sabato 30 marzo 2019

L’OCCHIO INDISCRETO (terza parte)


L’OCCHIO INDISCRETO
(terza parte)
Chiudo con questo il cerchio (vi rimando ai precedenti, recenti, post).
Edward S. Herman e il ‘mitico’ Noam Chomsky, docenti all’Università della Pennsylvania, in un’intervista di qualche anno fa al CORRIERE DELLA SERA, hanno testualmente affermato che Internet è il nuovo Grande Fratello di orwelliana memoria, che tutto osserva e tutto controlla, definendo la rete telematica come una vera e propria trappola (il flauto magico di Hamlin?). E per rimanere tra i semiologi, Umberto Eco non definisce forse il Computer (padre putativo di Internet) la Bestia, con non troppo celati riferimenti all’Apocalisse giovannea? E la tv non può forse produrre effetti panottici? E l’ipotesi, ventilata – e forse attuata – negli USA e in Gran Bretagna, di sorvegliare le baby-sitter con l’occhio tv a circuito chiuso per evitare maltrattamenti ai bambini, seppur motivata da drammatici fatti di cronaca, non è forse un ‘germe’ panottico, da sommarsi ad altri ‘marchi’ e ‘segni’ atti schedare i nostri comportamenti. Oppure, come spesso accade con i mass-media, a condizionare i nostri comportamenti fino a irreggimentarci (foss’anche con l’illusione di una libertà personale incondizionata). Dapprima a fin di bene, poi per indurci a fare la fine dei ‘porci di Gadara’ (che, invasati, pur essendo ‘in formazione’ ma non nella giusta ‘rotta’, affogarono in branco nello stagno: concetto ripreso da Ronald D. Laing, psicanalista radicale, dai Vangeli)?
Lo spazio a noi circostante condiziona i nostri comportamenti e le nostre azioni: il Panopticon di Bentham funzionava proprio per questo – perché lo spazio era strutturato e utilizzato in maniera tale da conseguire i risultati che ormai ben conosciamo. Nella società contemporanea si parla molto della differenza tra spazio e luogo, luogo di transito e non luogo... Questo dello spazio, e del luogo in genere, è argomento che ci tocca molto da vicino: nelle metropoli dell’era post-moderna coglie il germe delle metamorfosi che quotidianamente accompagnano l’evoluzione dei centri urbani. Ma anche della noosfera (il mondo del pensiero) in generale: superati i tradizionali modelli lineari di marca newtoniana e darwiniana, nella nuova sintesi originata da questa insensibile rivoluzione in cui tutto è in relazione (la rete della vita di cui parla Fritjof Capra, intellettuale e scienziato di frontiera) potremmo realmente essere schiavi di un meccanismo panoptico, che non ha alcuna fisicità spaziale, che vive in un non meglio definito ‘non luogo’, al massimo tra fibre ottiche e cavi telefonici. Non più il mitico Argo dai mille occhi, ma un solo grande occhio su mille teste... Foucault aveva visto giusto (sempre in “Sorvegliare e punire”): “Bentham sogna di fare una rete di dispositivi che sarebbero ovunque e sempre all’erta, percorrendo la società senza lacuna né interruzione”. Sì, abbiamo capito proprio bene: il sogno di Bentham era, secondo Foucault, quello di costruire una rete, una trama di dispositivi, ovunque e sempre, qui e ora; sì proprio una inter-rete (internet?), che è in ogni luogo e in ogni istante (un dio minore?).
Naturalmente, questa ‘figura’ – del Panopticon prima, del ‘Grande Fratello’ poi (prima c’era il Leviatano, lo Stato-monstre, ma almeno era visibile...) – ha suscitato intorno a sé grande interesse (e mille interessi), col suo grande fascino (charme: canto incantatore), il suo alone di mistero. Mille le domande. Come risposta, in molti si sono occupati della faccenda panoptica: aderenti a movimenti religiosi (i fondamentalisti della ‘grande cospirazione’), intellettuali dell’’ermeneutica del sospetto’, registi... C’è chi ha pensato bene di tradurre in pellicola vicende che parecchio hanno a che fare con il ‘Grande Fratello’: “Orwell 1984” e “The Truman Show” sono solo gli esempi più diretti (ma la realtà supera, come al solito, la fantasia del grande schermo: l’aspirante attrice che, qualche anno fa, a Santiago del Cile, offriva ogni sua intimità quotidiana dalla casa trasparente appollaiata su un palo dà il senso dello zeit-geist, dello ‘spirito del tempo’ – ma ovviamente è anche questo solo la punta dell’iceberg). E poi, per rimanere a tecnologie già alla portata di tutti: i video-cellulari, la videosorveglianza dilagante, Echelon (il ‘grande orecchio’ della NSA – National Security Agency: “non è fantascienza, ci ho lavorato... La maxirete di spionaggio elettronico può intercettare telefonate, fax, e-mail...” Mike Frost alla CBS, fine febbraio 2000).
Come si è notato i riferimenti non sono dei più recenti: quel che accade oggi è sotto gli occhi di tutti. Eppure, internet serve ed è un servizio dalle occasioni uniche: gettando la rete (meglio che dire: “immergendosi nell’oceano-web” – al limite: “cavalcando le onde-web”. Le parole ‘forgiano’ la realtà…) si potranno portare a riva perle e altri tesori, anche nascosti. Se gli infidi occhi del mitico Argo si sono tramutati nei più innocui (e piacevoli) ‘occhi’ della coda del pavone, anche nella realtà di oggi il miracolo può avvenire: sono convinto che è ancora tutto (o quasi) nelle nostre mani (tralascio per il momento la ‘rete di Indra’ – ovvero il ‘tutto è collegato – con Dio sommo regista  delle convinzioni religiose e/o spirituali). Siamo noi a decidere oggi se il nostro domani sarà un ‘domani panoptico’ e se con questo ‘occhio indiscreto’ potremo meglio scrutare l’orizzonte.

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