TAP TAV e TAVOR
TOP MODEL
Symbolon vs Diabolos
In tempi di TAP, TAV e disboscamenti (e disossamenti) vari, il problema non
è tanto la disponibilità di energia o il miglioramento delle vie di
comunicazione, quanto l’imbecillità (ci
sono o ci fanno?) nella scelta dei luoghi. Quella di brutalizzare un’area del
Salento con la sua aura di “grande bellezza”, quando non molto distanti ci sono
luoghi amorfi e amnesici, è a dir poco insensata.
Ma oggi è domenica ed è giorno sabbatico e c’è bisogno di: pensiero stupendo. Nasce un poco
strisciando, si potrebbe trattare di bisogno d’amore. Meglio non dire…
Sì, meglio non dire. Lasciamo le strisce
di Patty e strusciamoci. Se siete fatti di news vi voglio disintossicare con un post tratto dalla
crew dei miei vecchi lasciti sul blog. Vi
fungerà da antidrepessivo.
Il telefono squilla (l’ultima,
definitiva, rupture al notturno
soffitto di cristallo – di lì, rapito, posso mirare l’epifania degli dèi). Squallida cocotte, vattene per la tua strada… io sono fedele al mio
computer (e pensare che
fino a qualche annetto fa manco me lo filavo…). Lascio a letto i miei
clandestini philosophes prêt-à-porter (nouveaux o anciens, tutti mi fanno il filo, ma io mi
fermo ai preliminari), snobbo la cornetta – di giorno sono fedele – e vado a
tirare. Slash-flash: qualche strisciata di piccì, per tenermi su. Inizia
la mia giornata.
Ed eccovi il post ripescato. Fior di pesco.
In principio era il Caos, poi fu il Cosmos: ma durò solo il tempo di un battito d'ala... Poi di nuovo il Caos – prima tonante poi Caos Calmo... Il mondo entrò in un cul de sac e ne uscì andando oltre su una cometa di polvere bianca. Ci saranno pure le Mille luci di New York, le acque di Roma
saranno pure rosso Trevi, ma “... in una città di due milioni e mezzo
di scheletri, la presenza di qualche migliaio di viventi passa inosservata.”
Kaos, Kosmos, Krisis...
KKK... SSS... Shhh! Silenzio... Sì, diamo voce al
silenzio. Il silenzio degli innocenti, dei “puri di cuore” (quelli che “erediteranno
la terra”).
Krisis... Ma cos’è questa crisi? Niente di particolare,
se arriviamo alla radice del termine (Krisis: scelta –
discernimento), e se fermiamo l'attimo fuggente (ma quello propizio, di
qualità: il Kairòs). Diamo dunque fuoco alle polveri (quelle di Jay McInerney, scrittore di “strisce” sono troppo
bianche), sperando – ma noi abbiamo fede – che gli scheletri si rimpolpino e si ri-animino.
Bene, ho preso spunto dal mio primo post (era il 18 novembre 2008. È nata una stella. E le stelle sono
miriadi e miriadi: vi conviene rileggere tutti i post, uno al giorno: ne
uscirete “trasformati”) per parlare delle tre k: kaos. krisis, kosmos.
Sì, proprio il viaggio di scoperta che porta dal nostro “stato attuale”
(spesso loffio) a quello “desiderato” (dallo stato KO allo stato OK –
dallo stato di dis-grazia allo stato di grazia).
In ciascuno di noi, all’inizio del “lavoro su di sé”, c’è quello che in
Genesi è chiamato tohu wu bohu, cioè un qualcosa di confuso, oscuro, indistinto,
caotico, una mappazza… Anche se a noi sembra che tutto scorra nel verso giusto
(quando mai…). Sì, certo, ogni tanto qualche onda, qualche vortice. Difficoltà
che, con il “lavoro”, si imparerà sempre più a superare, ma che hanno pure una
loro valenza: sono il crogiolo che serve per la nostra raffinazione. Sono il diabolos (il divisore, l’ostacolatore, l’opponente
– così nella Kabbalah) che, se accompagnato (alla porta – anche con
diplomatica gentilezza; cacciato solo se si ha il carisma del lottatore spirituale), ti consentirà di
scoprire il suo opposto: il simbolo (ciò che “unisce”: la ri-unione
dell’umano col “divino”, dell’Io col Sé).
Nulla ha valore se non ottenuto con sforzo (ma un gentile sforzo... la “croce” è leggera per chi è nella “via”).
D'altronde, abbassati (anche solo per un attimo) e sarai “rialzato”. Sii flessibile,
cedevole: resisterai a ogni tempesta e ti eleverai a ogni altezza...
L’importante (perché lo sforzo sia leggero e produttivo) è, innanzitutto, saper
gestire le emozioni (col metodo dell’ancoraggio – il famoso click
di cui parlo nei miei saggi sulla PNL), formulare un obiettivo smart, ossia:
specifico (mai la genericità, la fumosità o la negatività);
misurabile (dev’essere comunque, anche se con impegno, nelle proprie possibilità fisiologiche – e deve essere visualizzato in
modo multisensoriale, ossia vividamente e
con tutti i sensi accesi);
attraente (lo si deve bramare), ma anche accessibile: lo devi ”sbranare” – se l’obiettivo è troppo
ambizioso e complesso, suddividilo in sotto-obiettivi. E poi vediti già nella situazione
ottimale, nello scenario oltre il problema);
registrabile (annota tutti i miglioramenti, gli step – anche qualche stop: a meno che non sia
per una riflessione o per raddrizzare il tiro, l’importante è rialzarsi e
ripartire subito; ricorda: ancoraggi, visualizzazione, ricarica energetica mediante il click energy (leggi in particolare il mio Prendi la PNL con
Spirito! - Armando editore).
