domenica 16 aprile 2017

PASQUA: WALK ON THE WILD SIDE (remix)


PASQUA: WALK ON THE WILD SIDE
remix

La morte di Gesù è il ritorno del Figlio al Padre suo. La sua ultima parola: “Tutto è compiuto” significa che egli ha condotto a buon fine la sua missione.
E noi, la nostra missione la stiamo compiendo? E poi, qual è la nostra missione? Ne abbiamo una? È diversa da quella degli altri, o siamo tutti indirizzati verso un’unica meta?
Meta, metànoia, metafora. Fire.. start, stop, goal.
L’importante è partire, fare il primo passo, poi il secondo, il terzo…  Purché non ci si fermi a metà del cammino. La meta è vicina, lo Spirito soffia, la carne urla: l’importante è rimanere sottovento.
Wind, earth & fire. Rewind: siamo in tempo di Pasqua – che, tra l’altro, significa ‘passaggio’, meglio ancora: passare oltre. Ed è bene, ogni tanto, fermarsi e riflettere (ascoltare il proprio Dio). Siamo tutti in viaggio – anche chi è fermo – e tra un mal di mare, una  mail e un jet-lag (a proposito, tra poco andrò a Londra – anche a Bristol – e tornerò gasato, frizzante, sparkling: effetto swinging London, malgré tout) abbiamo tutto il tempo per fare il punto della situazione.
Sì, dobbiamo essere fuori dal coro, ma dobbiamo rimanere in-situazione.
E tu sei l’uno e l’altro, in & out. Se segui questo blog on the road, ti sei imbarcato in un mystery magical tour molto personale (a ciascuno il suo viaggio): un insight coachingun viaggio “illuminante” – che ti porta dall’esteriore all’interiore e viceversa. Un viaggio significativo, pieno di senso (e di sensazioni – multisensoriale) ma a tratti scomodo.
Un surfing o un sandboarding che, onda su onda, di duna in duna, di post in post (qui, nella mia città due-mari nel frattempo ci sono le ‘poste’ delle processioni dei ‘misteri’ pasquali), ti sta conducendo verso la ‘chiarezza’, anche quando ti faccio approdare, per un breve ‘calata’, nel “porto delle nebbie”.

Sì, come afferma la Kabbalah (e in fondo lo stesso Cristianesimo, a lei, nell’essenza, molto affine), per esistere, quindi essere, dobbiamo divenire: il cambiamento costante ci porta a livelli sempre superiori. La nostra vita è una ‘pasqua’, un passare oltre: c’è il lunedì, il martedì… il giovedì santo, il venerdì santo, la ‘passione’, la ‘morte’, la ‘resurrezione’.
Non solo, ma il nostro ‘quadro’ individuale dev’essere inserito in un grande ‘polittico’: nostro scopo è rimuovere caos e sofferenza, non solo dalla nostra vita, ma da quella di chi ci è vicino (e lontano). Se la nostra vita è perfetta, ma la nostra famiglia, i nostri vicini, i colleghi di lavoro, sperimentano caos e sofferenza, la loro ‘entropia’ rischia di contaminarci, di risucchiarci, vampirizzarci, licantropizzarci.
Nondimeno, dal caos la stella danzante… Elevando le singole ‘consapevolezze’, anche la world consciousness si eleverà a livello di consapevolezza cosmica. Il caos partorirà la stella danzante.

Per progredire nelle nostre esistenze quotidiane è però necessario dapprima fermarsi: dobbiamo individuare (identificare) dove siamo (lo stato ‘attuale’) e stabilire la meta, ossia dove vogliamo andare, quali risultati desideriamo ottenere, quale vita condurre, che uomo e donna vogliamo essere (lo stato ‘desiderato’). Se consideriamo che ‘desiderio’ ha a che fare con le stelle (sidera), possiamo ben dire: dalle stalle alle stelle.
By the way, parlando di Pasqua (cristiana), Gesù non è forse nato in una stalla? E io non riesco ad avere considerazione se non di chi mira (al)le stelle…
Auguri, quindi, a chi crede nella ‘pasqua’ (il passare oltre), nella ‘passione’ (la ‘tempra’, ma anche la passione ‘erotica’, l’élan vital, l’entusiasmo, il dio dentro, l’apollinismo dionisiaco… D’altronde, Gesù Cristo era sì ‘Apollo’, ma anche ‘Dioniso’).

