AIN'T NO
DOUBT ABOUT IT
(remix)
Do, re, mi, fa… Do ut des. C’è Eric Darius al sax (sexy!). Yeah, sic stantibus rebus, non posso che
fluttuare dimenticandomi della legge di gravità. Sì, fluttuare come un angelo
al suono sex and the city (Manhattan
sceccherato) di Ain’t no doubt about it.
No, nessun dubbio, no doubt: di domani v’è certezza… (è la mia
anima in combutta col corpo e in fuga con lo spirito a sussurrarmelo: il dubbio
è del ‘due’ – corpo e anima. Se c’è il ‘terzo’ – lo spirito – il dubbio sfuma
nella certezza…).
Let it flow (sempre Eric
Darius al sax). Fluttuare
e flautare come un angelo. Sì, flirtare con l’angelo… “Sempre più intensamente sentiamo che il semplice potere della tecnica e il
suo godimento da parte nostra non ci soddisfano. Sentiamo la mancanza di ciò
che un tempo erano gli angeli, e dei doni degli angeli”. Da Jünger a Jung il passo è breve: “Io sono semplicemente convinto che qualche parte del Sé o dell'Anima dell’uomo
non sia soggetta alle leggi dello spazio e del tempo”.
È passata mezzanotte e, sincronicità
junghiana, la playlist stilla After
Midnight di Kim Waters. L’anima sdilinquisce nella quiete by night e mi
vien voglia, ora che il corpo langue nella sguincia attesa del guanciale, di
indagarne la sgualcita essenza: “… l’anima
non è indagabile in se stessa (…) l’uomo resta sempre e comunque da scoprire.” (U. Galimberti). “La lingua ha espulso l’anima dal dizionario per riservarle una nicchia
[…] nei cataloghi della psicopatologia […] A questo punto, constatato il
decesso dell’anima, uccisa dalla modernità sull’altare dell’omologazione, non
resterebbe che seppellirne l’involucro e custodirne il santino votivo […] L’anima esiste indipendentemente dalla sua
affermazione o dalla negazione; se rimossa, ritorna in manifestazioni che
sembrano estranee alla stessa: si può ritardarne la rappresentazione,
differirne l’evocazione, inibirne l’espressione – ma è impossibile negarne
l’esistenza” (A.
Segatori).
Sì, l’anima è necessaria (come,
d’altronde, l’angelo – Cacciari docet): “… la sorte
scelta dall’anima è necessaria: non un accidente, non buona o cattiva, non già
nota né garantita, semplicemente necessaria.” (J. Hillman).
Ecco dunque il senso della vita: l’anima
ri-animata. E poi lo spirito: ebbro della divinità “in fieri” (che stenta a
venir fuori: spesso, come tanti gargoyle, sbucano i nostri demoni inferi, ma
quanto alla divinità supera…). Per non parlare del corpo e del senso della
terra... (Nietzsche suona sempre due volte…).
Senso della vita – conosci te stesso – arte del vivere? Arte di
manutenzione del ciclo vitale: “…non sfruttamento della natura, ma fusione della natura e dello spirito
umano in una nuova specie di creazione che le trascende.”
Voglio salire in alto! (ma sono ancora
ai primi gradini): “La mia vita minuscola. Il mio
merdoso, piccolo posto di lavoro. I miei mobili svedesi. Non ho mai detto a
nessuno, questo, mai, ma prima di conoscere Tyler avevo intenzione di comperare
un cane e chiamarlo ‘Entourage’. A questo punto si può arrivare…”.
Ma noi siamo tipi da ”Flight Club”! (a
proposito, se volete, vi ‘posto’ l’ebook) e allora: sursum corda! Passiamo,
dunque, dal down (della notte) al dawn del giorno, con un esercizio tratto dal
mio libro sulla PNL spirituale:
Chiudi gli occhi e respira
profondamente…
Per entrare in ‘situazione’… immagina di essere in un cilindro (o in una
sfera – o dove ti ‘senti meglio’) di colore blu.
Ora, con gli occhi chiusi, cerca di ‘addolcire’ in blu il nero del buio…
Sei in un cilindro blu, trasparente, avvolgente… tutto intorno a te è blu, blu
dipinto di blu…
Respira profondamente… Pian piano, ma solo intorno a te, il blu comincia a trascolorare in un
giallo-oro, sempre più luminoso, che ti avvolge… ti ‘scivola’ addosso… Sei
immerso in un’atmosfera giallo-oro…
Tu la respiri, la inspiri… inspiri il giallo-oro e lo espiri, quasi
sospirando…
Il giallo che tu espiri è un giallo ‘sporco’ – sporco delle tue scorie
quotidiane, ambientali – ma, immediatamente… al contatto con l’aura che ti circonda,
ridiventa giallo-oro… e tu di nuovo …lo respiri. Te lo senti scivolare dentro, ti permea tutto… Sei tutto giallo oro.
Ora ti senti ‘svuotato’ di tutte le ‘scorie’: di tutte le preoccupazioni,
di tutti i pensieri, i sentimenti, le sensazioni, le emozioni, soprattutto
quelle negative… senti solo una tale dolcezza… ‘svenevole’. Non senti quasi più
niente intorno… e dentro di te… Sei in un vuoto ‘pneumatico’… Sei pronto per ‘rinascere’!
Ora apri gli occhi… osserva tutto ciò che è intorno a te: è tutto ‘nuovo’!
Non hai nessuna emozione, nessuna ‘parola’ con cui definire quello che è
intorno a te! Immaginati come un pulcino appena nato…
Cerca di rimanere in questa situazione ‘estatica’… Se non sei in un luogo
all’aperto (su una terrazza, un balcone, un patio, ecc.), va’ verso la
finestra, affacciati e… guarda tutto come se tu fossi appena nato: ogni cosa senza nome… senza
definizione… senza ‘giudizio’…
Ora richiudi gli occhi: immergiti di nuovo nella sensazione interiore – di
dolcezza, estasi, sdilinquimento… che hai appena lasciato prima di aprire gli
occhi. Rigustala…
Riapri gli occhi, riguarda le cose che hai appena lasciato: riconoscile,
chiamale per nome, pensale con il loro nome consueto, quello che ti è
familiare.
Ma tu sei appena ‘nato’! Hai occhi nuovi… Ogni cosa, ora, la vedi in
un modo differente, con una luce diversa… Tu ora sei diverso, tutte le cose
intorno a te ti sembrano diverse… Ora tu sei…