sabato 12 giugno 2010

PRENDI LA PNL CON SPIRITO!

PRENDI LA PNL CON SPIRITO!

Spirit of love


Dal blog di Fabio Guidi, noto ‘maestro’ di Psicosintesi (v. Progetto Psicosintesi), traggo un exerceptum (Biblioterapia) che ben chiosa la chiusura del Salone del Libro a Torino (ovviamente, l’accostamento è mio, ma come si sa tout se tient). A proposito, indeciso tra ‘salone’ e ‘fiera’ (del libro) avevo scritto ‘saliera’: lapsus freudiano? No, lupus erimatoso (nel senso di "voglia di rima"). Sincronismo junghiano: mia figlia mi porta il caffè… (e scopre pure su internet di aver superato l'esame: ripeto, tout se tient...). Comunque, saliera o zuccheriera, fosse pure teiera, l’importante è che ci sia il libro. A zolle (pocket), a chicchi (livre de poche - c'est la même chose…), anche solo un pizzico… D’altronde, il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza… (Osea 4,6 – nell’Antico Testamento). Non solo: il deserto cresce... guai a chi cela deserti dentro di sé! (Nietzsche)

Ed ecco, in un'oasi (fata morgana?), il flos de floribus (il mio è un hortus conclusus).

“Il Lavoro, vale a dire la pratica vera e propria della psicosintesi, si avvale di innumerevoli strumenti. Uno dei più interessanti è costituito dalla lettura, al punto che si può parlare senza dubbio di «biblioterapia». Direi che la lettura, in un’ottica di crescita personale, assolve a tre scopi fondamentali:

1) Imparare bene la lingua italiana. “I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”, scriveva Wittgenstein circa un secolo fa. La povertà linguistica implica la povertà della propria visione della vita, restringe il nostro «mondo», cioè la rappresentazione psichica della realtà in cui siamo immersi e la possibilità stessa di esprimere la nostra piena personalità, di incidere creativamente nel contesto vitale. Di contro, la padronanza di un ricco linguaggio, oltre ad aumentare il senso di autostima e permettere di acquistare maggiore autorevolezza (così va il mondo), ci mette maggiormente in grado di assimilare e scambiare cultura. In altre parole, ci rende interpreti attivi del nostro contesto socio-culturale.
In questo senso, è preoccupante quanto ci viene riferito dalle ricerche di questi ultimi anni, secondo le quali il vocabolario delle nuove generazioni si sta progressivamente e vistosamente riducendo rispetto a qualche decennio fa. La povertà di linguaggio si traduce inevitabilmente in una povertà di «esperienza interiore» e quindi nella banalizzazione del proprio atteggiamento esistenziale. Se nelle società premoderne un linguaggio limitato non pregiudica la comprensione profonda del proprio mondo, perché assai circoscritto, nella nostra attuale civiltà occidentale questo non è più possibile: la povertà linguistica si traduce in una povertà concettuale e, infine, in una povertà esistenziale. E la povertà esistenziale è il primo ostacolo alla nostra evoluzione interiore.

2) Acquisire delle istruzioni accurate. Impegnarci nella crescita personale richiede l’acquisizione di una serie di nozioni corrette, riguardo alla natura dell’uomo, ai metodi di sviluppo interiore, ai rischi connessi, agli stadi da attraversare, e così via. In questo senso, non è sufficiente che ciò che si legge sia stato scritto in buon stile e che abbia una certa dignità ‘culturale’, ma è necessario che contenga informazioni accurate e veritiere riguardo al fine che ci siamo posti, vale a dire la ricerca interiore. La lettura, allora, diventa un vero e proprio studio, cioè un esercizio preliminare nel quale si pongano le basi per il Lavoro vero e proprio. È importante comprendere a fondo questo punto. La lettura di testi non ha mai fatto evolvere nessuno, semmai lo ha fornito di una mappa linguistico-concettuale necessaria per affrontare il Lavoro, cercando di limitare al massimo l’enorme possibilità di fraintendimenti e incomprensioni di fronte alle quali si perdono purtroppo molti aspiranti alla conoscenza e allo sviluppo di sé. Ma dove reperire queste informazioni accurate? Quali libri scegliere all’interno dell’attuale immensa produzione di testi che ci vogliono parlare di crescita personale e di evoluzione spirituale (la maggior parte dei quali vere e proprie raccolte di fandonie)? Come eludere il rischio di un’interpretazione riduttiva (o del tutto inadeguata) di queste letture? Lascio a voi le risposte.