Apollo, Dioniso. Mon Dieu. Gesù era oltre. Era trans-umano e trans-divino. Il Gesù ‘storico’ era sempre in viaggio, in divenire. Era un Gesù in progress. E così dovremmo essere noi. La sua anima era innamorata totalmente di Dio, e anche noi, se a lui simili (alla statura di Cristo), possiamo passare oltre, andare oltre il bene e il male (nel senso di Agostino: ama e fa’ ciò che vuoi. E di Paolo: omnia munda mundi).
O per dirla con Margherita Porete, la mistica: “L’anima perduta nell’amore si congeda dalle virtù e non è più al loro servizio; non deve più esercitare le virtù, ma le virtù stesse sono al suo servizio.” Tale è l’identificazione col divino (e con la terrestrità portata alle stelle) che “Un’anima siffatta non si preoccupa più delle consolazioni di Dio né dei suoi doni; essa non ha più e non può più preoccuparsene perché tutta la sua attenzione è rivolta verso Dio stesso”.
A proposito di Pasqua e di Liberazione, ecco otto ‘tesi’ di Margherita, che riprendono altrettanti  tesi fatte proprie dal Movimento del Libero Spirito, e che io condivido e voglio condividere con te (d’altronde, ho nominato la mistica in una mia recente tesina di teologia).
L’uomo in questa vita può diventare impeccabile e quindi non può più progredire (può raggiungere il top).
A questo grado di perfezione, non ha più bisogno di fare penitenza e di pregare, permettendosi invece di fare tutto (come d’altronde sostiene san Paolo: tutto ti è lecito, anche se non tutto è utile…).
Non è tenuto ad obbedire ad alcuno, neppure alla Chiesa, perché là dove c’è il Signore, c’è la libertà (nel puro stile, ed essenza, dei Vangeli)
Egli gode in questa vita la stessa beatitudine di quella futura.
Ogni natura razionale è beata di per se stessa e non ha bisogno del lumen gloriae (ossia di una grazia divina speciale) per elevarsi alla contemplazione di Dio (nel senso che, se sei un essere speciale, sei già in possesso, per innata grazia divina, delle qualità per raggiungere la felicità già su questa terra, per intuito, e non necessariamente per intelletto).
L’anima perfetta non è tenuta alla pratica delle virtù.
Far l’amore senza affetto è peccato, ma con affetto non è peccato.
All’elevazione dell’ostia a Messa, i perfetti non devono inchinarsi, perché sarebbe come scendere dalle altezze della contemplazione per pensare al mistero eucaristico (tradotto alle nostre ‘altezze’: nel pasto eucaristico – o nella ‘comunione’ tra gente di pari sentimento – non bisogna ‘inchinarsi’ l’un l’altro, bensì ‘levarsi’ alle altezze del ‘sublime’)
L’idea di fondo di queste ‘tesi’ è che al perfetto tutto è concesso, perché non può peccare.
E visto che ci siamo un flos de floribus da Gocce di Pioggia a Jericoacoara     

