BIG BANG
BENE... BRAVO BENNY BENIGNI!
BENE... BRAVO BENNY BENIGNI!
Benigni,
un po’ Benny Hinn un po’ Benny Hill, anzi
quasi meglio di entrambi…
Sì,
il Roberto da Castiglion Fiorentino, fior da fiore, ancora una volta (anzi, molto
di più) ha forato lo schermo: a punta di fioretto (e sciabola) tra il
telepredicatore e il tele-comico, ma con un che di spontaneo, reale, concreto, di esperienza vissuta e “in divenire”
che mi ha letteralmente sorpreso.
Non
che avessi dei dubbi sulle capacità dell’ex ‘diavolaccio’ redento e ‘rinato’ (born again), ma, in un paese di così profonda, diffusa, atavica ignoranza religiosa,
nonché di presuntuosa saccenteria pseudo-laica – o di untuosa proliferazione di
para(in)phernalia religiosi (santini,
statuette, preghierine ecc.) –, una così efficace e congruente lectio magistralis ad usum populi non me
la sarei mai aspettata!
Vero
è che, tra i suoi mentori, c’è il buon Paolo Ricca, biblista sopraffino, ma
Benigni è riuscito a mantenersi in equilibrio (tra il rasoio di Ockham e quello
di Beckham) sul sottile crinale tra il catechismo
per il popolo e una dissertazione sulla falsariga della scuola di Tubinga.
Big Bang, Roberto, bene! Sei
riuscito a coniugare nel vero mondo di mezzo tutti gli altri mondi…
E
ben gli sta a chi, come me, è rimasto solo per puro caso – stavo per scegliere
un thriller – sul canale giusto (almeno per questa volta).
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