Ho accettato di partecipare al Concorso Nazionale di Poesia “Dantebus” - II Edizione. Non sono un poeta, sono un romanziere e saggista (anche correttore di bozze, revisore e introduttore di testi), ma ogni tanto un detour fa bene.
Titolo della mia primizia: Earth, Wind & Fire.
P.S. Sottilmente erotica, direte voi. Sì, d’altronde il Cantico dei Cantici mi è talvolta d’ispirazione, così come Qoelet e Giobbe (su quest’ultimo mi sono cimentato nella mia tesi finale in un corso di Teologia). Che dire, sono tanti (almeno tre) i “sensi” delle Scritture…
Earth, Wind & Fire
Il getto d’acqua tiepida fluisce su dossi e curve,
scivola fin nelle cunette, non disdegna le valli fiorite.
Tocca il fondo rugoso, devia brusco verso l’omphalos,
scompare infine negli abissi.
Acqua a fiotti, frettolosa, per masse fluttuanti, acqua nei fiordi.
Le pareti translucide, i corpi oscillanti, diritti, flessi, combacianti.
Il segreto e l’ignoto. Cento colpi. Uno più, uno meno.
Corpi scolpiti. Ben torniti. Vincolati, slegati, vincenti, persi,
costretti nel piccolo ambito, incuranti del contorno, vibranti.
Bastevoli a se stessi, ma in procinto di tracimare.
Silenzio prima di uscire, silenzio prima di entrare.
In mezzo, una cascata di suoni.
Il contatto delle superfici, il fluire e il rifluire dell’acqua,
il perlage, l’aria vintage, il parlottio sincopato, quasi dopato.
Tutto parla. Tutto tace nell’infittirsi dei suoni. E dei movimenti.
Iniziali, al climax, finali. E al calare del sipario, l’uscita trionfante,
l’ingresso sottotono negli accappatoi impazienti…
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