Dall’amore alla spiritualità: slittamenti progressivi del piacere. Un nouveau roman: Lorenzo e Arianna lavoravano su due piste. Sulla terza (quella per veicoli lenti?) il Papa. Ognuno, separatamente, buttava giù le sue riflessioni (lento il Papa? Ma se era rockabilly…). Prodotti dell’intimo, sguardi sul mondo. E su internet (non solo Miro il transfascista o la paganeggiante Anna Kei – ormai ‘patrimonio’ condiviso da Arianna –, ma anche un sito ‘in quiete’, e altri inquietanti). Tanti i frutti, anche esotici (ma la maggioranza di produzione ‘nostrana’): i rami erano carichi, stracarichi, non ce la facevano più a reggere. Tutti frutti.
Una pletora (senza retorica) i temi da sviluppare e infilare nel ‘documento programmatico’: prima perla, la riconciliazione del cristianesimo con la realtà (e non solo a parole), senza tralasciare – come rumore di fondo – l’ammirazione greca (ma anche ebraica) per il kalós kai agathós. La Bellezza (natura, arte, cultura, uomo, donna…) andava coltivata, lanciata, rilanciata, sostenuta. E poi, spulciando a caso tra le varie proposte congiunte (il Papa, Arianna e Lorenzo erano ormai tre in uno): la reintegrazione del nichilismo e dell’esistenzialismo con le ragioni del corpo, della terra, della vita (del kosmos: ‘sfruttando’ a tal fine la stessa ‘inquietudine’ del cristiano). Pensiero Forte e Pensiero Debole in osmosi continua. E continuando nella caccia al tesoro, dopo le perle (nere) dei teologi della ‘Morte di Dio’ e del ‘cristianesimo non-religioso’, la pesca a strascico nell’oceano di Nietzsche (sempre lui). Piatto in tavola: il concetto di transvalutazione dei valori, da ‘condire’ con il sale del Logos e le spezie di Sophia (Gesù e Cristo, oltre le contrapposizioni nicciane). Il tutto, affinché l’ultimo uomo possa tramontare…
“Il santo rise di Zarathustra…” Alba e meriggio. Non più io ma il Cristo in me. Dal Logos tou Christou al Gesù terreno, ma pure al Cristo-in-sé. Dio è, non era… L’aprirsi a ogni aspetto della vita, complice il ‘non resistere al male’. Attraversare il Male per squalificarlo (o riqualificarlo). Entrare nei territori dell’amore incondizionato del Gesù che tutto accoglie. Un dire sì alla vita. Un diverso agire.
Fuori dal mercato e dalla moralina. Basta, via… non solo i vizi, ma le ‘virtù’ che impacciano! Vita sfacciata, sfrecciante, libera… Via ogni ‘influenza’! Sfottenti davanti ai ‘giudici’, strafottenti, sfrenati. Vita non più sfocata (‘sfigata’, avrebbe detto in incognito Lorenzo). A ventiquattro carati. Kyrie eleison. Somma ironia, irenismo all’ossimoro, imitatio Christi. Superiorità di fronte a chi si crede superiore. Umiltà al cospetto degli umili. Misericordia e concordia. Abbassiamoci (Lorenzo levò il suo grido di battaglia) per sentire la voce del Dio dentro! Scendiamo nelle altezze. Saliamo alle sue profondità…
Sequela Christi, sequela Viri… Da Cristo all’uomo, alla donna, all’interiorità più profonda, lì dove nessuno può interferire (e ferire). Non lì, non là, ma dentro di te. Spiriti liberi. Il Regno di Dio è dentro! Se tu lo sai, sei già nel regno di Dio, fossi pure il ladro colpevole in punto di morte ignobile. Riscattati, diventa nobile!
L’oggi è il futuro del domani. Oggi sarai con me in Paradiso.
Far nascere dentro di sé l’Uomo-Dio – il Figlio – per farlo poi ‘maturare’ fuori: ecco la mission… Procreazione assistita: prima dentro, poi fuori. Infine, per sempre, In&Out.
Da Oriente a Occidente. Dall’uomo che tramonta, che dona le ultime faville di luce, alla stasi della grande notte (dei lunghi coltelli) e all’aurora-estasi degli uomini-Gesù. Non più robot, né cloni (sia pure alla George Clooney), ma individui… E-ducati, condotti fuori (dal gregge). E-men, e-women? Più che altro, wonder…
Uomo in-nocente, donna fanciulla. Fanzine senza fanatismi. Dall’uomo profano all’uomo performance. E la donna? Sempre in forma… Eppure, mancava l’ultimo tocco (della spiritual farm).

Siamo al the end del post. Continua a fare esperienza di questo blog di crescita. L’importante è fare esperienza per avere l’evidenza. Ricordando che: “experience is the name the men give to their mistakes” (Oscar Wilde).


domenica 2 aprile 2017

TAP TAV e TAVOR – TOP MODEL



TAP TAV e TAVOR
TOP MODEL
Symbolon vs Diabolos

In tempi di TAP, TAV e disboscamenti (e disossamenti) vari, il problema non è tanto la disponibilità di energia o il miglioramento delle vie di comunicazione, quanto limbecillità (ci sono o ci fanno?) nella scelta dei luoghi. Quella di brutalizzare un’area del Salento con la sua aura di “grande bellezza”, quando non molto distanti ci sono luoghi amorfi e amnesici, è a dir poco insensata.
Ma oggi è domenica ed è giorno sabbatico e c’è bisogno di: pensiero stupendo. Nasce un poco strisciando, si potrebbe trattare di bisogno d’amore. Meglio non dire…
Sì, meglio non dire. Lasciamo le strisce di Patty e strusciamoci. Se siete fatti di news vi voglio disintossicare con un post tratto dalla crew dei miei vecchi lasciti sul blog. Vi fungerà da antidrepessivo.  
Il telefono squilla (l’ultima, definitiva, rupture al notturno soffitto di cristallo – di lì, rapito, posso mirare l’epifania degli dèi). Squallida cocotte, vattene per la tua strada… io sono fedele al mio computer (e pensare che fino a qualche annetto fa manco me lo filavo…). Lascio a letto i miei clandestini philosophes prêt-à-porter (nouveaux o anciens, tutti mi fanno il filo, ma io mi fermo ai preliminari), snobbo la cornetta – di giorno sono fedele – e vado a tirare. Slash-flash: qualche strisciata di piccì, per tenermi su. Inizia la mia giornata.
Ed eccovi il post ripescato. Fior di pesco.

