Dal quartiere Zen allo Zen nel quartiere
Nel
1969 nasceva nella periferia di Palermo lo ZEN (Zona Espansione Nord).
Nel
2006 Massimiliano Fuksas ne proponeva la demolizione (vs Vittorio Gregotti, l’altra
archistar progettista del ben poco zen ZEN): ecco un altro esempio di ’68 (da
noi fu, senza battute, il ’69) capovolto nelle sue aspettative – una delle
tante dimostrazioni di come un obiettivo, se non ben programmato e, soprattutto, sentito (la cosiddetta feelization,
o felt sense), può condurre a un “altro
risultato” (vulgo, un fallimento).
Lo
stesso accade ancor oggi, quando si pensa che basti un nome per realizzare una ‘cosa’: la mappa non è il territorio e il nome non è la cosa designata.
Non
sempre nomen est numen o nomen est omen: comunque, i segni di ‘presagio’
ci sono sempre e il ‘numen’ non sempre è un saggio…
Questo
vale per Renzi, Berlusconi, Salvini, Grillo e chiunque altro: ma non per tutti
ci sono gli stessi ingredienti e, soprattutto, le stesse dosi.
In ogni caso, il primo scopo è avere coscienza di ciò che si fa.
In ogni caso, il primo scopo è avere coscienza di ciò che si fa.
A
tal proposito, ecco cosa dice tale Ren Zen (un riferimento a un ipotetico Renzi
zen o un invito a smorzare i toni, e le ‘dosi’, tra Tosi e Zaia?).
L’obiettivo
di ogni uomo è la Consapevolezza, la Presenza nell’attimo presente.
Attraverso una respirazione profonda e
cosciente, si possono ottenere risultati strabilianti, soprattutto a
livello di gestione delle emozioni.
La
disciplina Zen può aiutare la Persona a prevenire
lo stress e ad aumentare il grado di attenzione,
diminuendo di conseguenza i pericoli di incidenti ed errori. Il Benessere
e la Felicità emergono da un lavoro sulla Presenza, lavoro che consente di limitare, se non eliminare,
l’eccessiva attività mentale che causa distrazione, convinzioni limitanti e
malessere.
La
tempesta si placa nel silenzio della mente
La
lucida gestione della mente, favorita da una respirazione profonda e dalla
pratica meditativa, contribuisce in modo determinante al miglioramento dei rapporti interpersonali, alla chiarezza negli obiettivi, alla percezione
positiva del proprio ruolo e dell'esistenza stessa in questo mondo; in
ultima fase, l’applicazione dello Zen contribuisce all’incremento della creatività
favorendo un deciso salto di qualità
nelle competenze che riguardano l'Essere e il “Motivare”.
Portare
l’Essere nel fare dà gioia
Uno
stato di calma interiore giova alla
capacità di analisi e di soluzione dei problemi, oltre che al
livello di concentrazione ed empatia. Si registrano in tal modo
benefici a livello di elasticità mentale
ed efficacia nelle azioni,
miglioramenti nella condivisione all'interno
dei gruppi di appartenenza, nello sviluppo della capacità intuitiva e nell’apertura
al cambiamento.
Lo
Zen è dunque essenziale ed economico. Una “Persona Zen” è sensibile
all'evoluzione umana e alla crescita spirituale della comunità; rispetta l’Ambiente ed i suoi simili. In essa si
trova un alto senso di responsabilità
e, nel contempo, la giusta passione
per raggiungere i risultati prefissati; dialoga con gentilezza e serenità favorendo
un clima amicale che consente di
stabilire rapporti basati sulla fiducia.
Dal
quartiere Zen – solo un acrostico, anzi, in quel (dis)senso, un semplice acronimo
– allo zen nel quartiere (il tuo ‘quartiere’: la famiglia, l’ambito del lavoro,
il tuo “quartiere interno” – popolato da mini-personalità di ogni tipo).
Ecco,
quindi, tra loro interconnessi (o “effetto valanga”) gli ingredienti di questo
auspicabile "approccio zen" (la potremmo chiamare, anche, Mindfulness):
consapevolezza,
presenza, prevenzione dello stress, aumento del grado di attenzione, miglioramento dei rapporti interpersonali,
chiarezza negli obiettivi, percezione positiva del proprio ruolo, incremento della creatività, calma interiore, capacità di analisi e di soluzione
dei problemi, concentrazione ed empatia, elasticità mentale ed efficacia
nelle azioni, miglioramenti nella
condivisione all’interno dei gruppi di appartenenza, sviluppo della capacità
intuitiva e nell’apertura al
cambiamento, sensibilità all’evoluzione
umana e alla crescita spirituale della comunità, rispetto per l’Ambiente e i
suoi simili, elevato senso di
responsabilità, passione ed entusiasmo tesi al raggiungimento dei risultati prefissati,
gentilezza e serenità, clima amicale,
fiducia e, aggiungerei, una
tensione verso la bellezza.
Gli
ingredienti ci sono (ne puoi aggiungere altri, non c’è pericolo che la ‘torta’
venga male): a te il compito di calibrare le dosi – ma puoi anche andare in
overdose: in maximo stat virtus…