2020 – GOOD VIBRATIONS
Un messaggio per l’anno in corso (e in corsa)
“Via le scarpe basse, via le orride
ballerine, via gli stivali rasoterra. Da oggi solo altezze aeree. Da oggi si sale
su, ci si slancia e si ondeggia e si affonda di più sul cemento. Ché anche la
musica la segui meglio e i capelli scivolano ondosi e la gonna trova quel
perfetto punto della gamba in cui fermarsi e i tendini sparano in su e senti
che potresti, davvero, arrivare dovunque, e tutti lo noterebbero, che arrivi.
Le ginocchia così meravigliosamente elastiche. E la caviglia, sì, bellissima
riflessa nello specchio del negozio sotto casa, fra il nero e la luce del sole
e dell’ombra.”
Anche se non porterò mai la gonna (mai dire mai…), ne ho avuto conferma dal blog di tal Gaia: quest’anno devo volare alto, a costo di scivolare.
Anche se non porterò mai la gonna (mai dire mai…), ne ho avuto conferma dal blog di tal Gaia: quest’anno devo volare alto, a costo di scivolare.
E questo vale
anche per te.
“La punta pivottante si sradicò
dalla curva superiore, ruotando di novanta gradi fino a toccare la superficie
d’appoggio, per poi rotolarvisi sopra e scomparire nel buio. Senza rumore.
Priva dello stiletto, la
sovrastruttura eccentrica venne meno, atterrando non priva di grazia sulla
pista ancora pulsante di vita superiore. Con rumore.
Marzia si rialzò e riprese il breve
viaggio, recuperando lo svantaggio sulle altre ragazze. La musica degli Oasis,
eccessiva ma energizzante, continuava a martellare. Compulsiva, più un tapis
roulant che un tappeto sonoro. Ma era quella giusta – concordia discors – per
l’ora e la controra. Chiodo scaccia chiodo.” (dal mio Gocce di pioggia a Jericoacoara).
Splash. Lo scorso anno ho rischiato il naufragio, ma quest’anno devo (devi) restare a galla, rimettermi sulla rotta e navigare nelle
acque del Logos e dello Spirito. Con il simbolo (la tua capacità di immaginare e
visualizzare il futuro e renderlo presente)
come ciambella di salvataggio.
Helzapoppin’. Onda su onda, tra zapping e spleen, schiuma di saudade e folate di stimmung: insomma, esci dal
tuo “cerchio magico” (che magico non è) e da’ corpo ai tuoi sogni. Per
dirla con il mio conterraneo Raffaele Carrieri, poeta d’altri tempi (sempre
attuale) e di altri luoghi: “se non hai considerazione per i sogni, non partire…”
Poni l’attenzione
al qui e ora e l’intenzione – e la tensione (distesa, wu wei) – al
futuro adveniente.
New moon o eclipse? Cerca il sole sorgivo e continua a fantasticare nella twilight zone… dove attorno a te non c’è nessuno. Nessun ricordo.
Sogna un destino diverso!
“Quello che veramente ami è la tua
vera eredità, strappa da te la vanità … cerca nel verde mondo quale posto possa
essere il tuo … strappa da te la vanità… (Ezra Pound).
Hai vagato sin troppo tempo nel buio
come un caino segnato (e trasognato), nei coni d’ombra terracquei e nelle atre
profondità plutoniche. Ma adesso è il kairòs, il momento fatidico, l’attimo figgente: cerca di spiccare il volo, anche a costo di
inciampare sui sassi del passato e di scivolare, impaludarti, scontrarti con il
treno del presente.
Forse finora, per dirla alla Céline, il lato teatrale del disastro ti
entusiasmava. Ma ora è il momento di spingersi verso nuove
thule (prima c’erano state, al massimo, solo tulle, pizzi, fiori artificiali).
Apri quella porta!
Porte di corno, d’avorio, d’oro. Non è
solo questione di sogni. Occorre un
cambiamento di segno. Signum aeternitatis.
Volevo uccidere la noia, tirare il collo alle mie paure… Tiravo calci alle
porte per entrare nella vera conoscenza
e succhiarne il midollo. Poi ho aperto la porta alla mia essenza e allo
Spirito è sono riuscito ad allineare – se non altro, tra cadute e rialzate,
sono sulla strada – ambiente,
comportamenti, capacità, valori, identità e vision/mission (parlo dei
“livelli neurologici” di Robert Dilts – rinvio ai miei libri, in particolare a PNL Transpersonale).
”Meglio essere un delinquente che un borghese” aveva dichiarato
lapidariamente il giovane Ernst Jünger. Prima pietra.
La seconda: “…e mentre io guardo la tua pace,
dorme quello spirto guerrier ch’entro
mi rugge.” Conclusione (foscoliana. Ai limiti del fosco, e del bosco): svegliati guerriero, ma punta
alla pace!