In principio era il Caos, poi fu il Cosmos: ma durò solo il tempo di un battito d'ala... Poi di nuovo il Caos – prima tonante poi Caos Calmo... Il mondo entrò in un cul de sac e ne uscì andando oltre su una cometa di polvere bianca. Ci saranno pure le Mille luci di New York, le acque di Roma saranno pure rosso Trevi, ma “... in una città di due milioni e mezzo di scheletri, la presenza di qualche migliaio di viventi passa inosservata.”
Kaos, Kosmos, Krisis...
KKK... SSS... Shhh! Silenzio... Sì, diamo voce al silenzio. Il silenzio degli innocenti, dei “puri di cuore” (quelli che “erediteranno la terra”).
Krisis... Ma cos’è questa crisi? Niente di particolare, se arriviamo alla radice del termine (Krisis: scelta – discernimento), e se fermiamo l'attimo fuggente (ma quello propizio, di qualità: il Kairòs). Diamo dunque fuoco alle polveri (quelle di Jay McInerney, scrittore  di strisce sono troppo bianche), sperando – ma noi abbiamo fede che gli scheletri si rimpolpino e si ri-animino.
Bene, ho preso spunto dal mio primo post (era il 18 novembre 2008. È nata una stella. E le stelle sono miriadi e miriadi: vi conviene rileggere tutti i post, uno al giorno: ne uscirete “trasformati”) per parlare delle tre k: kaos. krisis, kosmos.
Sì, proprio il viaggio di scoperta che porta dal nostro “stato attuale” (spesso loffio) a quello “desiderato” (dallo stato KO allo stato OK – dallo stato di dis-grazia allo stato di grazia).
In ciascuno di noi, all’inizio del “lavoro su di sé”, c’è quello che in Genesi è chiamato tohu wu bohu, cioè un qualcosa di confuso, oscuro, indistinto, caotico, una mappazza… Anche se a noi sembra che tutto scorra nel verso giusto (quando mai…). Sì, certo, ogni tanto qualche onda, qualche vortice. Difficoltà che, con il “lavoro”, si imparerà sempre più a superare, ma che hanno pure una loro valenza: sono il crogiolo che serve per la nostra raffinazione. Sono il diabolos (il divisore, lostacolatore, lopponente – così nella Kabbalah) che, se accompagnato (alla porta – anche con diplomatica gentilezza; cacciato solo se si ha il carisma del lottatore spirituale), ti consentirà di scoprire il suo opposto: il simbolo (ciò che “unisce”: la ri-unione dell’umano col “divino”, dell’Io col Sé).
Nulla ha valore se non ottenuto con sforzo (ma un gentile sforzo... la “croce” è leggera per chi è nella “via”). D'altronde, abbassati (anche solo per un attimo) e sarai “rialzato”. Sii flessibile, cedevole: resisterai a ogni tempesta e ti eleverai a ogni altezza...
L’importante (perché lo sforzo sia leggero e produttivo) è, innanzitutto, saper gestire le emozioni (col metodo dell’ancoraggio – il famoso click di cui parlo nei miei saggi sulla PNL), formulare un obiettivo smart, ossia:
specifico (mai la genericità, la fumosità o la negatività);
misurabile (dev’essere comunque, anche se con impegno, nelle proprie possibilità fisiologiche – e deve essere visualizzato in modo multisensoriale, ossia vividamente e con tutti i sensi accesi);
attraente (lo si deve bramare), ma anche accessibile: lo devi ”sbranare” – se l’obiettivo è troppo ambizioso e complesso, suddividilo in sotto-obiettivi. E poi vediti già nella situazione ottimale, nello scenario oltre il problema);
registrabile (annota tutti i miglioramenti, gli step – anche qualche stop: a meno che non sia per una riflessione o per raddrizzare il tiro, l’importante è rialzarsi e ripartire subito; ricorda: ancoraggi, visualizzazione, ricarica energetica mediante il click energy (leggi in particolare il mio Prendi la PNL con Spirito! - Armando editore).
E soprattutto, se credi, chiedi aiuto al tuo Dio, al tuo personal Jesus – e ricorda, gli angeli sono al tuo servizio… In ogni caso, se non credi, agisci come se… Pascal, e, buon ultimo, Bandler docunt.
Ricorda anche le tre leggi del Silva Mind Control (e non solo): desiderio ardente dell’obiettivo, fede assoluta nel risultato e aspettativa certa del successoBussate e vi sarà aperto!

