IL MONDO DI MEZZO
MIDWELT e WELTANSCHAUUNG
“Il
vigore di un regime politico è, in un certo senso, proporzionale alla sua ‘pazienza’:
indipendentemente dai connotati che la sua dinamica assume nella storia, da
sempre lo Stato come forma politica di vita si regge, più che sulla forza
materiale e sulla repressione, sulla persuasione e sull’azione anagogica,
elevativa, che sa esercitare sul popolo. I provvedimenti repressivi non
dovrebbero riguardare gli oppositori di pensiero – lasciati liberi entro il
loro spazio ideologico marginale – ma se mai i cattivi esecutori di regole
e prescrizioni, gli autori di comportamenti devianti – delinquenziali e non
ideologici.
Come
qualsiasi complesso organico totale, lo stato incorpora in sé un ordine di differenze
– verticali e orizzontali – che dovrebbe riconoscere senza traumi e senza
fastidi, accanto alla funzione egemonica, la presenza efficace di elementi ideologici
antagonistici e l’influenza di ‘essenze’ culturali diverse da quella che
espone: possedendo in ogni caso, lo Stato, quegli ‘anticorpi’ necessari alla
perpetuazione della sua forma. Se non si verifica in una fase di transizione rivoluzionaria,
l’intervento chirurgico, liberticida, è sintomo di debolezza, di insicurezza
nella figura-Stato.”
Le parole con le quali Franco
Freda introduce il suo “L’albero e le radici” possono fare da ‘introduzione’
allo scandalo della Roma “rouge et noire”.
Sì, ho preso proprio il ‘maudit’
Giorgio (così preferisce farsi chiamare) a fare da sfondo al milieu del “Mondo di mezzo”, il Midwelt.
Questo perché, con la sua Weltanschauung (visione del mondo),
Freda, al di là del giudizio su suoi eventuali coinvolgimenti, ideologici o ‘pratici’, in
comportamenti ‘devianti’ o ‘delinquenziali – di cui pure parla con sprezzo – è stato
certamente un riferimento, insieme con Evola e Nietzsche, lo stesso Tolkien (e
in musica e parole Lucio Battisti, anche se sotto sotto c’era chi preferiva De
Gregori), per Carminati e camerati – almeno all’inizio della loro ‘conversione’.
Ma
cos’era, in sintesi, il “Mondo di Mezzo” di cui parla l’ex terrorista nero poi ‘deviato’
nella “delinquenza non ideologica”?
Una sorta di spazio “marginale” all’interno
di un “ordine di differenze” verticali e orizzontali…
Bene, riflettiamo su come
queste premesse – e promesse – ideologiche ‘idealistiche’ siano poi annegate in
una realtà ‘deviata’ e ‘delinquenziale’. E di come si sia giunti a quella 'intersezione' tra mondi di Destra e Sinistra propugnata da gruppi come Terza Posizione e Lotta di Popolo (oltre che dallo stesso Freda).
Lo spiega Carminati quando, alla Baumann (de noantri),
parla di “fine delle ideologie” e inizio – questo lo dico io – non solo del
terrorismo, ma anche dei lunch e
brunch a base di “champagne e caviale” da parte di destra e sinistra (con la minuscola)
– sottacendo dei sottaceti e dell’aceto (e degli ‘acidi’) di tanta generazione
successiva al Sessantotto (e al ’78).
Che dire... questo è lo Zeit-Geist (un po' Ghost).
Faccio
di tutta l’erba un fascio?
Un po’ sì un po’ no: i germi di una
ripresa, di un repechage ‘fresco’ di valori
e “buone prassi”, si cominciano a notare
– l’importante è che lo Stato passi, finalmente,
sia all’azione ‘anagogica’, elevativa,
sia a un’azione programmatoria seria,
intelligente, moderna ed ‘essenziale’, che punti, una volta per tutte, su quello che questo Stato ‘detiene’: storia, geografia, cultura (Kultur più che Zivilisation) e ‘varietà’ di intelligenze.
Questo, detto non per fare
la solita retorica mielosa: ma un pool (think
tank? – insomma, un ‘serbatoio’), di intelligenze, specie di giovani, molti all’estero, l’Italia non ce l’ha?
Perché ancora
quest’ammasso di bipedi starnazzanti (non tutti, per carità) nei posti chiave
dello stato (sulla maiuscola c’è da riflettere), di regioni, comuni ecc. ecc.
Bene, mi sono sfogato (fa
in ogni caso bene, purché il sole non
tramonti sul mio cruccio…).
Dopo lo sfogo – dopo essere uscito da fog, la nebbia – si profila un sole
ardente: d’altronde, dietro ogni sunset
boulevard si cela un bouleversement psichico
ed esistenziale.
Non
mi resta che chiudere con il sunrise psichico
ed esistenziale di
Marianne Williamson, ripreso da Nelson Mandela (anche qui da leggersi senza
pre-giudizio, post-giudizio e retorica).
“La nostra paura più profonda non
è di essere inadeguati.
La
nostra paura più profonda è che noi siamo
potenti al di là di ogni misura.
È
la nostra luce, non il nostro buio,
ciò che più ci spaventa.
Ci
domandiamo: chi sono io per essere brillante, splendido, pieno di talento,
favoloso?
In
realtà chi sei tu per non esserlo?
Tu
sei un figlio
dell’universo.
Farti
piccolo non serve al Mondo.
Non
vi è nulla di illuminante nel restringersi
in
modo che gli altri intorno a te non si sentano insicuri.
Noi
siamo fatti per rendere manifesta la gloria
dell’Universo che è in noi.
Non
solo in alcuni di noi, è in ognuno di noi.
Facendo
brillare la nostra Luce,
inconsciamente diamo agli altri il permesso di fare lo stesso.
Mentre
noi ci liberiamo della nostra paura, la
nostra presenza automaticamente libera gli altri.”