DO YOU WANNA RIDE? CAVALCA LA PNL…
“Vere e proprie malattie sono diventate ormai modi di vita: l’esaurimento, la depressione, l’agitazione, i complessi d’inferiorità, l’impazienza, l’aggressività … la paura, l’angoscia (…) È penoso constatare quanti uomini siano ridotti a niente, rispetto a quello che potrebbero essere (…) La Folla e la Massa sostituiscono l’individuo cosciente.” Così Pierre Daco. Ancor prima Ronald D. Laing, con il suo sempre attuale: “Nessuno oggi, uomo o donna, può mettersi a pensare, sentire od agire se non partendo dalla propria alienazione (….) L’umanità è estraniata dalle sue possibilità autentiche.” Non solo: “… se la psiche è l’anima, e l’anima è il mondo dell’esperienza, come sostiene Aristotele, essa ci fa paura. Non ne vogliamo troppa o troppe varietà. La vogliamo ridotta a percezione e a immaginazione terrene, niente sogni a colori…”
Fatto è che, per condirla alla Cioran: “… la turba … è incapace di comprendere il rapporto esistente fra idea di vuoto e sensazione di libertà (…) sempre confonderà apparenza e sostanza”. Ed è quel che capita spesso a ciascuno di noi: ci sentiamo vuoti, inconcludenti, confondiamo le priorità… E senza andare così nel ‘profondo’, basta masticare anche il semplice “pane quotidiano”: “Non riesco ad incominciare … Non riesco a concentrarmi come dovrei … Divento confuso e nervoso, mi sento oppresso … So che dovrei fare le cose diversamente, ma mi sembra di non essere capace di cambiare…” (J. Minninger – E. Dugan). Per non parlare poi di mancanza di obiettivi, di carente messa a fuoco degli stessi, di desiderio e, insieme, incapacità di passare dallo stato attuale (KO) allo stato desiderato (OK). Insomma, la necessità di cambiare, il più velocemente possibile…
L’uomo e la donna contemporanei soffrono perché hanno tradito il proprio Sé, cioè l’essenza più profonda. Come dice Ronald Laing, siamo esseri istupiditi e balzani, stranieri a noi stessi, agli altri, al mondo dello spirito ed a quello della materia … Nasciamo in un mondo dove l’alienazione ci attende. Anche tu sei estraniato dalle tue possibilità autentiche... ma certe volte basta un qualcosa, un piccolo successo quotidiano, il semplice cambiamento di modo di pensare, il disporsi mentalmente e spiritualmente in uno stato di abbandono e completa apertura a tutte le possibilità... ed ecco che arriva l’occasione o l'incontro fatale. In ogni caso il fatto che tu sia in un casino cosmico è un buon segno: come dice Nietzsche: se non hai il caos dentro non puoi partorire la stella danzante! La coscienza di questo tuo disagio, questa tua irrequietezza, sono tutti sintomi dell'inizio del risveglio, ossia del tuo cammino di crescita: sei come il gabbiano Jonathan di Richard Bach: Il gabbiano Jonathan Livingston non è un gabbiano come tutti gli altri. È un gabbiano che scopre la bellezza di librarsi nel cielo, che cerca la perfezione nel volo perché crede che il volo stesso abbia una sua insita bellezza. Non vuole più seguire la massa, rifiuta la vita dello stormo, non vuole volare solo alla ricerca di cibo, ma aspira ad un ideale diverso, ad un ideale di libertà, di spazi e cieli azzurri, di calore e luce, di soffio di vento e mare spumeggiante... Anche tu cerchi di raggiungere i tuoi traguardi, la tua forma di successo anche quando non rappresenta quanto la società si attende da te. Vuoi seguire la tua legge interiore e non lasciarti influenzare dai pregiudizi degli altri. Non vuoi più rimanere imprigionata in schemi e ruoli ingessati che non lasciano spazio alla fantasia, alle aspirazioni e ai sogni…
Caos cosmico… Ma se il cosmos è un uscire dal caos (per partorire la stella danzante) può anche scivolare in cosmesi da salotto: cosmos au caviar… Sì, fino a qualche anno fa c’erano gli intellettuali (o presunti tali) radical chic, la cosiddetta “sinistra al caviale” (gauche au caviar) – a destra c’erano solo i baccalà… – ora è tutto un gran cosmetico (un caos ‘meticcio’ – non nel senso di mix razziale ma in quanto non c’è più il caos genuino, quello appunto che genera le stelle: al limite qualche starlette o qualche tronista…). È vero – mi dice una ‘visitatrice’ (un visitor…) – ci siamo distaccati dall'autenticità, ma essendo questo un evento assolutamente inevitabile e naturale, come si può fare per giungere a sfiorare, anche solo con la punta dei polpastrelli, questa autenticità? E se toccare l'autenticità non fosse nient'altro che tornare all’essenza, scevra dalle sovrastrutture sociali e dunque etiche e morali? Se, così facendo, si rischiasse di cadere nel baratro dell'immoralità, o per meglio dire, della amoralità? Le mie paure nascono da una antitesi fortissima che avverto nella carne, al di là della ‘socialità’: uno scontro atavico che si sta iniziando a consumare e che vede combattere ciò che naturalmente sono portata a desiderare (e di cui ho tanta paura: per me paura e desiderio sono la stessa cosa) e ciò che si dovrebbe fare. Per dirla alla Freud, credo che il mio Es sia incazzato nero con il mio Super-Io. Ma ormai mi sono abituata, ho solo timore di stare a fare “cose sbagliate su cose sbagliate”. E questo deriva, imprescindibilmente, dalla socialità e dallo stare in questa comunità, in questo paese, in questa città, in questa famiglia… È possibile tornare alla materia pura, all’essenza primitiva, ma questo allora vuol dire compiere atti scellerati, non considerando affatto l'ambiente circostante? Andando contro i principi di Cristo, o peggio ancora, i principi che da sempre hai rispettato? O forse questo è solo un passaggio obbligato che porterà consapevolezza in un futuro?