“Sapienza che più cresce / Più grave si fa il tormento / Conoscenza che più si addensa/ Più acre si fa il dolore.” Segui, mentore Nietzsche, la via dell’aquila nel cielo, la via del serpente sulla roccia, la via della nave in alto mare.
 “Tanto più Dio è in tutte le cose, tanto più Egli è fuori di loro. Tanto più Egli all’interno, tanto più è all’esterno.” Dio sfugge ma ci cerca, e noi vogliamo essere il nuovo Zarathustra…
“Viaggiare è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione ... Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario ... Basta chiudere gli occhi. È dall’altra parte della vita.” Il viaggio alla Céline vi porterà dal fondo della notte verso un’alba dorata (by the way, per raggiungere lultima Thule nulla di meglio del mio derviscio tournant, magical mystery tour, anche un posentimental, Gocce di pioggia a Jericoacoara).
Comunque, se dobbiamo partire, la prima cosa da fare è trasformare o, se non altro, ri-formare noi stessi. Occorre un modello, o già esistente (tra le persone che conosci o un tuo ‘idolo’ – crescete alla statura di Cristo è scritto nelle Lettere di Paolo. Voi in ogni caso fate come se), come propone la PNL, oppure, secondo le modalità della Psicosintesi, createvi un modello ideale, da incorporare giornalmente con la visualizzazione per pochi minuti al giorno (la mattina, a mezzogiorno, la sera), con una certa costanza per almeno tre settimane (tre e sette sono numeri “magici” – divini. E poi ventuno giorni è il tempo medio per assimilare un nuovo modello di comportamento – per creare un nuovo percorso sinaptico che bypasserà il vecchio “tracciato” e si installerà, produttivamente, nell’inconscio, il ‘regista’ della nostra vita).
Per brevità, traggo il “modello” dal mio “Che cos’è la PNL. Come vincere, ansia, fobie e dipendenze” (Sovera).

2.4 Il modellamento
È importante che, nel tuo processo di autoformazione, realizzazione e trasformazione, tu ti crei il tuo modello ideale: ti servirà per aiutare a formarti una nuova immagine di te. Se nella PNL il ‘modellamento’ (modeling) consiste nell’’estrarre’ le qualità desiderate da modelli reali (personaggi carismatici che si sono realizzati nel loro campo di attività), nella Psicosintesi si lavora su un modello astratto di riferimento, nel quale, grazie alla visualizzazione, puoi incorporare le qualità desiderate che poi farai tue.
Esercizio di modellamento (il ‘modello ideale’)
      Cerca di individuare e poi delineare le caratteristiche fisiche, emotive, psicologiche, culturali, comportamentali (fino all’abbigliamento) del tuo ‘modello ideale’: come si muove, parla, atteggia… come prende le decisioni, come affronta le situazioni.
Cerca di individuare tre qualità del modello che più ti attraggono e poi fa’ una verifica ‘ecologica’ (etico-comportamentale) e di fattibilità:
    il modello è forse troppo elevato per te? È irraggiungibile o è alla tua portata? È troppo in contrasto con i tuoi valori, le tue credenze e il tuo habitus mentale? Dev’essere leggermente ridimensionato? Esistono, in definitiva, le concrete condizioni per la realizzazione del tuo modello?
     Dopo questa verifica e ‘calibrazione’, visualizza il modello ideale (quello ‘sopravvissuto’ ai tagli… ma che sia, comunque, un modello ‘elevato’) e procedi a immedesimarti in ‘lui’:
entra dentro al modello, immagina di vedere, udire, sentire attraverso i suoi organi di senso e muoverti come lui. Poi estrai tutte queste ‘submodalità’ e applicale a te: ‘impregnati’ di lui, fa’ un copia (dal modello) e incolla (su di te). Fa’ circolare, giorno dopo giorno, queste sensazioni e quest’energia dentro di te, fatti permeare…
Dopo ventuno giorni (il tempo medio perché un nuovo comportamento diventi ‘abitudine’), se ti sei applicato almeno una decina di minuti più volte al giorno, dovresti esserti ‘incorporato’ il ‘modello’ (non è un fatto negativo: è la tua scelta di avere una tua ‘personalità’ più funzionale).
OK. Se non l’avete fatto, iniziate!