IMPRESSIONI DI SETTEMBRE
EMOZIONI
Aria tersa d'un
settembre che pare senza fine…
L’estate è un déjà vu,
meglio: un déja passé. Oui, c’est déja passé.
Colori, odori, sensazioni… Impressioni di
settembre.
Aria tersa d’un settembre che pare senza fine: aria
già fredda, acqua già fredda, pelle già fredda, cuore già…
Tutt’intorno, irrepetibili colori e silenzi… (ma qui da me è
ancora tutto caldo e rumoroso!). Foglie in procinto di cadere, un sapore di uva,
dita attaccaticce...
Quante gocce di rugiada intorno a me, cerco il sole ma non c’è. Dorme
ancora la campagna, forse no, è sveglia, mi guarda, non so.
Già l’odore della terra odor di grano, sale adagio verso me, e
la vita nel mio petto batte piano… respira la nebbia, penso a te.
Quanto verde tutto intorno e ancor più in là, sembra quasi un
mare l’erba, e leggero il mio pensiero vola e va: ho quasi paura che si perda…
Un cavallo tende il collo verso il prato, resta fermo come me: faccio
un passo, lui mi vede, è già fuggito.
Respiro la nebbia, penso a te. No, cosa sono adesso non lo so: sono
come un uomo in cerca di se stesso, sono solo, solo con il suono del mio passo.
Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già: il giorno come
sempre sarà.
Se queste sono le impressioni di settembre della PFM (e mie), plurisensoriali e sinestesiche,
anch’esse in puro stile PNL sono le sensazioni (chiamale se vuoi emozioni) di Lucio Battisti.
Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a
volare
e sdraiarsi felice sopra l’erba ad ascoltare un sottile dispiacere.
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire dove il sole va a dormire.
Domandarsi perché quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore
E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire.
e sdraiarsi felice sopra l’erba ad ascoltare un sottile dispiacere.
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire dove il sole va a dormire.
Domandarsi perché quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore
E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire.
E stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me, ma
nella mente tua non c’è...
Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi: emozioni.
Uscir nella brughiera di mattina dove non si vede un passo per
ritrovar se stesso.
Parlar del più e del meno con un pescatore per ore ed ore e non
sentir che dentro qualcosa muore...
E ricoprir di terra una piantina verde, sperando possa nascere
un giorno una rosa rossa.
E prendere a pugni un uomo solo perché è stato un po’ scortese, sapendo
che quel che brucia non son le offese.
E chiudere gli occhi per fermare qualcosa che è dentro me, ma
nella mente tua non c’è…
Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi: emozioni.
Impressioni, emozioni: tendere il collo verso… chiudere gli occhi per fermare
qualcosa.