lunedì 12 gennaio 2009

Fallimento? No, grazie. Successo? Può (deve) succedere...

Oggi faccio uno strappo e pubblicizzo un autore della Bruno EditoreEbook per la formazione: non tanto perché ha apprezzato il mio intervento (lo leggerete nella seconda parte del ‘post’) a commento del suo articolo sul blog della stessa casa editrice (e io sono sensibile agli apprezzamenti…), quanto perché mi dà l’occasione per ribadire che il 2009 sarà un anno di successo (lo dico per fede, e la fede è la via prioritaria – ma stretta – per il successo, diciamo il ben-essere nel senso di salus e shalom: la via indo-europea che passa per Canaan… o se si vuole, le ‘nozze di Cana’). In ogni caso, prima di entrare nel Canyon (si è notato che mi piacciono i giochi di parole? Meglio, però, andare – alla Heidegger – alla ‘radice’ della parola. Oppure, alla Mircea Eliade , e non solo , ‘distillarne’ il contenuto ‘alcolico’ - alchemico, simbolico), un respiro a plesso solare aperto (manipura - 'mani pure' va bene lo stesso): respirare, sospirare, traspirare, co-spirare, ... e poi di nuovo: inspirare, a-spirare (tutto, fuorché... spirare).

E vai con l’articolo!

Il timore del fallimento

Una delle dinamiche più frequenti che si riscontrano nei venditori, direttamente collegata con la mancanza di autostima, è il cosiddetto timore del fallimento.

Il fallimento (inteso come il non raggiungimento degli obiettivi che ci si era prefissi) è sicuramente una pillola amara da deglutire, tuttavia ogni persona deve fallire, ad un certo punto della propria vita, per apprendere qualcosa di nuovo.

La cosa importante non è il fatto che l’individuo abbia fallito, bensì la maniera con la quale ha accettato e metabolizzato il fallimento stesso. Un individuo può permettere a se stesso di sentirsi distrutto dal fallimento, oppure usarlo per rinforzare le proprie abilità e determinazione a raggiungere mete ancora più elevate.

Chi teme il fallimento dovrebbe ricordare che le persone di maggior successo al mondo hanno spesso dovuto fallire molte volte, nel corso della loro vita. Tuttavia, cosa ha fatto la differenza è stata la loro volontà di imparare dagli errori commessi e utilizzarli sotto forma di apprendimento, per raggiungere il successo.

Il timore del fallimento crea ansia, e ingigantisce l’eventuale problema.
Un venditore con il timore di fallire può diventare troppo competitivo o, peggio, aggressivo, in quanto inizia a vedere ogni cliente come una potenziale trappola. Ciò sottrae emozioni positive ad un’attività che, di per sè (almeno per chi la ama), è gioiosa e divertente.

Inoltre il timore del fallimento rende nervoso ed ansioso il venditore stesso, e diventa un ostacolatore di prestazioni elevate, rendendo il professionista erratico ed animato da un basso livello di energia. Per vincere questo comportamento fortemente autolimitante, il primo passo è accettare le proprie imperfezioni.

Nessuno è perfetto e ogni persona, amando se stessa e gli altri, dovrebbe tollerare le cadute di tono in una determinata occasione, per usarle come trampolino di lancio (modificando il proprio comportamento) nell’occasione successiva.

E in tutti i casi, ricordare sempre che il fallimento è solo un successo (spesso ancora più grande) rimandato.

A Cura di Cesare D’Ambrosio,
Autore di “Tecniche di Vendita”

Passo ora al mio commento:

“To suffer one’s death and to be reborn is not easy.” Soffrire è facile, ma ‘rinascere’ è difficile! Il timore del fallimento…: spesso, come i ‘porci di Gadara’ (v. nei Vangeli, ma li cita anche il grande R. D. Laing – v. “La politica dell’esperienza”), siamo in ‘formazione’, ma non stiamo ‘in rotta’. E poi, ‘deragliamo’ anche per ‘difetto di comunicazione’ tra ‘macchinista’ e ‘cabina di controllo’… La PNL può, specie se fatta con Spirito!

