venerdì 1 gennaio 2010

2010. STRAWBERRY FIELDS FOREVER

2010.

STRAWBERRY FIELDS FOREVER


Primo dell’anno, Capodanno (meglio, piede dell’anno). Spingo la porta (con il piede di porco: è Christmas time e c’è lo zampone) ed entro. Cosa trovo? Stairway to the heaven… (ma io, tra Beatles e Led Zeppelin, ‘softeggio’ lounge con Kim Waters – I want you tonight).

Adda passà ‘a nuttata… ed è passata. Long way 2 go: dalla starry night alla golden dawn, in attesa del tramonto d’oriente (quello d’occidente c’è già stato: il terribile è già accaduto!). Sì, dawn …dawn up (il down – nel senso di ‘giù’ – lasciamolo all’anno passato: ma per me è stato un anno up. Comunque, questo sarà top). Stop, stappiamo le bottiglie: al prossimo step prima uno strip – spogliamoci delle vecchie abitudini e corriamo nudi verso la meta! Il re è nudo…

Naked juice. Tutta polpa. Abbiamo spolpato il 2009 e il torsolo c’è rimasto in mano. Ora c’è l’albicocca (ma per averla vellutata dobbiamo aspettare maggio – e per tutto l’anno? Strawberry fields forever).

La notte è lunga. L’oceano notturno si è ormai contratto in un’anoressica pozzanghera… V’intingo la mia plume mentale, strappata all’uccello nottaiolo… Because the night belongs to lovers, because the night belongs to lust, because the night belongs to us…

Tonight will be fine. Di domani non v’è certezza. “Eravamo lì uno davanti all’altro, Tyler a massaggiarsi il collo e io a tenermi una mano sul petto, tutti e due coscienti di essere finiti in un posto dove non eravamo mai stati e, come il gatto e il topo nei disegni animati, eravamo ancora vivi e volevamo sapere fin dove saremmo potuti arrivare restando vivi.” Fiuto l’aria, le vibrazione del mio tempo, ne assaporo voluttuosamente le gocce di pioggia, danzando nudo come il folle Nietzsche all’ombra della Mole (e delle Molinette). “Io giro intorno a Dio, intorno all’antica torre – e giro per millenni – e ancora non so se sono un falco, una tempesta o un lungo canto.” Girare intorno a Dio, girare per millenni, e non curarsi di nient’altro. Giocare con le stelle… Sto cominciando a farlo con assiduità. Prima per aspera ad astra, ora astra ad libitum. Freie liebe! E Frei? Lui aveva partorito la stella danzante: «...di tutte le conoscenze che ho fatto, una delle più preziose e feconde è quella con Lou. Soltanto dopo averla frequentata sono stato maturo per il mio Zarathustra.»

E anch’io sono maturo per il Progetto. È una sorpresa (almeno per me, ma anche gli altri erano ancora ai preliminari). Lo spacchetto, lo srotolo, lo dipano, me lo spalmo addosso: «“Quando Tyler ha inventato il Progetto Caos, Tyler ha spiegato che lo scopo del Progetto Caos non aveva niente a che fare con il prossimo. A Tyler non importava se qualcun altro si faceva male o no. Lo scopo era far prendere coscienza a ciascun partecipante al progetto del potere che ha di controllare la storia. Noi, ciascuno di noi, possiamo assumere il controllo del mondo. È stato al fight club che Tyler ha inventato il Progetto Caos.”»

Niente è statico. Tutto va a pezzi. Evito di cospargermi il capo di cenere: è l’anno nuovo – e non uno qualsiasi, ma il 2010! E poi sono troppo ebbro. E non voglio nemmeno dormire… “Per anni ho desiderato addormentarmi. Quella parte dell’addormentarsi che è spegnersi, rinuncia, disfacimento. Ora dormire è l’ultima cosa che voglio.” Sono in pieno caos. Meglio… vuol dire che il parto (della stella) è ormai vicino. E io che credevo di essere sterile… Posso partire (anche senza bagagli – l’attrezzatura ce l’ho addosso). Passion flower.

«“Non è la sensualità che allontana da Dio, ma l’astrazione.” – “La vera sensualità è brama d’eternità per il suo oggetto.”» (È vero! Un mio amico d’università una volta mi disse: Più mi sento spirituale più la mia carne urla…) «“Tutto scricchiola nel cuore degli altri uomini quando uno di loro si fa avanti di due passi, si stacca dalla fila e così foggia intorno a sé una barriera invarcabile di rispetto.”» Sono un continuo autocitarmi ed eterocitarmi (il che mi eccita: sono in piena ovazione). Riconosco l’ultima: è Jean Cau. Quello del Che. Fidel! E pensare che tutto è iniziato con: «Ma tu credi a Nietzsche?»

Tutti noi siamo membra del Fight Club number seven. Tutta gente desiderosa di dare la vita per qualcosa.