MING POP & MINCULPOP
Dura minga. Che lo dica Bossi o il ‘Boss’ (e non parlo di Springsteen, il Bruce di Born in the USA), non può durare… Non può durare oltre l’autunno (fall), né tanto meno oltre l’inverno (winter). Figuriamoci in primavera (spring)… E dopo la caduta (fall)? Rise and fall per dirla con Sting. Meglio ancora, fall and rise!
A proposito di fall e spring (che significa anche: sorgente), nello scudo con il simbolo della città di Springfield (parlo della Springfield dei Simpson, i cartoons a tutta filosofia), campeggiano la scritta "Corruptus in extremis" e la storica frase del fondatore: "un animo nobile titaneggia anche nel più piccolo degli uomini". Sì, titaneggia e tiranneggia (ma qui, da noi, l’uomo nobile di Meister Eckhart, il mistico dai sensi accesi, sfuma nel ‘berluskart’ spento, sia pure col fiammifero sempre acceso, degli ultimi tempi).
E le fiammiferaie? E la fiamma? Che dire, omnia munda mundis (e le immondizie a chi sappiamo noi).
Comunque, un po’ di fuochi ci sono. Forse solo qualche focherello, ma c’è pure Granata (nomen est omen). Speriamo che durino a lungo, i vari granatieri. E se dura minga, allora non vale più la legge del menga. E basta con i bunga bunga: hanno stufato, sono ‘vaiassi’. E non sono nemmeno più ‘cult’ (e cool), come il bingo, del resto. Non ‘tira’ più, insomma, l’impero ‘ming’ (non quello cinese, anche se qualche ‘tratto’ – ‘tirato’ – rimane: soprattutto gli occhi, lo specchio dell’anima). E se non vanno più le balloon-tette o le labbra-cuscino, emblemi di questi anni da sballo 'imballato', non va più di moda nemmeno il minculpop del tir (nel senso più ‘camionistico’ del termine – senza offesa per i camionisti, quelli veri). O forse sì… il minculpop può risorgere (dopo il radical-chic gauche post sessantottino), ma in maniera del tutto nuova. Nouvelle vague. Soprattutto ora che Fini & co (compagni/camerati) si sono proposti, da droite, di rilanciare la cultura, già ‘bondage’ (nel senso di Bondi), per farla diventare davvero ‘pop’ e non solo ‘peep’ (nel senso di peep show: il guardonismo passivo, senza possibilità di interagire, tipico della televisione ‘commerciale’ berlusco-style). D’altronde, la cultura è sì, soprattutto, a Sinistra, ma anche a Destra, se quest'ultima si toglie il ‘burka’ del conformismo e abbandona il forforoso limbo borghesuccio dei nanetti da giardino (mens vana in corpore nano… – l’ho sentita proprio oggi a Radio Capital), può dire qualcosa: del resto, Saviano non cita forse Céline, Pound ed Evola?
E vola, vola, vola, vola e vola lu cardille, nu vasce a pizzichille… Volare, valere, vagliare, vegliare. “L’uomo è due uomini contemporaneamente: solo che uno è sveglio nelle tenebre e l’altro dorme nella luce.” È come un sonnambulo o, peggio, un robot: “aspirato dai suoi pensieri, dai suoi ricordi, dai suoi desideri, dalle sue sensazioni, dalla bistecca che mangia, dalla sigaretta che fuma, dall’amore che fa, dal bel tempo, dalla pioggia, dall’albero vicino, dalla vettura che passa...” E con la testa che si svuota appena “chiude bottega”… La prima citazione è di Gibran, lo scrittore ‘mistico’ (a rischio 'miele', non tanto per colpa sua), la seconda è di Gurdjieff, l’esoterista (a rischio 'fumo'). E la testa che si svuota… è quella di un personaggio della Nausea di Sartre – e non solo, oggi dilagano (citazioni tratte dal mio Prendi la PNL con Spirito! En passant – comunicazione di servizio per i ‘naviganti’ – è appena uscito il seguito, più ‘concentrato’: Che cos’è la PNL. Come vincere ansia, fobie e dipendenze – Sovera editore). Comunque, basta col “sonno ipnotico”… Anch’io, per dirla con Chuck Palahniuk (quello di Fight Club): “… per anni ho desiderato addormentarmi. Quella parte dell’addormentarsi che è spegnersi, rinuncia, disfacimento. Ora dormire è l’ultima cosa che voglio.”
Ma sì, è tempo di risvegliarci e ‘fare anima’ (ma che non sia la solita melassa). Fosse pure all’anima de li…. Anche se, per dirla con Ronald Laing: “… se la psiche è l’anima, e l’anima è il mondo della nostra esperienza … essa ci fa paura. Non ne vogliamo troppa (di anima) o troppe varietà: la vogliamo ridotta a percezione e immaginazione terrene, niente sogni a colori…” Ma tu… colora il tuo mondo! E riempilo di parole, di quelle ‘creative’ (come il fiat divino). Jung, parlando dell’opera di trasformazione delle cose operata dalle parole e dalla narrazione dei fatti, afferma:
“… le parole agiscono solo perché trasmettono un senso o un significato; in ciò consiste la loro efficacia. Ma il ‘senso’ è qualcosa di spirituale. La si chiami pure ‘finzione’… Ma con una finzione noi agiamo in modo infinitamente più efficace che con preparati chimici (…) anzi agiamo perfino sul processo biochimico del corpo. Ora, sia che la finzione si produca in me sia che mi venga dall’esterno per mezzo della parola, essa può farmi sano o malato; le finzioni, le illusioni, le opinioni sono le cose più intangibili, più irreali che si possano immaginare, eppure da un punto di vista psicologico e perfino psicofisico sono le più efficaci.”
Parole e fatti, logos – parole ‘pensate’ e rhema – parole ‘efficaci’, calibrate: chi parla bene, pensa bene! Ma che non parole, parole, parole… mi consenta. Non flatus vocis, ma ‘fiat’ (anche porsche…) vocis. Parole parche, asciutte, barocche, brut, purché senza perché, perché, perché… “Le parole, se cariche di ‘spirito’, se usate ‘strategicamente’ (fosse pure con l’utilizzo di stratagemmi e finzioni verbali), sono il più potente agente di cambiamento psicofisico che si conosca…” Su, parliamone!