A margine un breve estratto dal mio ‘Gocce di pioggia a Jericoacoara’ (N. B. Galatea e Lorenzo sono la rappresentazione - a tinte sfumate, o con commistioni, tipo simbolo del Tao - del ‘Male’ e del ‘Bene’):


«Galatea, richiama immagini piacevoli, ricordi che ti fanno sognare, vibrare, addolcire. Fa’ tintinnare, vibrare, il campanellino pavloliano. Cambiare la vita significa cambiare la vibrazione, volere una cosa significa mettersi sulla stessa vibrazione della cosa. Se due persone, o, in generale, due realtà, sono ‘innamorate’ l’una dell’altra, respirano la stessa stimmung, la stessa aria (e aura). Entrano così in comunicazione, in comunione. Il Tu e l’Io di due ‘comunicanti’ s’incontrano nel Mitwelt, nel mondo comune tra i due mondi, nell’intramondo. E lì suonano le campane… E soffia lo Spirito. La Dynamis sospira, ti fa respirare, riempie, ricuce, dopo aver ‘dato un taglio’. Ti fa rivivere… “To suffer one’s death and to be reborn is not easy.” Sì, ha ragione Fritz Perls, il ‘ghestaltico’: è difficile, non è uno scherzo, morire per poi rinascere… In ogni caso, dopo la tua de-cisione, riaffacciati al mondo. Io, tu, qui, adesso… Anche a partire, come Abramo, da un piccolo ‘clan’. “Dove due o tre sono riuniti c’è Dio.” Nelle Scritture c’è l’auspicio che tutti i credenti “s’incoraggino gli uni gli altri.” Vai nel ‘corpus paolino’, a Ebrei 3,13, ma anche nella Seconda Lettera a Timoteo. ‘Incoraggiare’ è un modo per dire ‘coaching’. Galatea, hai fatto dunque bene a ravvivare il tuo dono in te e offrirlo agli altri. Anche se a pagamento. Il maestro, anzi la maestra, è degna della sua mercede. Tu sei stata pronta a investire il tuo tempo, la tua energia, le tue emozioni, la tua passione, per creare la vita dei tuoi sogni. “Chi guarda dentro sogna, chi guarda fuori si risveglia” – parole di Jung. E per stare sulla stesso flusso: “L’uomo saggio non dà le giuste risposte, ma pone le giuste domande.” Sono passato a Claude Levi-Strauss. E per concludere in bellezza, con Isaia: “Quelli che sperano nell’Eterno acquistano nuove forze, si alzano in volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano.” E scusami se è poco…»
Lorenzo era nel suo pieno vigore logorroico (ma chi lo sentiva veniva immancabilmente trascinato dal ‘flusso’, e rimaneva a galla).

«E poi, una volta appresa la tecnica, uccidi il maestro e passa al self-coaching (parlava come se non sapesse che Galatea fosse una coach, e di grido…). Predisponi una lista energetica ‘high vibration’: gente, oggetti, idee, fantasie, attività, location, eventi che ti entusiasmano e affascinano. Ti daranno energia al bisogno. Riallinea la tua fede (quella di Galatea era certamente ‘deragliata’). Prendi il mouse della tua vita e chiedi allo Spirito Santo che ti faccia da antivirus. Poi potrai andare su qualunque ‘sito’… Focalizza l’attenzione: l’intenzione concentrata dà forza alla fede, sposta le montagne… ma sii flessibile. Non spezzare la canna, né spegnere il lucignolo. Considera l’intuizione come realtà. Deframmenta la mente confusa. E poi, di’: “Dove mi trovo nel mio cammino spirituale? Ho un cammino spirituale?” Ricorda: “In Lui – Dio – viviamo, ci moviamo, e siamo.” Hai problemi a sentire la chiamata di Dio nella tua vita, hai blocchi sulla tua strada? Galatea, ricorda, Dio ha per te in mente qualcosa di più, di molto di più! Ti aiuterò a fare un tratto di strada con Dio, poi Lui, come a Emmaus, scomparirà e tu comparirai. Supererai i tuoi limiti – pensa alla preghiera di Iabez, nell’Antico Testamento –, raggiungerai obiettivi specifici, come insegna Yonggi Cho, un grande predicatore coreano. Potrai avere la bicicletta dei tuoi sogni, della marca e del colore e che tu vuoi…»



Nessun commento: