mercoledì 23 ottobre 2019

Il viaggio dell'eroe


IL VIAGGIO DELL’EROE

Si parla sempre più spesso, nell’ambito della formazione di eccellenza, di “viaggio dell’eroe” – anche se il concetto di eroe era stato smitizzato da Bertolt Brecht, che si augurava un popolo che non avesse bisogno di eroi.
Ma di eroi, malgré Brecht, c’è necessità, e nostalgia. Il concetto di ‘eroe’ mi è ritornato in mente rileggendo “Il risveglio dell’eroe con la PNL” di Robert Dilts e Stephen Gilligan, due guru della ‘trans-formazione’. E sono tornato indietro nel tempo, quando, ancora digiuno di PNL e ‘derivati’, mi crogiolavo tra le “uova del drago” di Joseph Campbell, Mircea Eliade, Richard Rohr, Vladimir Propp, gli stessi Jung e Hillman, con le loro scorribande nei territori del mito, della fiaba, del ‘sacro’, della psiche, del ‘simbolo’, dello spirito, alla ricerca del sacro graal del senso della vita (quello vero, non quello da tivvù spazzatura).

Vorrei quindi iniziare su questo blog ‘ballerino’ un viaggio dell’eroe, in cui, tra ‘sponsor’, angeli, dèmoni/demòni, principesse e briganti, vi possa portare, a partire da “sentieri interrotti”, verso la “radura luminosa” della vera vita. Ma è un viaggio già iniziato… direte voi. Sì, è vero, questo blog è una vera e propria promenade architecturale (più che altro, archetipica, o tipologica), ma questo è un nuovo inizio (senza tralasciare le quisquilie e pinzillacchere).
Bene, per introdurre la figura dell’’eroe, ossia dell’uomo ‘risvegliato’, che riconosce la sua ‘vocazione’ ('chiamata' – "talento disotterrato") e le dà ‘fiato’, comincio dapprima da Propp e la sua “morfologia della fiaba” (tratto, per celerità, da Wikipedia).
Personaggi
Propp individuò 7 personaggi caratteristici delle fiabe:
1.      Eroe: protagonista che, dopo aver compiuto un'impresa, trionferà;
2.      Antagonista: l'oppositore dell'eroe;
3.      Falso eroe: si sostituisce all'eroe con l'inganno;
4.      Mandante: chi spinge l'eroe ad intraprendere la sua missione;
5.      Donatore: la guida dell'eroe, colui che gli dà un dono magico;
6.      Aiutante: chi aiuta l'eroe a portare a termine la missione ricevuta;
7.      Persona ricercata: premio amoroso; finale per l'eroe.
A volte il donatore può essere anche l'aiutante, come il mandante può essere anche antagonista a seconda, naturalmente, della fiaba.

Schema
Lo schema generale di una fiaba, secondo Propp, è il seguente:
1.      Equilibrio iniziale (inizio);
2.      Rottura dell'equilibrio iniziale (movente o complicazione);
3.      Peripezie dell'eroe;
4.      Ristabilimento dell'equilibrio (conclusione).
Funzioni
1.  Allontanamento: uno dei membri della famiglia si allontana da casa - es. il principe va in guerra;
2.  Divieto (o ordine): all'eroe viene imposto un divieto (es. a Cappuccetto rosso viene proibito di passare per il bosco);
3.  Infrazione: il divieto è infranto (es. Cappuccetto rosso passa per il bosco);
4.  Investigazione: l'antagonista fa delle ricerche sull'eroe;
5.  Delazione: l'antagonista riceve le informazioni;
6.  Tranello: l'antagonista tenta di ingannare l'eroe;
7.  Connivenza: l'eroe cade nel tranello;
8.  Danneggiamento (o mancanza): l'antagonista reca danno all'eroe (o viene a  mancare qualcosa) – es. la bella addormentata è punta a causa della maledizione di una vecchia fata;
9.  Mediazione: il danneggiamento o la mancanza vengono resi noti;
10. Consenso: l'eroe reagisce;
11. Partenza: l'eroe parte;
12. Funzione del donatore: il donatore mette alla prova l'eroe;
13. Reazione: l'eroe supera la prova;
14. Fornitura: il donatore dà l'oggetto magico all'eroe;
15.Trasferimento: l'eroe si trasferisce, o viene condotto sul luogo in cui si trova l'oggetto delle sue ricerche;
16. Lotta: l'eroe e l'antagonista ingaggiano direttamente la lotta;
17. Marchiatura: all'eroe è impresso un marchio;
18. Vittoria: l'antagonista è vinto;
19. Rimozione: l'eroe viene liberato dal danno o dalla mancanza iniziale;
20. Ritorno: l'eroe ritorna;
21. Persecuzione: l'eroe è sottoposto a persecuzione;
22. Salvataggio: l'eroe si salva;
23. Arrivo in incognito: l'eroe arriva in incognito a casa o in un altro paese;
24. Pretese infondate: il falso eroe avanza pretese senza fondamento;
25. Prova: all'eroe è imposto un compito difficile, una prova da superare;
26. Adempimento: il compito difficile è eseguito;
27. Identificazione: l'eroe viene riconosciuto
28. Smascheramento: il falso eroe o l'antagonista viene smascherato;
29. Trasfigurazione: l'eroe assume nuove sembianze;
30. Punizione: l'antagonista viene punito;
31.Lieto fine: l'eroe ottiene il premio finale; spesso si sposa o ottiene un regno.

Passo ora a un mio stralcio teologico tratto da “Prendi la PNL con Spirito” (che è già un “viaggio dell’eroe” in sette giorni: dallo stato ‘loffio’ allo stato ‘loft’… Ma il vero percorso dell’eroe, in puro stile campbelliano-propp-hillmaniano, è quello di Gocce di pioggia a Jericoacoara, lì dove ‘eroi’, angeli, demoni, sponsor, ostacolatori, draghi e… lupi mannari si sprecano).

Si può riunire solo ciò che è separato… Stabiliamo una morfologia del racconto – i discepoli di Emmaus – de-strutturando le componenti, puntando essenzialmente su tempi, luoghi e funzioni dei ‘personaggi’. La ‘struttura’ del testo segue, significativamente (v. Richard Rohr, ma pure il Propp della “Morfologia della fiaba”), il tema del ‘rituale’ d’iniziazione (ma qui il processo è exoterico, più che esoterico), ovvero l’’ingresso ufficiale’ del ‘ragazzo’ nella comunità degli ‘adulti’, dopo il voluto ‘abbandono’ nella boscaglia da parte dei ‘genitori’. Qui ritroviamo tutti questi temi:
 – Separazione e partenza (v. 13): l’’abbandono’, il ‘distacco’ dalla ‘madre’ (fagocitante), ovvero da quella parte di ‘femminilità’ negativa che spinge al non sapere, non pensare, non analizzare, non spiegare… (in questo caso, i due discepoli disillusi che si allontanano, sia pur momentaneamente, dalla comunità). Parlavano tra loro: la ‘discesa nel profondo’, l’’elaborazione del lutto’. Lo stesso giorno: il processo di ‘riflessione’ e l’eventuale ‘decisione’ spesso non ammettono dilazioni. Due di lorosessanta stadi: al di là della ‘lettera’, la portata simbolica (il ‘due’ come corpo e anima, …manca lo spirito, oppure come ‘dubbio’ e ‘negatività in generale; il ‘sei’ come ‘umanità’ in cerca del ‘sette’: il ‘riposo’, lo shalom, il Cristo) arricchisce il contenuto semantico e interpretativo.
Il viaggio (vv. 14-27):  la ‘discesa’, la ‘spirale’. Continua il ‘viaggio’ introspettivo dei due discepoli (dall’Io verso l’inconscio). Discorrevano: la parola umana che cerca un senso nella parola divina e un radicamento nella ‘Grande Storia’. Tristi: la ‘ferita’, il crollo delle certezze, l’’umiliazione rituale’: il ricordo dell’insuccesso, il riconoscimento della ‘ferita’, la ‘delusione’, e la loro reintegrazione in un orizzonte di senso, aiutano a ‘crescere’, a forgiare, fortificare. Si avvicinò: l’incontro. “L’essere umano è smarrito, ma Dio viene a incontrarlo nel bel mezzo del suo errare. Viene come sempre a cercarlo all’interno delle sue stesse torsioni…” (‘Torna alla vita’, Simone Pacot). Gesù viene (ma nell’AT è appellativo di Dio!). Il Cristo rimane ‘velato’ per chi lo segue ma non è “nato di nuovo”, sia esso un suo seguace noto (Cleopa) o anonimo (l’altro ‘discepolo’). Noi speravamo: l’’oppositore’, la disillusione che si oppone all’evidenza (delle Scritture) e alla testimonianza oculare (della donna). “O insensati”: l’’uomo con la spada’ (la spada dello Spirito che taglia il ‘velo’, il ‘due’ che si fa ‘tre’: corpo, anima e  spirito), la “lancia insanguinata” (“Non doveva il Cristo soffrire…”).
L‘arrivo (v. 28 - 32): il ‘centro’. “… egli fece come se volesse procedere”. La tentazione, il gioco delle parti. “Essi lo trattennero”. La svolta, la ‘luce’ che fa fuggire l’’ombra’ (pur necessaria, specie per una ‘svolta’: è pericoloso trovarsi a un ‘trivio’ – sacro a Pan – a mezzogiorno, quando l’ombra diventa invisibile. Può scatenarsi un attacco di panico…), la necessità di ‘suturare’ la ferita con il ‘filo’ di Cristo e l’’olio’ dello Spirito. L’affetto vince sulla ragione, il “lato femminile” reintegra quello ‘maschile’, lo spirito si ‘separa’ dall’anima e, solve et coagula, rinnova la comunione ‘paolina’ corpo-anima-spirito. “Allora i loro occhi furono aperti”: il Cristo ‘svelato’. Il Kairòs, il momento dell’’intrusione’, l’esperienza ‘cosmica’, ‘oceanica’, delle ‘vette’. Fine del solo Chronos, ingresso nella ‘soglia’ del nuovo Aion, epifania del Divino, del ganz andere. Unica nella sua eccezionalità (“ma egli scomparve”), ma densa di prospettive…
L’irradiazione (vv 33-35): “… tornarono a Gerusalemme. Dal ‘solo Io’ al ‘Noi siamo’ (attraverso l’’Io sono’). La trasformazione individuale porta dalla “Piccola Storia” alla “Grande Storia”. La “voglia di vagabondaggio”, il “viaggio ai confini della notte”, fa travalicare il ‘recinto’ e, pur tra ‘sentieri’ (heideggeriani), porta alla ‘radura’ (per alcuni, al “porto delle nebbie”).
Dal caos interiore è nata la stella (anzi, la costellazione) danzante…


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