sabato 2 marzo 2019

L'ANGELO NECESSARIO (seconda parte)


 L'ANGELO NECESSARIO
(seconda parte)

Oggi, riprendendo il post precedente, vi ripropongo la seconda parte del post del 27 novembre 2008 relativo agli angeli – d’altronde è domenica (ma ogni giorno può essere domenica, Pasqua – ossia “resurrezione” – Natale, “rinascita”…).

Ma chi sono questi angeli, queste eteree figure che hanno affollato l’immaginario di tutte le culture, e che s’infilano nelle crepe del ‘velo’ divisorio tra spazio-tempo umano (chronos) e spazio-tempo oltre-umano (aion) per dispensarci grazie insperate, difenderci dai pericoli o dirigere i nostri passi verso traguardi voluti o inattesi? Chi è questo daimon – nel senso greco (rivalutato dallo psicologo ’cult’ James Hillman) di spirito che ci fa da compagno invisibile – che ci guida verso il compimento del nostro cammino terreno?
Daimon interiore o Angelo esterno (ma tra i due ci può essere, non solo armonia – l’uno non esclude l’altro – ma addirittura coincidenza), che, come ricorda Hillman, era accettato e rispettato dagli antichi, mentre noi, impregnati di scetticismo laico e moderno, preferiamo immaginarci ‘gettati nel mondo’, senza protezione, vigilanza, né collegamento alcuno con la ‘rete’ che collega e interseca il mondo visibile e quello invisibile.
Il Cristianesimo, e prima ancora l’Ebraismo, ha sempre creduto all’esistenza degli angeli. Innumerevoli sono gli episodi in cui si manifesta questa speciale manifestazione di Dio, sin dai tempi del Paradiso terrestre (i cherubini che sbarrano l’accesso all’albero della vita dopo il peccato di Adamo ed Eva, oppure i tre angeli – molto ‘umani’, uno di essi molto ‘divino’... – che Abramo invita nella sua tenda), per arrivare alla Rivelazione finale del piano divino, quando (nell’Apocalisse di Giovanni) la ‘storia del mondo’, iniziata dopo la caduta dei nostri progenitori, nella sua evoluzione conclusiva sarà sorretta e guidata proprio dagli angeli.
In definitiva, gli angeli (e, per altri versi, la loro controparte negativa, i demòni – per non parlare, ma qui stiamo alla ‘ghianda’ hillmaniana, dei démoni socratici, quelli buoni), questi illustri sconosciuti, hanno (ebbero e avranno), malgré le ragione dei ‘benpensanti’, un ruolo fondamentale nell’esistenza umana, singola e collettiva.
Angeli e démoni: la dynamis contro l’angst (la forza contro l’angoscia: una ‘dinamite’ contro la depressione).
Diceva Rilke: “Non voglio che siano eliminati i dèmoni, perché si porterebbero via anche i miei angeli”. Anche se l’Uomo e la Donna hanno un ruolo decisivo nello svolgere la ‘matassa’ della propria vita, queste presenze spirituali ‘recitano’ una ‘parte’ importante nella ‘commedia’ esistenziale: “Noi preferiamo interpretarlo come un Teatro dello Spirito, di cui Dio è regista, gli Angeli e i Demoni comprimari e l’Uomo o spettatore o attore, dipende dalla sua libera volontà. Un attore la cui parte assume significato man mano che Dio gliela svela, sempre se l’Uomo dà il suo consenso... La parte viene scritta insieme, non è imposta dall’alto”. Così un personaggio del libro della Francescato. Importante è notare che in quest’azione scenica l’Angelo non può forzare l’Uomo, anzi gli è sottomesso. E per questo in molte scuole esoteriche o magiche s’insegna a contattare l’angelo (tipiche le famose ‘invocazioni enochiane’) per renderlo famulus (servitore) dell’adepto. Pratica però ben poco consigliabile, perché si potrebbero scambiare lucciole per lanterne...
Naturalmente, in pieno mondo secolarizzato (per quanto ci sia ancora, latente, un Risveglio della Spiritualità, sia pure spesso in forme ibride o confuse) certi termini danno fastidio alla sensibilità laica: al massimo, si parlerà di Energie Positive o Negative, oppure di Archetipi Universali. Questi termini, più consoni allo Zeit-Geist (Spirito del Tempo), non sono in sé errati: illuminano una ‘faccia’ del mondo ‘invisibile’, ma non ne esauriscono tutte le possibilità. Meglio comunque della teoria ‘riduzionista’ della Psicoanalisi, secondo cui apparizioni, segnali, sogni (e, di conseguenza, gli angeli), fanno parte del Teatro dell’Inconscio: anche questa ‘rappresentazione’ ha un suo valido fondamento, ma ancor meno spiega esaurientemente il complesso dei fenomeni che sfuggono alla comprensione diretta degli esseri umani – quel mondo “oltre il mondo” di cui hanno parlato psicologi come Jung, Assagioli e la sua Psicosintesi, e filosofi come Corbin e il suo mondo immaginale.
(continua)


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