3) Stimolare la fiducia nel cammino di crescita. La lettura assolve anche ad un’altra importante funzione: bilanciare le ‘impressioni’ negative che ci provengono dal mondo esterno. Siamo continuamente bombardati da stimoli che trasmettono spensieratezza superficiale, cattivo gusto, disonestà e ipocrisia, tepidezza piccolo-borghese, avidità, arroganza, confusione mentale, irrazionalità… Non è facile contrastare queste forze potenti senza qualcosa che ci protegga, ci sostenga nella determinazione per il nostro cammino di crescita.
La possibilità di frequentare regolarmente ambienti dove respirare energie più elevate non è sempre a portata di mano. Perché allora non affidarsi, quotidianamente, a delle buone letture di spessore spirituale? Ad esempio, le biografie o le autobiografie, soprattutto dei Maestri, si prestano ottimamente allo scopo di infondere e rinsaldare la fiducia necessaria al cammino. La qualità indubbiamente più apprezzabile per affrontare con profitto l’avventura dell’evoluzione interiore è proprio la fiducia, cioè il fare assegnamento sul fatto che la ricerca di Sé sia l’unica occupazione degna d’interesse, l’unico scopo capace di guidarci verso la «guarigione» definitiva. Nella consapevolezza che si tratta di un cammino faticoso, durante il quale dobbiamo inevitabilmente attraversare territori ostili e sconosciuti… un cammino che richiede una grande risolutezza.

In tutto ciò sta la chiave per comprendere il significato della lettura nello spirito pscosintetico, cioè di una vera e propria «biblioterapia». Senza dimenticare l’indicazione più importante: non vi sono libri di per sé buoni (mentre ve ne sono senz’altro di per sé cattivi, se non pessimi): un buon libro è tale quando è letto dalla persona giusta nella condizione giusta nel momento giusto. Il che rende estremamente problematico consigliare una lettura.”

OK. Recepito il messaggio? E per sintonizzarmi con l’’emittente’, vi chiedo di sintonizzarvi sulle onde del mio Prendi la PNL con Spirito! appena uscito per i tipi di ARMANDO Editore. Ve lo suggerisco, non perché è mio, ma perché è molto diverso dagli altri libri sulla PNL (tra l'altro per Armando è forse il primo libro sulla PNL, tenendo presente che pubblica i classici della psicologia): in particolare, in questo 'manuale' di "cambiamento della Weltanschauung" tratto anche dello 'spirituale' (o 'energetico': dynamis), battendo, tra l'altro, le vie di Gurdjieff, Almaas, Osho, Maslow, Gesù (ça va sans dire) e, ovviamente, Assagioli (e qui torna la psicosintesi: ecco perché Fabio Guidi casca a fagiolo).
A proposito, eccovi un assaggio (dall’introduzione). Vi farà da guida per il week-end:

“Vere e proprie malattie sono diventate ormai modi di vita: l’esaurimento, la depressione, l’agitazione, i complessi d’inferiorità, l’impazienza, l’aggressività … la paura, l’angoscia (…) È penoso constatare quanti uomini siano ridotti a niente, rispetto a quello che potrebbero essere (…) La Folla e la Massa sostituiscono l’individuo cosciente.” Così Pierre Daco. Ancor prima Ronald D. Laing, con il suo sempre attuale: “Nessuno oggi, uomo o donna, può mettersi a pensare, sentire od agire se non partendo dalla propria alienazione (….) L’umanità è estraniata dalle sue possibilità autentiche.” Non solo: “… se la psiche è l’anima, e l’anima è il mondo dell’esperienza, come sostiene Aristotele, essa ci fa paura. Non ne vogliamo troppa o troppe varietà. La vogliamo ridotta a percezione e a immaginazione terrene, niente sogni a colori…”

