domenica 31 maggio 2009

Killing me softly

KILLING ME SOFTLY (LOVE ME TENDER)

“Da dove veniamo, dove siamo, dove andiamo?”

“Non so cosa voglio, ma so che voglio qualcosa.

“…non so dove sto andando … ma so che sto andando da qualche parte.”

La prima è la “domanda originaria”, quella del primo uomo ‘filosofo’ (subito dopo aver inventato la ruota).

Le altre due sono le risposte di Janey – l’ex modella tornata sul set fotografico a trent’anni suonati (in Bionde a pezzi di Candace Bushnell, l’autrice di Sex and the City) – a chi le chiedeva cosa volesse dalla vita e quali fossero i suoi obiettivi.

Nel primo caso, una domanda con un ‘senso’ (e in cerca di una ‘direzione’), permeata dalle emozioni produttive che accompagnano ogni ‘scoperta’: la ‘fanciullesca’ voglia di novità, la meraviglia, la curiosità…

Tutti ‘stati’, mentali e d’animo, potenzianti per chi vuole ‘crescere’.

E tu vuoi crescere…

Negli altri due casi, il ‘volere’ e il ‘sapere’ (so che voglio qualcosa… so che sto andando da qualche parte):

questi sono due operatori modali ‘positivi’ che condizionano le tue submodalità emozionali, accelerando così i tuoi ‘passi’ verso il traguardo.

Tu non devi stare più dietro alle mode, a ciò che dicono gli altri, a ciò che dice il tuo stesso Io: tu devi seguire il tuo spirito, la tua essenza…

E non devi dire: io voglio! ‘Volere’ indica una mancanza: tu vuoi qualcosa che ti manca, di cui sei privo. Di’: io desidero! Il desiderio, come pure l’immaginazione, è molto più forte della volontà: indica ‘attrazione’e ciò che tu attrai ti verrà incontro, si rotolerà ai tuoi piedi…

Ora, per andare avanti e percorrere questo tracciato di “salita verso la vetta”, devi, anzitutto, aprire una ‘breccia’ nella ‘muraglia’ che fa da perimetro invalicabile alla tua comfort zone (sì, vale per tutti gli uomini e le donne: ognuno ha la sua ‘gabbia dorata’, piccola o grande che sia, da cui non vuole uscire: benessere, stabilità economica e sociale, ganci e agganci dovunque).

Sì, devi uscire dalla ‘gabbia’ del tuo solito modo di pensare.

Slegati la testa!

E per fare questo, devi cominciare, già da adesso, a pensare con la modalità del cosiddetto breakthrough thinking (ossia, per dirla con Deepak Chopra, cercare di migliorare una certa situazione portando all’impossibile le aspettative e impegnandosi al massimo nella ricerca della strada migliore per farla avverare”).

Ora ti dico ‘devi’, perché finora, forse, non hai potuto.

Ma tra poco vorrai! Anzi, desidererai…

(E tra poco userai il ‘presente’ …non più il ‘futuro’.)

Inizia, dunque, a pensare in termini di ‘impossibile’… (l’ho messo in grassetto di proposito).

Infinite possibilità, infiniti ‘mondi’, infinite realtà sono lì, disponibili. Tocca te fare il primo passo….

Are you ready for a miracle?

Devi cambiare ‘immagine’

Devi spogliarti di tutte le convinzioni e i preconcetti limitanti

Devi ri-partire da zero.

Ora, il primo passo che devi fare è: ‘chiarire’ quale sia la tua attuale “posizione nel mondo” e qual è il ‘traguardo’ che ti prefiggi.

La tua ‘posizione-nel-mondo’, il tuo ‘essere-nel-mondo’ (termine filosofico: dasein), è quella che la PNL chiama “stato attuale”.

Il tuo ‘traguardo’ è, invece, il tuo “stato desiderato”: in un certo senso la tua mission, la tua vision, il tuo ‘sogno’ (i sogni son desideri…).

E poi, già da ora, hai la possibilità di ‘aprirti’ al mondo non immediatamente percepibile, incluso il “mondo spirituale”:

è entrato infatti in attività – è diventato ‘operativo’ (dopo il test iniziale) – il famoso “terzo occhio”, quello ‘intuitivo’ (l’oculus fidei dei mistici).