E poi solo i delinquenti sanno far
bene all’amore… (direbbe, eretica,
l’eterea arya, librettista dell’eros sublime). Non delinquo, nemmeno
sdilinquisco – e non giaccio nemmeno in deliquio: sto sulla diaccia (o ignea?)
linea di confine tra mondo e iper-mondo (per il momento ‘inter-loquisco’).
Sarò stato metrosexual (nella recherche nottaiola,
meno in quella vitaiola), ma non
sognavo Beckham. La rete non mi ha mai preso (me lo ripeto spesso, per non
farmi irretire). Specie ora che sono per la penna: un indiano metropolitano indeciso tra gli sneakers e i tacchi a
spillo.
Pensa differentemente, vedi le cose in altri modi!
E attenzione ai fatti: “I fatti sono semplici, i fatti
sono fatti / I fatti sono pigri, i fatti sono matti / I fatti dipendono dal
punto di vista / Se non fai attenzione ti portano fuori pista.”
Sì, lo so, ci sono ancora delle
resistenze, la
fusione è ancora
in fieri. Cellofan
esterno: la corazza ‘genitoriale’ (la ‘crosta sociale’). Cellofan interno: la
‘calamita’ gravitazionale del ‘bambino represso’ (che di tanto in tanto prende
il posto del fanciullino, anche se hai quarantanni), neghittosamente
accidioso, col dito perennemente in bocca, sempre cullato dal dèmone di
mezzogiorno.
Non voglio essere un notaio dell’esistenza, ma il
profumiere dell’essenza.
Ne sento la fragranza, lo Spirito mi ha colto in flagrante, il Cristo interiore sta crescendo,
io sto crescendo alla sua statura… Il suo stiletto ha inciso l’anima, lo spirito fa capolino dalla ferita aperta.
Soffro (solo per poco), però vado
avanti. Non posso ritirarmi, non è nel mio stile. Il Mito echeggia (e
occhieggia – mi fa occhei), il pasto
è nudo e io ho fame.
Il bosco mi attende, lì sul meridiano zero. Devo attraversarlo… sono
un viandante del Mito, non un passante
della Storia. Basta con ground zero, voglio
essere un anarca, un ribelle (al limite, un gangsta). Non ho nulla spartire con gli imbelli. Sono uno spartano (spero, non un imbecille). E (me lo impongo) soprattutto, un delinquente (bello, pulito, né captivus né incattivito). Ma non voglio gettare l’angelo con
l’acqua sporca…
“Bisogna fiutare il diavolo da
lontano... in tutti gli angoli... attraverso il mondo... tra i sottili
paragrafi di qualsiasi fatto quotidiano apparentemente innocente... il segno
del pollice, furtivo... appoggiato... segnaletico... la parola favorevole...
lusingatrice... la messa in valore, francamente pubblicitaria... il
denigramento sedicente imparziale... Nulla è indifferente.”
Devi fare la
differenza. Io ho tirato le somme: la filosofia, la
teologia, la spiritualità, la stessa PNL, mi aiutano a riflettere sulla realtà, ma con la
scrittura esploro mondi diversamente possibili (anche l’impossibile).
Risultato: tra un colpo di Thor, una
sventagliata del flabello di Margherita la mistica, un bel po’ di strisciate
del flagello di Céline – e soprattutto, grazie a un multiplo provvidenziale
flash tra le sinapsi, moltiplicatesi a dismisura – ecco che stai tirando fuori
l’essenza, quella che ti fa comunicare con Dio (sia il Divino sia il Cristo
dentro di te). Ora potrai volare alto.
Per rinascere devi uscire
dalla torma. “Non vedi che il cielo, grave di presentimenti, s’oscura e tace?” Se prima eri ‘in fieri’, ora comici a sentirti proprio in forma: ma sì, vuoi
proprio infierire… A colpi di clava.
Un po’ Stirner un po’ Fight Club.
“Chi è sicuro del valore della
propria causa non sente il bisogno della sua vittoria: il valore della causa ne
segna già il trionfo.” Infierire. Non solo sfiorare,
ferire, interferire. Turbare, non solo tubare.
Devi uscire dalla tua comfort zone. Sì, ora vuoi avere la tua fighting chance! Diventare leggenda (e tuttavia invecchiare…). E danzare sul mondo (a suon di
tromba) e… ridere,
ridere, ridere (il
romanzo come terapia?). Riso dionisiaco-nicciano e witz surrealista-freudiano:
un po’ di seltz nell’acqua bassa del mondo (se non altro, del mio mondo).
La mia
‘missione’? È anche la tua: “Non essere
limitato da ciò che è più grande, essere contenuto in ciò che è minimo, questo
è divino.” Spara e poi punta… (in un mondo che
cambia – come dice Robert Dilts – prima devi sparare, poi eventualmente correggi il tiro: l’importante è prepararsi ad agire e poi…).
2020: Tu sei
leggenda!
Nessun commento:
Posta un commento