sabato 28 febbraio 2015

ZEN (TRA RENZI E ZAIA)

                            ZEN



Dal quartiere Zen allo Zen nel quartiere


Nel 1969 nasceva nella periferia di Palermo lo ZEN (Zona Espansione Nord).

Nel 2006 Massimiliano Fuksas ne proponeva la demolizione (vs Vittorio Gregotti, l’altra archistar progettista del ben poco zen ZEN): ecco un altro esempio di ’68 (da noi fu, senza battute, il ’69) capovolto nelle sue aspettative – una delle tante dimostrazioni di come un obiettivo, se non ben programmato e, soprattutto, sentito (la cosiddetta feelization, o felt sense), può condurre a un “altro risultato” (vulgo, un fallimento).

Lo stesso accade ancor oggi, quando si pensa che basti un nome per realizzare una ‘cosa’: la mappa non è il territorio e il nome non è la cosa designata.

Non sempre nomen est numen o nomen est omen: comunque, i segni di ‘presagio’ ci sono sempre e il ‘numen’ non sempre è un saggio…

Questo vale per Renzi, Berlusconi, Salvini, Grillo e chiunque altro: ma non per tutti ci sono gli stessi ingredienti e, soprattutto, le stesse dosi. 
In ogni caso, il primo scopo è avere coscienza di ciò che si fa.

A tal proposito, ecco cosa dice tale Ren Zen (un riferimento a un ipotetico Renzi zen o un invito a smorzare i toni, e le ‘dosi’, tra Tosi e Zaia?).

L’obiettivo di ogni uomo è la Consapevolezza, la Presenza nell’attimo presente. Attraverso una respirazione profonda e cosciente, si possono ottenere risultati strabilianti, soprattutto a livello di gestione delle emozioni.

La disciplina Zen può aiutare la Persona a prevenire lo stress e ad aumentare il grado di attenzione, diminuendo di conseguenza i pericoli di incidenti ed errori. Il Benessere e la Felicità emergono da un lavoro sulla Presenza, lavoro che consente di limitare, se non eliminare, l’eccessiva attività mentale che causa distrazione, convinzioni limitanti e malessere.

La tempesta si placa nel silenzio della mente

La lucida gestione della mente, favorita da una respirazione profonda e dalla pratica meditativa, contribuisce in modo determinante al miglioramento dei rapporti interpersonali, alla chiarezza negli obiettivi, alla percezione positiva del proprio ruolo e dell'esistenza stessa in questo mondo; in ultima fase, l’applicazione dello Zen contribuisce all’incremento della creatività favorendo un deciso salto di qualità nelle competenze che riguardano l'Essere e il “Motivare”.

Portare l’Essere nel fare dà gioia

Uno stato di calma interiore giova alla capacità di analisi e di soluzione dei problemi, oltre che al livello di concentrazione ed empatia. Si registrano in tal modo benefici a livello di elasticità mentale ed efficacia nelle azioni, miglioramenti nella condivisione all'interno dei gruppi di appartenenza, nello sviluppo della capacità intuitiva e nell’apertura al cambiamento.

Lo Zen è dunque essenziale ed economico. Una “Persona Zen” è sensibile all'evoluzione umana e alla crescita spirituale della comunità; rispetta l’Ambiente ed i suoi simili. In essa si trova un alto senso di responsabilità e, nel contempo, la giusta passione per raggiungere i risultati prefissati; dialoga con gentilezza e serenità favorendo un clima amicale che consente di stabilire rapporti basati sulla fiducia.


Dal quartiere Zen – solo un acrostico, anzi, in quel (dis)senso, un semplice acronimo – allo zen nel quartiere (il tuo ‘quartiere’: la famiglia, l’ambito del lavoro, il tuo “quartiere interno” – popolato da mini-personalità di ogni tipo).

Ecco, quindi, tra loro interconnessi (o “effetto valanga”) gli ingredienti di questo auspicabile "approccio zen" (la potremmo chiamare, anche, Mindfulness):

consapevolezza, presenza, prevenzione dello stress, aumento del grado di attenzione, miglioramento dei rapporti interpersonali, chiarezza negli obiettivi, percezione positiva del proprio ruolo, incremento della creatività, calma interiore, capacità di analisi e di soluzione dei problemi, concentrazione ed empatia, elasticità mentale ed efficacia nelle azioni, miglioramenti nella condivisione all’interno dei gruppi di appartenenza, sviluppo della capacità intuitiva e nell’apertura al cambiamento, sensibilità all’evoluzione umana e alla crescita spirituale della comunità, rispetto per l’Ambiente e i suoi simili, elevato senso di responsabilità, passione ed entusiasmo tesi al raggiungimento dei risultati prefissati, gentilezza e serenità, clima amicale, fiducia e, aggiungerei, una tensione verso la bellezza.

Gli ingredienti ci sono (ne puoi aggiungere altri, non c’è pericolo che la ‘torta’ venga male): a te il compito di calibrare le dosi – ma puoi anche andare in overdose: in maximo stat virtus…