IL TEMPO DELLE DECISIONI
«Ama e fa’ ciò che vuoi» diceva Sant’Agostino.“Decidi dall’Essere e fa’ ciò che vuoi” mi verrebbe da dire
dopo aver riletto un libro di Mauro Ventola, giovane pensatore di talento, a cui
ho prefato e commentato più d’un libro.
Decidere: tagliare via (il superfluo). Quello della decisione è uno degli
ambiti più problematici del nostro tempo: non siamo più nel “tempo delle mele”
(qualcuna ne è rimasta, ma acerba o guasta), ma neanche nel “tempo del male” (ma c’è
sempre più la “banalità del male”); direi che, più che altro, siamo nel tempo delle molle: un po’ su un po’ giù,
un po’ di qui un po’ di là… Tante banderuole, tanti zombie, tanti “tutti d’un
pezzo” (come robot).
È questo un tempo di crisi,
quindi di necessità di discernimento
(l’etimo è, sostanzialmente, lo stesso). E se c’è crisi, ci sono – lo sanno
ormai anche i bimbi – le opportunità. E se è tempo di discernimento, la
questione non è se sia bene decidere (o piuttosto rimanere in stand-by), ma solo
su cosa sia bene decidere. È giusto
avere un periodo di epoché, di sosta, ma è giunto il momento di passare
decisamente dall’avere all’essere, insomma di passare all’azione (cominciando dalle elezioni).
Il sì ad una scelta, deve essere, però, completato da alcuni no, altrimenti è illusorio. In ogni caso, è il tempo delle decisioni.
“Gesù si diresse decisamente verso Gerusalemme”. La sua vita non vaga a casaccio, ma Gesù va dritto verso il
luogo della suprema testimonianza. È un modo di sottolineare la libertà
dell’aver deciso un orientamento, una direzione, che comprende e coinvolge con
sé tutto il resto.
La morte di Gesù è il ritorno del
Figlio al Padre suo. La sua ultima parola – “Tutto è compiuto” – significa
che egli ha condotto a buon fine la sua missione.
E noi, la nostra missione la stiamo compiendo? E poi, qual è la nostra
missione? Ne abbiamo una? È diversa da quella degli altri, o siamo tutti
indirizzati verso un’unica meta?
Meta, metànoia, metafora. Lo scopo è il cambiamento di mentalità, la
trasformazione (metamorfosi) di noi stessi e del mondo che ci è attorno. Se prima eravamo metà, ora siamo interi...
Ma, innanzitutto, è necessario partire, fare il primo passo, poi il
secondo, il terzo… Purché non ci si fermi a metà del cammino. La meta
è vicina, lo Spirito soffia, la carne urla: l’importante è rimanere
sottovento.
Sì, come afferma la Kabbalah (la mistica ebraica, e, in fondo, lo
stesso Cristianesimo), per esistere, quindi essere, dobbiamo divenire:
il cambiamento costante ci porta a livelli sempre superiori. La
nostra vita è una ‘pasqua’, un passare oltre: c’è il lunedì, il martedì…
il giovedì santo, il venerdì santo, la ‘passione’, la ‘morte’, la ‘risurrezione’.
Non solo, ma il nostro “quadretto” individuale dev’essere inserito in un
grande “polittico”: nostro scopo è rimuovere caos e sofferenza, non solo dalla
nostra vita, ma da quella di chi ci è vicino (e lontano). Se la nostra vita è
perfetta, ma la nostra famiglia, i nostri vicini, i colleghi di lavoro,
sperimentano caos e sofferenza, la loro ‘entropia’ (degrado) rischia di
contaminarci, di risucchiarci, vampirizzarci, licantropizzarci.
Eppure, solo il caos può partorire la stella danzante… Elevando le
singole ‘consapevolezze’, anche la world consciousness (coscienza mondiale) si
eleverà a livello di consapevolezza cosmica. Il caos partorirà la stella danzante.
Per progredire nelle nostre esistenze quotidiane è però necessario – come già
detto – prima fermarsi (fermati e ascolta il tuo Dio…): dobbiamo individuare
(identificare) dove siamo (lo stato attuale) e stabilire
la meta, ossia dove vogliamo andare,
quali risultati desideriamo ottenere, quale vita condurre, che uomo e donna
vogliamo essere (lo stato desiderato).
Se consideriamo che ‘desiderio’ ha a che fare con le stelle (sidera), possiamo ben dire: dalle stalle alle stelle.
Se consideriamo che ‘desiderio’ ha a che fare con le stelle (sidera), possiamo ben dire: dalle stalle alle stelle.
«Riportate, come me, la virtù volata via
sulla terra – sì, riportatela al corpo e alla vita; perché dia un senso alla
terra, un senso umano!» Così cantava Nietzsche.
E io, con Gregorio Nazianzeno, aggiungo: «Scruta seriamente te stesso, il tuo essere,
il tuo destino; donde vieni e dove dovrai posarti; cerca di conoscere se è vita
quella che vivi o se c’è qualcosa di più.»
E se vuoi qualcosa di piu, devi decidere ...adesso!
E se vuoi qualcosa di piu, devi decidere ...adesso!
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