fragranza occidentali – non solo ‘essenza’ orientale –, il che gratificava sia il Lorenzo orecchiante di nuovo a Nietzsche sia l’Arianna sempre più occhieggiante al Medioevo.
Ari-Lo: due anime ‘annientate’, in continua ossimorica osmosi tra finito e infinito, tra l’Assoluto e il Nulla. Due anfore che, come aveva detto Massimo, iniziavano a rotolare…
Uomo e donna ‘operati’ (non oberati) da Dio. Dio accade. Contingenza divina. La vita come un viaggio personale, ciascuno col suo ‘mezzo’ (anche di fortuna), verso Dio. Un invito a godere anticipatamente su questa terra di ogni gioia, spirituale e materiale (ormai era ‘statutario’). Ma senza pavoneggiarsi. Gaudemus igitur. Ebbrezza ora, per la felicità poi. Ora et labora. Ma l’ebbrezza, la gioia ineffabile, non può mancare: è insieme l’aperitivo e lo spumante della felicità.
Il tempo continuava a scorrere ma lei non se ne curava. Andamento lento. Per Bernard Sichère – rifletté Arianna mentre si specchiava nelle vetrine vestite di bikini e mini prêt à porter – la principale attrattiva del cristianesimo è nella sua particolare concezione del tempo (“essere cristiani significa avere una certa esperienza del tempo”). Con quel suo dare profondità e senso al presente: un presente in viaggio… Tutto l’opposto della cultura secolarizzata, che ci fa vivere (‘sopravvivere’, chiosò mentalmente Arianna) in “un presente fisso su di sé.” Per Sichère l’unico passato è la ‘storia sacra’. Per il ‘cristiano’ “accanto al tempo orizzontale che passa e che fugge, esiste un tempo che non passa, un tempo che resta.”
Time passes by. Arianna fermò il tempo e i suoi occhi si soffermarono su Lavinia (tutta intera, ne valeva la pena) con uno sguardo nuovo – anche la girl (non più back-up) si specchiava nelle vetrine-display – ed ebbe la conferma che si aspettava. Vide in lei, ultima ‘rinata’, la sintesi di fede e conoscenza, la tangenza, poi l’intersezione, tra scansione quotidiana ed eternità. Insomma, la bellezza.
Ora et labora. Gaudemus igitur… È in questo fluttuare tra stasi ed estasi, tra identità e cambiamento “il respiro del tempo cristiano”… Che non fugge tuttavia! – pensarono in sincronica sintonia Lavinia e Arianna – di doman c’è certezza. Quest’è, perbacco, Lorenzo e Arianna, Lavinia e Massimo, belli, e l’un dell’altro ardenti: perché ‘l tempo fugge e inganna… Chi vuol esser lieto, sia: di doman c’è certezza…
Sì, il respiro. Loro erano esperti nell’arte del respiro (anche dei sospiri). Ispirati anche Massimo e Lavinia, ultime foglie sospinte dal vento. Il Papa aveva dato il pass pure a loro. Erano tutti uomini e donne di esperienza, non ghost-preachers (il Papa, in primis). Predicatori, cercatori, anche trovatori, ad ampio spettro.
“Muoversi tutto il giorno a melodie di brezza, tenere in grembo il sole ed inchinarsi a tutto.” I tempi stringevano e i documenti, scritti, visivi, alla Cattelan e alla Toscani, sparsi da melodie di brezza, dovevano invadere il pianeta (dopo aver lavato la pianeta del Papa – anche lui inondato dalla rugiada della Dickinson ). Dovevano tingerlo di rosso… I desideri dovevano essere soddisfatti. La fontana doveva far sgorgare nuove acque: “…dal desiderio della ricchezza alla ricchezza del desiderio, dalle relazioni di potere al potere delle relazioni, dall’amore del bene al bene dell’amore.”
Soffia il Vento
del Sud, da dune e scogliere, dal Mare.