Puoi sin da ora, metterti in ascolto della cosiddetta “sorgente interiore”: ormai tutti i tuoi “sensi sottili” – non solo la “seconda vista” – si sono ‘dischiusi’…

Ora puoi entrare nel mondo dell’impossibile!

Come dice Ronald Laing: “… se la psiche è l’anima, e l’anima è il mondo della nostra esperienza … essa ci fa paura. Non ne vogliamo troppa (di anima) o troppa varietà: la vogliamo ridotta a percezione e immaginazione terrene, niente sogni a colori…”

Ma tu… colora il tuo mondo!

Anche la tua mappa mentale sta cambiando: ora non vedi più la realtà in “bianco e nero”, ma “a colori”.

Puoi cominciare ad ‘acquisire’ le mappe di tutto il territorio.

Puoi cominciare a ri-costruire il tuo mondo (quello interiore e quello ‘esteriore’).

E bada bene: questo non è un approccio religioso o teologico, ma solo l’apertura a una maggiore consapevolezza di sé e del mondo.

È un voler dare una chance alla possibilità dell’imprevedibile, del ‘miracolo’, di ciò che senza apparente causa può cambiare la tua vita o risolvere – come il Deus ex machina delle tragedie antiche – situazioni irrisolvibili.

È, insomma, un arrivare all’Origine, alla struttura più profonda della realtà, alla “forza animatrice delle cose”.

Mi fermo qui, perché, salvo approfondimenti in altra sede, questo dev’essere un approccio eminentemente ‘pratico’.

Mi basta dirti che, per mondo dello Spirito, da non contrapporre al mondo fisico, intendo il mondo delle possibilità estreme,dove tutto è possibile.

Questo può essere un mondo reale per chi è ‘credente’, oppure solo uno ‘stratagemma’: il famoso ‘come se’ (fosse vero) della PNL.

È una strategia’ razionale per andare oltre la mente logica, la quale, oltre le ben note qualità, ha un grave difetto: non prende in considerazione o considera frutto della casualità ogni evento non esplicabile, con il rischio di limitare il campo d’azione delle possibilità umane.

Invece, un approccio non lineare, che consideri le istanze dell’inconscio e del superconscio, ossia di altre ‘dimensioni’, ti consente di ampliare e amplificare al massimo, mettendo in conto il ‘miracolo’, le possibilità di riuscita quando il traguardo sembra irraggiungibile o troppo lontano nel tempo (guarigioni, promozioni in campo lavorativo, exploit professionali, ‘rinascita’ dopo un fallimento, una crisi amorosa o finanziaria, ecc.).

Riuscendo a viaggiare tra il mondo fisico e il mondo spirituale le possibilità di riuscita di strategie vincenti, come la PNL, si incrementeranno a dismisura.

Mi fermo un attimo: hai bisogno di rilassarti.

Domani devi ripartire….Ma domani è un nuovo giorno, quello decisivo!


Esercizio: il “tocco rilassante”.

Mettiti nelle condizioni favorevoli degli esercizi di rilassamento (silenzio, oppure musica chill-out: Althea René, la flautista lounge-jazz, va benissimo; altrimenti, Moments in love oppure Summer Madness. No, troppo 'eccitanti'... meglio un sottile suono di silenzio...).

Chiudi gli occhi:

è tutto nero.

No, non tutto… ecco un puntino bianco formarsi al centro del buio…

Si allarga…

è come un sole, sì, è il sole:

e poi, il nero non è più tanto nero, anzi è blu, azzurro chiaro, con riflessi verdi nella parte inferiore.

Il buio è sparito:

quello che tu vedi è l’azzurro del cielo, il mare blu dalle sfumature verdi.

Lievissimo il suo sciabordio sulla battigia… dolce il suono nelle tue orecchie, leggera la brezza che ti sfiora il corpo, che accarezza la tua pelle: un sottile suono di silenzio…

Tu sei sulla riva, qualcosa emerge dall’acqua: la figura angelica sempre più emerge dalla vicina risacca…

La sua visione ti ‘risucchia’. Il suo sguardo è il tuo sguardo…

Sì, è lei, la tua amata (o il tuo amato), ma bella come un angelo! È un angelo, ma fisico, palpabile…

Esce dall’acqua, ti si avvicina: tu sei ancora seduto, addolcito fino a sdilinquirti per l’emozione, la dolcezza, il ‘satori’, l’estasi, il nirvana… non sai come definirlo.

