AND I MISS YOU!
(Like the deserts miss the rain)
Miss, mess, mass…“ C’è nostalgia di ‘senso’ (forse …di Kate Moss) in questo caos massificato (molte stalle, sempre più stille – lacrime –, sempre meno stelle…). E non parlo di liberazione dei sensi o, di converso, di ottundimento dei sensi. “Forse che io vi consiglio di uccidere i vostri sensi? Vi consiglio solo l’innocenza dei sensi...” E per continuare con Nietzsche: “Guardate quegli uomini: il loro sguardo dice che sulla terra non c’è nulla di meglio che stare coricato con una donna. Melma è nel fondo delle loro anime; guai, se la loro melma possiede per caso uno spirito! Foste almeno interamente bestie! Ma alla bestia appartiene l’innocenza.” Dunque, sensual seduction o sexual eruption?
“Un giorno è gioia e un altro obbrobrio.” (Gottfried Benn). Berluska (e i suoi momenti di letizia), Marrazzo (e i suoi attimi trans): tamarri, bestie, belve, angeli caduti? Colpevoli, innocenti?
Non è qui il problema. “Ci sono regole che valgono per la maggior parte della gente e ci sono persone che sono al di fuori di tali regole…” (queste le parole del padre-padrone nel romanzo autobiografico di Kathryn Harrison ‘Il bacio’.)
Ci si meraviglia, ci si stupisce, quando altrove è da cercarsi lo stupor mundi…
“ …l’unico che mantenga il potere di turbare, di meravigliare, di illuminare, è lo ‘zòon erotikòn’: l’animale erotico, che va estratto con procedimento quasi alchemico dall’uomo della mercatura. Come una seduzione irresistibile ci viene incontro, unica espressione di gentilità di sapore arcaico, la sola forma umana capace di comunicare un sapore.” Così la nicciana Anna K. Valerio, sacerdotessa maudite di pagana ‘profanitas’, sempre, malgré tout, in cerca della vera bellezza: non quella (solo) da miss (ben vengano!), ma la bellezza che è uno e tutto. “Voi, che cercate quanto vi è di più alto e perfetto, nella profondità della sapienza, nel tumulto dell’azione, nel buio del passato, nel labirinto del futuro, nelle tombe e al di sopra delle stelle! Conoscete il suo nome? il nome di ciò che è uno e tutto? Il suo nome è bellezza.” (sempre lui, il filosofo inattualmente attuale.)
La bellezza, ora mistica e lunare, ora uranica e floreale: “Avremo letti intrisi di sentori tenui, divani oscuri come avelli, sulle mensole nuovi e strani fiori, nati per noi sotto cieli più belli. Consumandosi a gara, i nostri cuori come due grandi torce due ruscelli verseranno di vampe e di fulgori nei nostri spiriti, specchi gemelli. Una sera di rosa e azzurro mistico un lampo solo ci vedrà commisti, lungo singhiozzo carico d’addio. Un angelo, schiudendo indi le porte, a ravvivar verrà, gaudioso e pio, gli specchi opachi e le due fiamme morte.” Da Baudelaire a Tennyson: “Fiore in un muro screpolato, ti strappo dalle fessure, ti tengo qui, radici e tutto, nella mano, piccolo fiore – ma se potessi capire che cosa sei, radici e tutto, e tutto in tutti, saprei che cosa è l’uomo.”
“Riportate, come me, la virtù volata via sulla terra – sì, riportatela al corpo e alla vita; perché dia un senso alla terra, un senso umano!” Così cantava Nietzsche. E io, con Gregorio Nazianzeno aggiungo: “Scruta seriamente te stesso, il tuo essere, il tuo destino; donde vieni e dove dovrai posarti; cerca di conoscere se è vita quella che vivi o se c’è qualcosa di più.”
Devi agire da solo, ma devi farti degli amici… Hai superato l'esame, sei dei nostri, fai parte del Fight Club! Occorre approntare le contromisure per non farsi stritolare dalle spire del serpente globale. Occorre acquisire le nozioni basilari per appropriarsi della comunicazione e passare così dal ghetto all’avanguardia. Ma devi rimanere con i piedi per terra… “Non voglio andare in paradiso, voglio combattere ancora!” diceva Ezra Pound.
Rewind… Senso, sensi, nuda castità? Per l’anima il digiuno va ancora bene, apre i sensi sottili, ma quel che più occorre è la Cultura, la Sapienza, lo Spirito, il Mito, l’Idea (il mio popolo muore per mancanza di conoscenza…). Non solo in pillole o flebo, ma a flusso continuo. Dobbiamo dire, sentire – mi verrebbe da dire: gustare, odorare, vedere… – parole di sapienza (nel senso di Sofia divina). A partire dalla ‘parola interiore’ – che nella sua intima essenza è logos divino –, svelata nella parola espressa e incarnata nell’opera umana.
Suona la diana, corre la parola, e tutti noi c’immergiamo nel Silenzio. Logos endiathos e logos prophorikos. “… è un ‘andare incontro alla luce’, è via che conduce verso l’alto, che porta l’uomo alla sapienza mediante una ‘visione’ diretta, una contemplazione…” Questo – cito dal ‘Viso verde’, di Meyrink – il senso, il ‘suono’, della parola ‘interiore’. Parola che ci proietta in Alto: verbo sublime. Dobbiamo andare oltre, dobbiamo rompere, con la vibrazione giusta, con la frequenza shock, il soffitto di cristallo che ci separa dal Trascendente, dal Divino, dallo Spirito (per noi la barriera è ‘trasparente’, per la gente ‘comune’ – le persone ‘volgari’, fossero almeno brut… – è un solaio di cemento armato). Ed è per questo che dobbiamo andare alla radice, al suono della parola. Lì c’è il suo senso profondo, l’essenza della cosa significata.
l tempo del silenzio è passato, il tempo del parlare è venuto – per dirla col Riformatore. Bisogna cominciare ad ‘agire’ correndo con i piedi del vento, l’impeto e il fiato, lo scherno liberatore di un vento che rende tutto sano – per ribadirla col filosofo della grande ‘sprezzatura’.
Stop con la spazzatura, diffondiamo il Verbo, al di là del bene e del male, abbattiamo i muri ma non gettiamo le perle ai porci. Anzi, che i porci anneghino pure…
I miss you!