JERICOACOARA MON AMOUR
Domenica letteraria.
Ecco un nuovo post, cover (parziale) di un vecchio post di domenica 13 dicembre 2009 (il seguito le prossime volte)
Ecco un nuovo post, cover (parziale) di un vecchio post di domenica 13 dicembre 2009 (il seguito le prossime volte)
Capirete perché…
(saudade di terre lontane e atmosfere calde e cool).
P.S. Jericoacoara
fa riferimento al mio romanzo, da cui questo brano è tratto.
Guardiana del sogno, la brezza
pomeridiana. My boo: Arianna, sospinta dai sospiri eterici di Alicia
Keys, scavalcò flessuosa l’adone sdraiato sulla sabbia fine lambita
dall’andirivieni di onde, tenue sospiro dell’oceano. La pelle brinata, e
brunita, di Tomás raccoglieva golosa i gelosi raggi del sole tardo-invernale
del Nordeste, caldi malgré tout. Rinviandoli rifratti e
condensati a formare un’aura caleidoscopica, custode del suo corpo come in un
sacro sarcofago. Uniche increspature, il vibrare della muscolatura tonica e il
crogiolarsi sul bagnasciuga della spuma effervescente: lascivo invito al
retrostante, desertico, Sertão a lasciarsi andare.
Brasile: legno di colore rosso. E rosso
fuoco il colore (politico) e il calore di Arianna, specie quella ex ante. Il
primo tuffo velvet underground dalle felpate sabbie di Praia das
Fontes, nel febbraio del ’74: lo stesso anno, la stessa acquariana
atmosfera dell’incontro con Lorenzo, solo un paio di mesi in anticipo.
“Quando soffia la brezza primaverile
dell’amore ogni ramo, che non sia secco, si mette a danzare.” La poesia di Rumi, il bardo sufi che
soffiava nel suo oceano interiore, aveva accompagnato il surfeggiare del suo
cuore alla Prevert sulle onde dell’amore, prima cosmico, poi orgasmico. Un
amore (quello pre-Lorenzo) sbocciato sulle dune di sabbia bianca e fiorito tra
le scogliere e il labirinto stellare delle falesie.
Era la seconda storia importante di
Arianna, una passione sbocciata sulle ceneri (e sbocconcellata sulla sabbia).
La prima, invece, appassita, bocciata, scivolata sulla prima buccia di banana.
Gialla ma annerita in più punti. Ma questo frutto della passione,
passiflora sbucata dall’oceano, ben lontano da casa, era stato più profondo,
eppure anch’esso fugace.
Nulla, però, in confronto alla terza, la
liaison con Lorenzo. Questo amore così violento, così fragile, così
tenero, così disperato. Bello come il giorno, cattivo come il tempo. quando il
tempo è cattivo. Questo amore così vero, così bello, così felice, così gaio e
così beffardo. Tremante di paura come un bambino al buio. E così sicuro di sé,
come un uomo tranquillo nel cuore della notte. Questo amore che impauriva gli
altri. Che li faceva parlare, che li faceva impallidire. Questo amore spiato.
Perché noi lo spiavamo. Perseguitato ferito calpestato ucciso negato,
dimenticato. Perché noi l’abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato,
dimenticato. Questo amore tutto intero. Ancora così vivo. E tutto soleggiato...
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