L’OCCHIO INDISCRETO
(terza parte)
(terza parte)
Chiudo con questo il cerchio (vi rimando ai precedenti, recenti, post).
Edward S. Herman e il ‘mitico’ Noam Chomsky, docenti all’Università della
Pennsylvania, in un’intervista di qualche anno fa al CORRIERE DELLA SERA,
hanno testualmente affermato che Internet è il nuovo Grande Fratello di
orwelliana memoria, che tutto osserva e tutto controlla, definendo la rete
telematica come una vera e propria trappola (il flauto magico di Hamlin?).
E per rimanere tra i semiologi, Umberto Eco non definisce forse il Computer
(padre putativo di Internet) la Bestia, con non troppo celati
riferimenti all’Apocalisse giovannea? E la tv non può forse produrre
effetti panottici? E l’ipotesi, ventilata – e forse attuata
– negli USA e in Gran Bretagna, di sorvegliare le baby-sitter con l’occhio tv a
circuito chiuso per evitare maltrattamenti ai bambini, seppur motivata da
drammatici fatti di cronaca, non è forse un ‘germe’ panottico, da sommarsi ad
altri ‘marchi’ e ‘segni’ atti schedare i nostri comportamenti. Oppure, come spesso
accade con i mass-media, a condizionare i nostri comportamenti fino a
irreggimentarci (foss’anche con l’illusione di una libertà personale incondizionata). Dapprima a
fin di bene, poi per indurci a fare la fine dei ‘porci di Gadara’ (che, invasati, pur
essendo ‘in formazione’ ma non nella giusta ‘rotta’, affogarono in branco nello
stagno: concetto ripreso da Ronald D. Laing, psicanalista radicale, dai
Vangeli)?
Lo spazio a noi circostante condiziona i nostri comportamenti e le nostre
azioni: il Panopticon di Bentham funzionava proprio per questo – perché lo
spazio era strutturato e utilizzato in maniera tale da conseguire i risultati
che ormai ben conosciamo. Nella società contemporanea si parla molto della
differenza tra spazio e luogo, luogo di transito e non luogo... Questo dello
spazio, e del luogo in genere, è argomento che ci tocca molto da vicino: nelle
metropoli dell’era post-moderna coglie il germe delle metamorfosi che
quotidianamente accompagnano l’evoluzione dei centri urbani. Ma anche della noosfera
(il mondo del pensiero) in generale: superati i tradizionali modelli lineari di
marca newtoniana e darwiniana, nella nuova sintesi originata da questa
insensibile rivoluzione in cui tutto è in relazione (la rete della
vita di cui parla Fritjof Capra, intellettuale e scienziato di frontiera)
potremmo realmente essere schiavi di un meccanismo panoptico, che non ha alcuna
fisicità spaziale, che vive in un non meglio definito ‘non luogo’, al massimo
tra fibre ottiche e cavi telefonici. Non più il mitico Argo dai mille
occhi, ma un solo grande occhio su mille teste... Foucault aveva visto
giusto (sempre in “Sorvegliare e punire”): “Bentham sogna di fare una
rete di dispositivi che sarebbero ovunque e sempre all’erta,
percorrendo la società senza lacuna né interruzione”. Sì,
abbiamo capito proprio bene: il sogno di Bentham era, secondo Foucault, quello
di costruire una rete, una trama di dispositivi, ovunque e sempre, qui e
ora; sì proprio una inter-rete (internet?), che è in ogni luogo e in
ogni istante (un dio minore?).
Naturalmente, questa ‘figura’ – del Panopticon prima, del ‘Grande Fratello’
poi (prima c’era il Leviatano, lo Stato-monstre, ma almeno era
visibile...) – ha suscitato intorno a sé grande interesse (e mille interessi),
col suo grande fascino (charme: canto incantatore), il suo alone di
mistero. Mille le domande. Come risposta, in molti si sono occupati della faccenda
panoptica: aderenti a movimenti religiosi (i fondamentalisti della ‘grande
cospirazione’), intellettuali dell’’ermeneutica del sospetto’, registi... C’è
chi ha pensato bene di tradurre in pellicola vicende che parecchio hanno a che
fare con il ‘Grande Fratello’: “Orwell 1984” e “The Truman Show”
sono solo gli esempi più diretti (ma la realtà supera, come al solito, la
fantasia del grande schermo: l’aspirante attrice che, qualche anno fa, a
Santiago del Cile, offriva ogni sua intimità quotidiana dalla casa trasparente
appollaiata su un palo dà il senso dello zeit-geist, dello ‘spirito del
tempo’ – ma ovviamente è anche questo solo la punta dell’iceberg). E poi, per
rimanere a tecnologie già alla portata di tutti: i video-cellulari, la
videosorveglianza dilagante, Echelon (il ‘grande orecchio’ della NSA – National
Security Agency: “non è fantascienza, ci ho lavorato... La maxirete di
spionaggio elettronico può intercettare telefonate, fax, e-mail...” Mike
Frost alla CBS, fine febbraio 2000).
Come si è notato i riferimenti non sono dei più recenti: quel che accade
oggi è sotto gli occhi di tutti. Eppure, internet serve ed è un servizio dalle
occasioni uniche: gettando la rete (meglio che dire: “immergendosi
nell’oceano-web” – al limite: “cavalcando le onde-web”. Le parole ‘forgiano’ la
realtà…) si potranno portare a riva perle e altri tesori, anche nascosti. Se
gli infidi occhi del mitico Argo si sono tramutati nei più innocui (e
piacevoli) ‘occhi’ della coda del pavone, anche nella realtà di oggi il
miracolo può avvenire: sono convinto che è ancora tutto (o quasi) nelle nostre
mani (tralascio per il momento la ‘rete di Indra’ – ovvero il ‘tutto è collegato
– con Dio sommo regista delle convinzioni
religiose e/o spirituali). Siamo noi a decidere oggi se il nostro domani sarà un
‘domani panoptico’ e se con questo ‘occhio indiscreto’ potremo meglio scrutare
l’orizzonte.