sabato 30 maggio 2020

Let it flow

LET IT FLOW


Do, re, mi, fa… Do ut des. C’è Eric Darius al sax (sexy!). Yeah, sic stantibus rebus, non posso che fluttuare dimenticandomi della legge di gravità. Sì, fluttuare come un angelo al suono sex/sax and the city (Manhattan sceccherato) di Ain’t no doubt about it. No, nessun dubbio, no doubt: di domani v’è certezza: è la mia anima in combutta col corpo e in fuga con lo spirito a sussurrarmelo: il dubbio è quando c’è il ‘due’corpo e anima. Se c’è il terzo – lo spirito – il dubbio sfuma nella certezza…
Let it flow (sempre Eric Darius al sax). Fluttuare e flautare come un angelo. Sì, flirtare con l’angelo… E soprattutto, fiurtarlo: “Sempre più intensamente sentiamo che il semplice potere della tecnica e il suo godimento da parte nostra non ci soddisfano. Sentiamo la mancanza di ciò che un tempo erano gli angeli, e dei doni degli angeli”. Da Jünger a Jung il passo è breve: Io sono semplicemente convinto che qualche parte del Sè o dell'Anima dell'uomo non sia soggetta alle leggi dello spazio e del tempo”.
Meno tecnica, più anima, spirito, cuore… È passata mezzanotte e, in the heart oh the night, sincronicità junghiana, la playlist stilla After Midnight di Kim Waters. L’anima sdilinquisce nella quiete by night e mi vien voglia, ora che il corpo langue nella sguincia attesa del guanciale, di indagarne la sgualcita essenza: “… l’anima non è indagabile in se stessa […] l’uomo resta sempre e comunque da scoprire.” (U. Galimberti).
“La lingua ha espulso l’anima dal dizionario per riservarle una nicchia […] nei cataloghi della psicopatologia […] A questo punto, constatato il decesso dell’anima, uccisa dalla modernità sull’altare dell’omologazione, non resterebbe che seppellirne l’involucro e custodirne il santino votivo. [Ma] l’anima esiste indipendentemente dalla sua affermazione o dalla negazione; se rimossa, ritorna in manifestazioni che sembrano estranee alla stessa: si può ritardarne la rappresentazione, differirne l’evocazione, inibirne l’espressione – ma è impossibile negarne l’esistenza.” (A. Segatori).
Sì, l’anima è necessaria (come, d’altronde, l’angelo – Cacciari docet): “… la sorte scelta dall’anima è necessaria: non un accidente, non buona o cattiva, non già nota né garantita, semplicemente necessaria.” (J. Hillman).
Ecco dunque il senso della vita: l’anima ri-animata. E lo spirito ebbro della divinità “in fieri” (che stenta a venir fuori: spesso, come tanti gargoyle, sbucano i nostri demoni inferi, ma quanto alla divinità supera…). Per non parlare del corpo e del senso della terra (Nietzsche suona sempre due volte…). Senso della vita – conosci te stesso – arte del vivere? Arte di manutenzione del ciclo vitale: “…non sfruttamento della natura, ma fusione della natura e dello spirito umano in una nuova specie di creazione che le trascende.”
Voglio salire in alto! (ma sono ancora ai primi gradini): “La mia vita minuscola. Il mio merdoso, piccolo posto di lavoro. I miei mobili svedesi. Non ho mai detto a nessuno, questo, mai, ma prima di conoscere Tyler avevo intenzione di comperare un cane e chiamarlo ‘Entourage’. A questo punto si può arrivare…”. Ma noi siamo tipi da ”Flight Club”, e allora sursum corda! Passiamo, dunque, dal down (della notte) al dawn del giorno, con un esercizio tratto da uno dei miei libri (di form-azione e tras-formazione).

Chiudi gli occhi e respira profondamente…
Per entrare in ‘situazione’… immagina di essere in un cilindro (o in una sfera – o dove ti ‘senti meglio’) di colore blu.
Ora, con gli occhi chiusi, cerca di ‘addolcire’ in blu il nero del buio… Sei in un cilindro blu, trasparente, avvolgente… tutto intorno a te è blu, blu dipinto di blu…
Respira profondamente… Pian piano, ma solo intorno a te, il blu comincia a trascolorare in un giallo-oro, sempre più luminoso, che ti avvolge… ti ‘scivola’ addosso… Sei immerso in un’atmosfera giallo-oro…
Tu la respiri, la inspiri… inspiri il giallo-oro e lo espiri, quasi sospirando…
Il giallo che tu espiri è un giallo ‘sporco’ – sporco delle tue scorie quotidiane, ambientali – ma, immediatamente… al contatto con l’aura che ti circonda, ridiventa giallo-oro… e tu di nuovo …lo respiri. Te lo senti scivolare dentro, ti permea tutto… Sei tutto giallo oro.
Ora ti senti ‘svuotato’ di tutte le ‘scorie’: di tutte le preoccupazioni, di tutti i pensieri, i sentimenti, le sensazioni, le emozioni, soprattutto quelle negative… senti solo una tale dolcezza… ‘svenevole’. Non senti quasi più niente intorno… e dentro di te… Sei in un vuoto ‘pneumatico’… Sei pronto per ‘rinascere’!
Ora apri gli occhi… osserva tutto ciò che è intorno a te: è tutto ‘nuovo’! Non hai nessuna emozione, nessuna ‘parola’ con cui definire quello che è intorno a te! Immaginati come un pulcino appena nato…
Cerca di rimanere in questa situazione ‘estatica’… Se non sei in un luogo all’aperto (su una terrazza, un balcone, un patio, ecc.), va’ verso la finestra, affacciati e… guarda tutto come se tu fossi appena nato: ogni cosa senza nome…  senza definizione… senza ‘giudizio’…
Ora richiudi gli occhi: immergiti di nuovo nella sensazione interiore – di dolcezza, estasi, sdilinquimento… che hai appena lasciato prima di aprire gli occhi. Rigustala…
Riapri gli occhi, riguarda le cose che hai appena lasciato: riconoscile, chiamale per nome, pensale con il loro nome consueto, quello che ti è familiare.
Ma tu sei appena ‘nato’! Hai occhi nuovi… Ogni cosa, ora, la vedi in un modo differente, con una luce diversa… Tu ora sei diverso, tutte le cose intorno a te ti sembrano diverse… Ora tu sei…