E soprattutto, se credi, chiedi aiuto al tuo Dio, al tuo personal Jesus – e ricorda, gli angeli sono al tuo servizio… In ogni caso, se non credi, agisci come se… Pascal, e, buon ultimo, Bandler docunt.
Ricorda anche le tre leggi del Silva Mind Control (e non solo): desiderio ardente dell’obiettivo, fede
assoluta nel risultato e aspettativa certa del successo. Bussate e vi sarà
aperto!
“Sapienza che più
cresce / Più grave si fa il tormento / Conoscenza che più si addensa/ Più acre
si fa il dolore.” Segui, mentore Nietzsche, la via dell’aquila nel cielo, la via del
serpente sulla roccia, la via della nave in alto mare.
“Tanto più Dio è in tutte le cose, tanto più
Egli è fuori di loro. Tanto più Egli all’interno, tanto più è all’esterno.” Dio sfugge ma ci cerca, e noi vogliamo essere il
nuovo Zarathustra…
“Viaggiare è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione ... Il viaggio che
ci è dato è interamente immaginario ... Basta chiudere gli occhi. È
dall’altra parte della vita.” Il viaggio alla Céline vi
porterà dal fondo della notte verso un’alba dorata (by the way,
per raggiungere l’ultima Thule nulla di meglio del mio derviscio tournant, magical
mystery tour, anche un po’ sentimental, Gocce
di pioggia a Jericoacoara).
Comunque, se dobbiamo partire, la prima cosa da fare è trasformare o, se
non altro, ri-formare noi stessi. Occorre un modello, o già esistente (tra
le persone che conosci o un tuo ‘idolo’ – crescete alla statura di Cristo è scritto nelle Lettere di Paolo. Voi
in ogni caso fate come se), come propone la PNL, oppure, secondo le
modalità della Psicosintesi, createvi un modello ideale, da incorporare
giornalmente con la visualizzazione per
pochi minuti al giorno (la mattina, a mezzogiorno, la sera), con una certa
costanza per almeno tre settimane (tre
e sette sono numeri “magici” – divini. E poi ventuno giorni è il
tempo medio per assimilare un nuovo modello di comportamento – per creare un
nuovo percorso sinaptico che bypasserà il vecchio “tracciato” e si
installerà, produttivamente, nell’inconscio,
il ‘regista’ della nostra vita).
Per brevità, traggo il “modello” dal mio “Che cos’è la PNL. Come vincere, ansia,
fobie e dipendenze” (Sovera).
2.4 Il modellamento
È importante che, nel
tuo processo di autoformazione, realizzazione e trasformazione, tu ti crei il
tuo modello ideale: ti servirà per
aiutare a formarti una nuova immagine di
te. Se nella PNL il ‘modellamento’ (modeling) consiste nell’’estrarre’ le qualità
desiderate da modelli reali (personaggi carismatici che si sono realizzati nel
loro campo di attività), nella Psicosintesi si lavora su un modello astratto di
riferimento, nel quale, grazie alla visualizzazione, puoi incorporare le
qualità desiderate che poi farai tue.
Esercizio di modellamento (il ‘modello ideale’)
Cerca di individuare e poi delineare le
caratteristiche fisiche, emotive, psicologiche, culturali, comportamentali (fino
all’abbigliamento) del tuo ‘modello ideale’:
come si muove, parla, atteggia… come prende le decisioni, come affronta le
situazioni.
Cerca di individuare tre qualità del modello che più
ti attraggono e poi fa’ una verifica ‘ecologica’ (etico-comportamentale) e di
fattibilità:
il
modello è forse troppo elevato per te? È irraggiungibile o è alla tua portata?
È troppo in contrasto con i tuoi valori, le tue credenze e il tuo habitus
mentale? Dev’essere leggermente
ridimensionato? Esistono, in definitiva, le concrete condizioni per la
realizzazione del tuo modello?
Dopo questa verifica e
‘calibrazione’, visualizza il modello
ideale (quello ‘sopravvissuto’ ai tagli… ma che sia, comunque, un modello
‘elevato’) e procedi a immedesimarti in
‘lui’:
entra dentro al modello, immagina di vedere,
udire, sentire attraverso i suoi organi di senso e muoverti come lui. Poi estrai tutte queste ‘submodalità’ e
applicale a te: ‘impregnati’ di lui, fa’ un copia
(dal modello) e incolla (su di te).
Fa’ circolare, giorno dopo giorno, queste sensazioni e quest’energia dentro di
te, fatti permeare…
Dopo ventuno giorni
(il tempo medio perché un nuovo comportamento diventi ‘abitudine’), se ti sei
applicato almeno una decina di minuti più volte al giorno, dovresti esserti
‘incorporato’ il ‘modello’ (non è un fatto negativo: è la tua scelta di avere
una tua ‘personalità’ più funzionale).
OK. Se non l’avete fatto, iniziate!
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