So che sono stata molto confusionaria e ho detto solo il 20 % di quello che avrei potuto dire... ma, sai, di cervelli allenati in giro ce n’è davvero pochi.”
Sì, di cervelli allenati ce n’è ben pochi, ma anche di corpi… Quanto allo spirito, è alle corde. Comunque, sursum corda! C’è ancora vita su questa terra. Solo che bisogna cercarla col lumicino. In ogni caso, non che prima sia stato molto meglio… E poi, non sono le persone a essere ‘sbagliate’, ma il sistema dei rapporti. Come dice Raffaele Morelli, ognuno di noi è perfetto (potenzialmente), solo che non è ‘intero’ (è a fette…). Bisogna resettare le relazioni tra sé e sé (quindi, tra Es e Super-Io), cioè, per dirla alla PNL o anche alla Psicosintesi, occorre far “negoziare le parti”, ossia trovare un equilibrio e un accordo tra le varie subpersonalità che affollano le varie strade e piazze interne della tua persona. Dentro di te c’è il guerriero ma c’è pure il ‘fantozzi’: se elimini uno dei due (ed è già difficile farlo), si ripresenterà in altra veste (il 'fantozzi' diventerà ‘fracchia’) e sarà anche peggio. Ricorda, dietro ogni comportamento (sia Jeckill sia mister Hyde) c’è un’intenzione positiva: lo fanno a fin di bene (secondo loro). Allora, cerca di trovare, a un livello più alto, il lato buono (se possibile) delle due ‘parti’ e passa alla ‘negoziazione’. Ecco qui un esercizio tratto da un mio manuale per l’auto-aiuto di prossima pubblicazione:
Esercizio ‘squash’ per l’integrazione delle ‘parti’ interne in conflitto
Individua il conflitto e le parti coinvolte, per esempio una parte di te vuole che tu vada alla festa, ma un’altra parte di te vuole che tu rimanga a casa studiare perché l’esame è vicino.
Visualizza ciascuna parte mentre svolge il suo ‘ruolo’ e posizionale una nella mano destra e l’altra nella mano sinistra. Non dare giudizi sulle parti e ‘pensa positivo’, ossia entra nelle ‘parti’ (san Paolo diceva: fatti giudeo con i giudei e greco con i greci), cercando di ‘elicitare’ (estrarre) l’intenzione positiva di entrambe le parti.
Interroga mentalmente le due tue ‘subpersonalità’ e accogli le argomentazioni a favore di ciascuna opzione, chiedendo dentro di te a ciascuna subpersonalità: qual è l’intenzione positiva di questo comportamento? (p. es. quella che vuole andare alla festa dirà: mi fa stare allegro, l’altra, quella che vuole rimanere a studiare, dirà: mi dà un senso di fiducia nelle mie capacità).
Chiedi poi a entrambe: che risorsa hai che possa essere utilizzata dalla tua ‘controparte’ (l’altra subpersonalità) per supportarla e renderla ancora più efficace ed efficiente?
Crea ora una terza ‘parte’ in una posizione intermedia tra le altre due, la quale combini le risorse di entrambe
Avvicina ora lentamente le mani e uniscile… guarda come le due parti che avevi posizionato nelle due mani confluiscano in un’unica immagina ‘integrata’, coincidente con la terza ‘parte’.
Infine, a mani giunte (segno d’unità e di convergenza delle tue subpersonalità opposte, ora ricongiunte) porta l’immagine integrata nel tuo corpo e falla espandere e diffondere in tutto il corpo.
Lo squash è la tecnica PNL che t’insegna a ‘”negoziare il conflitto”, al fin del raggiungimento di un accordo tra le ‘parti’ che consenta il raggiungimento dell’obiettivo condiviso. A tal fine, s’individua un valore superiore condiviso dalle due ‘parti’, in modo che la parte che vuole il cambiamento e quella che si oppone o fa resistenza non s’intralcino più tra di loro. Le parti ‘resistenti’ o ‘oppositive’ (spesso risalenti all’infanzia: potremmo chiamarle ‘genitoriali’ o del Super-Io) mirano a ‘proteggerti’, ma, così facendo, impediscono il pieno appagamento delle tue aspirazioni e frenano lo sviluppo dei tuoi ‘talenti’ e della tua ‘vocazione’. Inoltre, la non integrazione (dis-integrazione e ‘conflitto’) delle ‘parti’ può portare a un’ampia sintomatologia di ‘disordini’ psico-comportamentali.
Diciamo pure che il lettore di questo blog 'pour parler', passo passo, mano nella mano, di fiore in fiore, strawberry fields forever... passerà da un low state a un peak state e, se le circostanze saranno favorevoli, e ci metterà impegno, attenzione e intenzione, sperimenterà anche le esperienze delle vette…
Per aspera ad astra!
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