Con voce tremante, e porta fin qui del gabbiano il gridare. Che nuove dal Sud
per me, o vento che spiri fremendo? Il maxi ellecidì non riusciva a contenere l’interno della grotta
e la spiaggia. Ancor più i primi piani di Arianna e Lavinia. I sottotitoli – ‘la ricchezza del desiderio’ di Luisa
Muraro, la femminista, e il ‘Vento del
Sud’ del ‘Signore degli anelli’
striavano il maxi display. L’atmosfera alla Monty Python (ogni volta che
Lorenzo e Massimo stavano assieme era un continuo beccheggio) lasciò subito il
posto a stimmung più rarefatte. D’altronde erano lì per ‘fare’.
“Ma allora Mosè, mosso da potenza divina, compì l’opera più di tutte incredibile. Fattosi avanti sulla spiaggia, percosse il mare con la verga, e quello, al colpo, si aprì e, come succede di solito con il cristallo, quando la fenditura parte da un estremo e raggiunge direttamente l’estremo opposto, così il mare si aprì fino all’altra riva… Sottotitolo: Gregorio di Nissa. Il filmato continuava a scorrere, onda su onda.
«Certo che la fuitina a Pugnochiuso ci ha riverginati… Come dice Eckhart, ci ha rifatto vergini per accogliere la Parola e ci ha fatto donne vissute, prolifiche, per donarLa agli altri. Ho qui le registrazioni di quella mattina sulla spiaggetta della grotta. Sì. Parolibere e registrazione dei suoni, e l’akasha che faceva da YouTube. Con tutto questo bel popò di roba (Massimo era fatto? No, era ormai fuori… in estasi) e un po’ d’intermezzi, tramezzini ed escursioni, ho creato l’action-movie. Grazie anche a una birra fresca al punto giusto.»
Lorenzo, cotto al sangue, strizzò l’occhio a Massimo – il capostipite padano della ‘società dei poeti estinti’ – e d’istinto si fece prendere dal filmato. Dalla sua stimmung, dal suo stripping, dalla scomposta risacca (con molto streaming). Capitano, mio capitano… Lui si faceva facilmente risucchiare (ma tornava sempre in superficie carico di perle). Voleva succhiare il midollo della vita.
“L’anima che sia attaccata a qualcosa, per quanto bene possa essere in essa, non arriverà alla libertà dell’unione divina.” Sottotilo: Giovanni della Croce. E poi “Nella preghiera … non si fermava alle frontiere della sua conoscenza e del suo ragionamento. Egli adorava Dio e i Suoi misteri quali sono in se stessi e non come egli capiva.” Era il turno di Denys Amelote. Chi viene voi adesso? Taulero: “Questa luce si diffonde completamente verso l’interno e non verso l’esterno; ricerca sempre quel fondo interiore da cui è scaturita e si sforza di tornarvi.” Il prossimo? Kabir, un bel tocco d’esotismo: “Non conosco segreti spirituali, né so leggere i Veda ma ho dimestichezza col Signore!” La ciliegina? Joseph Conrad e il suo Cuore di tenebra: “E quella immobilità di vita non somigliava minimamente alla pace. Era l’immobilità d’una forza implacabile che covava imperscrutabili propositi.”
Immagini, suoni, voci. Imperscrutabili propositi. E un continuo sovrapporsi di ‘pensieri’. Ultima chicca: “Gli dèi degli dèi, dalla loro saggezza, fecero apparire i cristi dei cristi. I cristi dei cristi fecero apparire pensieri di cristo. I cristi poi fecero apparire, dalla loro forza, arcangeli. Gli arcangeli, dalle loro parole, fecero apparire gli angeli. E da questi vidi apparire l’immagine, l’aspetto, la forma, e il nome per tutti gli eòni e per i loro mondi.” La ‘Sofia di Gesù Cristo’, rintocco gnostico, dette l’’estrema unzione’ al film. Ma le campane continuarono a suonare. A new day has come.
Tratto da Gocce di pioggia a Jericoacoara