Lei, lui, si inginocchia, ti prende la mano, ti guarda negli occhi…

Non t’importa più di nulla…

Ok! Già leggendolo ti sei rilassato.

Ora rifai tutta la sequenza (inutile ripetere che puoi reimpostare l’esercizio ‘rievocando’ un tuo evento personale), ma tenendo la mano sinistra rilassata, mentre la mano destra avrà le dita leggermente contratte; poi, al momento culminante (diciamo, quando il lei-lui si accosta a te), quello in cui sei tutto preso dalla situazione – diciamo, al settimo cielo –, premi la punta del pollice contro il lato sinistro (o posteriore) della punta dell’indice (le due dita formeranno un occhiello’).

Per il noto effetto Pavlov del “riflesso condizionato” (quello del famoso cane che salivava al solo sentire il campanellino…), dopo un po’ di prove ti basterà formare l’’occhiello’, premendo indice e pollice, per rilassarti, per ‘addolcirti’ di colpo (senza che ci sia bisogno di rivedere tutto il “film mentale”).

Basta un click…


Torniamo a noi e al nostro breakthrough thinking.

Dopo il reset, tre saranno le colonne portanti di questo tuo nuovo assetto comportamentale:

· Apertura a 360° del tuo ‘ventaglio mentale’

· Uso strategico della parola

· Guida e controllo delle tue emozioni.

Ricorda: ogni ostacolo, ogni dubbio, ogni momento di ‘crisi’, anche nel leggere quello con cui ti sto 'impasticcando' (scherzo: la mia è una smart drug...), è un’opportunità, una nuova ‘chance’ (krisis, in greco, significa: decisione, giudizio, cernita, scelta, separazione…).

Ed è proprio nei momenti di ‘crisi’ che puoi ‘separarti’ da un contesto, da una situazione, e affrontarne un’altra. D’altronde, dei due ideogrammi cinesi relativi al termine ‘crisi’, uno significa pericolo, l’altro opportunità.

Agendo secondo la strategia che ti sto indicando già dall'inizio del mio 'affaccio' sulla 'rete' (a proposito tra non molto uscirà il mio ebook tutto per te!), avrai gli strumenti per sfruttare il secondo ‘ideogramma’.

Ricorda: il caso è il sotterfugio che Dio usa per intervenire quando non si vuole far riconoscere…

(o se preferisci, è il vestito che Dio indossa quando, in incognito, si mescola tra gli umani…)

E non è un caso che tu sia qui, e che tu mi abbia incontrato…

martedì 26 maggio 2009

Never say goodbye


Lettera a un’anima
(a message in the bottle)

“Non vedi come soffrono le coppie? Già quando l’amore è felice e i corpi si congiungono, non riescono a saldarsi, a confondersi in un solo essere. Così nasce la lotta. Ci logoriamo, consumiamo le forze, passiamo i giorni sotto il capriccio altrui.”
Sì, lo so, ci sono difficoltà a gestire se stessi, figuriamoci il rapporto con gli altri…
Eppure, se ti disidentifichi dalle cose, dai pensieri, dalle emozioni… e le ‘guardi’, le ‘tocchi’, le vivi, senza identificarti con esse, mantenendo quel rapporto di ‘distacco’, di “fare come se non facessi” (così direbbero Gesù e san Paolo), o quel pathos della distanza tanto caro a Nietzsche, vedrai come il tuo Io ‘attaccaticcio’ e ‘molliccio’ si abbasserà e comincerà, invece, a innalzarsi il tuo spirito, la tua essenza, insomma il tuo vero(nel senso di Jung e Assagioli).
Sì, quella tua natura (quasi)divina che può portarti al terzo cielo (al settimo, quando la tua estasi si trasforma in gioia ineffabile) o nelle profondità della vita terrena (per provare le gioie umane – anch’esse da gustare. A proposito: terzo e settimo cielo sono la stessa cosa – l’importante è che tu non rimanga a mezz’aria, lì dove ci sono i fumi dello smog…).

Dai, allontanati dalle cose inutili, smettila di essere “aspirata dai tuoi pensieri, dai tuoi ricordi, dai tuoi desideri, dalle tue sensazioni, dalla bistecca che mangi…”
Svuotati dell’estraneità e riempiti di intimità!
Fermati e ascolta il tuo Dio e poi… riparti.
Metti un tigre (lo spirito) nel tuo motore!