Fatto è che, per condirla alla Cioran: “… la turba … è incapace di comprendere il rapporto esistente fra idea di vuoto e sensazione di libertà (…) sempre confonderà apparenza e sostanza”. Ed è quel che capita spesso a ciascuno di noi: ci sentiamo vuoti, inconcludenti, confondiamo le priorità… E senza andare così nel ‘profondo’, basta masticare anche il semplice “pane quotidiano”: “Non riesco ad incominciare … Non riesco a concentrarmi come dovrei … Divento confuso e nervoso, mi sento oppresso … So che dovrei fare le cose diversamente, ma mi sembra di non essere capace di cambiare…” (J. Minninger – E. Dugan). Per non parlare poi di mancanza di obiettivi, di carente messa a fuoco degli stessi, di desiderio e, insieme, incapacità di passare dallo stato attuale (KO) allo stato desiderato (OK). Insomma, la necessità di cambiare, il più velocemente possibile…

Ebbene tutto questo è ora possibile con le tecniche dalla Programmazione Neuro Linguistica che, nell’ambito dei più moderni, efficaci e strategici “approcci brevi” (o terapie brevi strategiche), punta alla soluzione dei problemi (solution oriented più che problem solving) e alla ‘ristrutturazione’ della persona, in modo da potenziarne tutte le capacità o, ancor più, ‘elicitarne’ ulteriori ‘abilità’. La PNL ritiene infatti che il cambiamento sia qualcosa che debba avvenire rapidamente, al contrario di quanto sostiene (e accade: quando accade…) nella psicologia tradizionale, per la quale il cambiamento è necessariamente qualcosa di lungo e cadenzato.

Infatti, è ben noto che uno dei fondamenti della psicanalisi era l’assunto che l’analizzato, per superare e risolvere problematiche di vario genere e ‘spessore’, dovesse seguire un percorso rielaborativo, fondato sulla riscoperta (‘scavo’ nelle “profondità oscure” della psiche) di precedenti esperienze, rimosse nell’inconscio o latenti nel subconscio. Ma tutto ciò comportava tempi lunghi (e altrettanti costi), nonché esperienze negative, allorquando i ‘fantasmi’ del proprio passato riprendevano ‘corpo’. Invece con la PNL, che, salvo qualche ‘coincidenza’ o ‘convergenza’, è proprio l’antitesi della psicanalisi – in effetti la PNL nasce come disciplina psicoterapeutica; poi, dall’originario ambito di applicazione, ha esteso il suo campo d’azione su altri territori: da quelli personali ai rapporti interpersonali, fino alla comunicazione, agli ambiti professionali, quelli finanziari… (l’origine è americana…) –, partendo dalla modificazione dello stato emotivo, cognitivo e comportamentale, mediante l’utilizzo di una serie di strategie (anche ‘paradossali’), spesso sottilmente e dolcemente ‘ipnotiche’ e ‘suggestive’, si raggiungono in breve tempo (talora in una sola seduta…) risultati efficaci, se non eclatanti.

“Per ogni situazione ci sono molte soluzioni; la magia della programmazione neurolinguistica consiste nel sapere ogni volta ‘inventare’ la soluzione giusta per ottenere il cambiamento in modo originale, creativo ed efficace”. (R. Bandler). Ed è quello che si propone questo libro, in cui, oltre che le spicciole ed efficaci soluzioni, gli esercizi, la teoria e la pratica, quel che più vale e intriga (‘colorando’ tutta la tua nuova ‘persona’ – meglio ancora: una persona con un’essenza) è l’atmosfera (la stimmung) che avvolge e compenetra il lettore, fino a modificarne, in modo positivo, la sua “visione del mondo” (Weltanschauung).

Tutto questo, unendo teoria e prassi, ‘arte’ e ‘azione’: “… fondere arte e azione è unire il fiore che appassisce e il fiore che dura per sempre; come mescolare in un solo individuo i due contraddittori desideri della umanità, ed i rispettivi sogni di una loro attuazione.” (Y. Mishima). Diciamo pure che il lettore, passo passo, mano nella mano, di fiore in fiore, passerà da un low state a un peak state e, se le circostanze saranno favorevoli, e ci metterà impegno, attenzione e intenzione, sperimenterà anche le esperienze delle vette…

Per aspera ad astra!



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