E ricorda: tu puoi fare ogni cosa – tutto ti è lecito – direbbe ancora san Paolo (ma non tutto fa bene… aggiunge), purché tu lo faccia con amore (anche con passione, ma devi saperti ‘staccare’ – e ‘riattaccare’ – al momento opportuno).
Insomma, per dirla alla sant’Agostino:
Ama e fa’ ciò che vuoi.

Oh, it’s such a perfect day. I’m glad I spend it with you.
Oh, such a perfect day. You just keep me hanging on.
You just keep me hanging on.
Giorno perfetto. Ora sei cavallo ma coi piedi per terra. Gongolante (e dondolante) tra Lou Reed e Lou Salomé. Canto e anima. Tutta tacchi Jimmy Choo (perfettamente piantati per terra). Ma avresti passeggiato tranquillamente a piedi nudi…
Tu che dici, ora sempre più convinta: “Ricerco la gloria non il successo. Ricerco la bellezza, non la ricchezza. Ricerco la verità, non la menzogna. Io non scrivo libri per intrattenere i passanti, oppure me stessa, io scrivo perché ho una missione, sfondare porte.” Forse ti senti un po’ come Isabella Santacroce, la VM 18 lanciata a sfondare porte…
O forse ti senti: Caos calmo, Cosmos agitato… Ma anche fashion conscious.
Bene, se tu in questi giorni hai avuto un incontro ‘trasformante’, questo altro non è che un’occasione da prendere al volo per volare alto.
Non dire addio alla vita, non ti abbattere, non ti deprimere, solo perché sei in un periodo di confusione. Se sei in crisi è perché stai per avere l’occasione decisiva.
Krisis
significa, non solo crisi, ma soprattutto scelta, opportunità.
Ricorda: non ci sono fallimenti, ma solo strategie sbagliate, che, ora che è il tuo momento, il tuo kairòs, puoi convertire in strategie vincenti.

Affidati al tuo stratega del momento, al tuo mentore, a colui che, sceso come lo Zarathustra nicciano dal monte, ti offre i doni che lo Spirito, in questo kairòs, gli ha messo tra le mani affinché li offra a te.
Senti il tuo cuore ‘riscaldarsi’ (come i discepoli sulla via di Emmaus), senti sbocciare in te l’amore, la pace, la gioia, la voglia di gridare, di saltare, piangere, ridere, rotolarti per terra, volare…
Ma ti senti anche un po’ confusa, disorientata, senza voglia di fare niente, di vedere gente (anche perché non condividi più nulla con la ‘massa’, siano pure tuoi amici).

Allora, non rimanere più sveglia la notte a dondolarti sulla sedia!
Mettiti a letto, lasciati andare e lascia che i tuoi i sogni passino per le porte di corno (quelli che verità li incorona se un mortale li vede).
Intingi in essi la tua plume mentale, strappata all’uccello nottaiolo attardatosi a oziare sullo spoglio ramo e scrivi sul tuo corpo...
Oggi è il giorno…
D’ora in poi ogni tuo piccolo successo quotidiano ti porterà sulle vette, lì dove cielo e terra si fondono e confondono in un amplesso senza tempo, in un sottile suono di silenzio (la voce di Dio).

Tu sei un’’onda’ nell’oceano dell’universo, tu sei un ‘vortice’ nel campo quantistico dell’intero cosmo…
Tu sei!

lunedì 11 maggio 2009

Il Daimon e l'Essenza: gli spiriti gemelli

L’incontro con l’altro è sempre un uscire da sé per entrare in un altro sé: un ‘alieno’, differente dal proprio e indifferente alle ragioni di questo.

Sì, dobbiamo ammetterlo: ancor oggi siamo, quasi sempre, alieni a noi stessi.

Non conosciamo l’altro, ma nemmeno noi ci conosciamo ... Per dirla con Ronald Laing, psicologo ‘radicale’: nessuno oggi, uomo o donna, può mettersi a pensare, sentire od agire se non partendo dalla propria alienazione. E per questo, l’umanità è estraniata dalle sue possibilità autentiche…

Eppure, ogni tanto avvengono degli incontri ‘trasformanti’. Tra questi, l'incontro tra “anime gemelle” (meglio, spiriti gemelli): al di là di caratterizzazioni sessuali o risvolti sentimentali (non per questo da escludersi), quest'incontro 'magico' crea una sintonia, un’empatia (che è ben più di una simpatia), un ‘rapport’ emozionale, per dirla alla PNL, tale da rimuovere le singole alienazioni e promuovere, invece, una singolare ‘comunione’ caratterizzata da uno “spirito di comunità” sintetizzato in due sole persone.

In questo ‘rapport’, più che i corpi o le anime (le menti), sono gli ‘spiriti’ a riconoscersi sin dal primo momento. Un po’ come accadde ai due discepoli sulla strada di Emmaus: essi, pur non riconoscendo il loro Maestro, sentirono però ‘riscaldarsi’, vibrare, fremere, il proprio spirito.

In questo tipo di incontri, quindi, prima s’incontrano gli spiriti, solo successivamente i corpi – ossia le persone con il proprio bagaglio di esperienze (ciascuna con il suo ‘viaggio’: solo che da allora in poi viaggeranno insieme).

L’uno potrà essere il mentore dell’altro, il facilitatore, il coach, l’altra persona sarà la coachee, ma da quel momento in ciascuno dei due ‘gemelli’ si avvieranno ulteriori trasformazioni esistenziali, guidate – più che dagli istinti, dalle passioni o dal proprio Ego – dalla propria ‘essenza’, ossia dalla vera natura essenziale (da ciò che realmente si è: quella che in filosofia si chiamerebbe ousia), che attiverà una presenza costante del divino in e su di loro (parousia).

Che dire... Quando due “spiriti gemelli” s’incontrano gettano la maschera (persona = maschera, in latino) e corrono nudi (essenziali) verso la Verità

E la verità li farà liberi!


Stelle di nervi, arterie di champagne… Sono ebbro di parole! Non posso lasciarvi senza distillarvi qualcun’altra delle mie Gocce di pioggia a Jericoacoara.


La terra bruciava. Il vomere ricominciava a tracciare solchi, il terreno franava sotto i loro piedi. Sorgeva il sole invitto e la luna, sconfitta, impallidiva. Di nuovo albeggiava, dopo il tramonto, l’effimero, l’ossimoro con la esse blesa e la ‘o’ blasé (ma Lorenzo aveva l’erre moscia).

Nessun freno, nessuna remora, nessuna esitazione: il treno del desiderio si lanciò a fari spenti nella prima galleria.

L’universo fisico si fermò. Ma non il flusso erotico, anche eretico, in piena risorgiva, né lo slancio – élan vital – del furor fanico (fanatico e sexy: anche qui l’ossimoro sacro-profano non fa una piega). Il monte (di Venere) franò, preso dal panico (l’irruenza di Pan e del suo flauto ninfo-drive). Prima brividi a briciole, poi tremiti a valanga: la passione prese a correre nuda sopra (e sotto) i corpi, scavalcando ogni ostacolo, scivolandoci sotto (e sopra). Come sopra così sotto. Anche dietro (l’angolo). Ma sempre in avanscoperta.

L’albero m’è penetrato nelle mani, la sua linfa m’è ascesa nelle braccia. L’albero m’è cresciuto nel seno profondo, i rami spuntano da me come braccia.” Sorrisi, gocce, origami. I rivi si fecero torrenti, poi fiumi, infine laghi, ma sempre tempestosi. Alla Ezra Pound. Cime tempestose, valli fiorite. Eros gentile. Fior da fiore, le sinapsi del circuito dell’Eros (esisteranno pure?) si moltiplicavano indefinitamente, creando nuovi circuiti primari e secondari, by-pass e collegamenti volanti. Senza rispettare regole e norme: a rischio di black-out.

Pensiero stupendo. Nasce un poco strisciando. Si potrebbe trattare di bisogno d’amore. Meglio non dire… La stanza s’illuminò di botto: tante lucciole (vere o virtuali) avevano invaso l’ambiente, sia pur chiuso, moltiplicando i lux. In un fiat (anche una paziente di Morelli, altro psico-sub, vide profanata – o consacrata – la macchina-alcova da queste ‘vestali d’amore’ – fatal sincronia o colli fatali?). Solo una voce sottile, quasi di silenzio... lambiva le pareti. Come paracadutata dal cielo. Le carezzava, vellicava, titillava, permeandole e spremendo bolle e bollicine, togliendo i punti neri e disincagliando pori occlusi da troppo tempo, per poi affacciarsi timidamente nella camera e fondersi, ossimoricamente, coi fiati di Lorenzo e Arianna.