UNA DIANA PER ELUANA
DISCO-MIX PER D.J. FABIO
Dj Fabo. E poi lo
scontro Salvini-De Magistris (ma a Napoli ben altri scontri). Questi
alcuni degli ultimi argomenti di scontro, per non parlare degli “incontri”, più
che altro liturgie della politica – e che dire del Berlusconi passero solitario
l’8 marzo in McDonald’s?
Nello scontro tra i due
demagoghi (nel bene e nel male) – il “lumbard” e “Napule è” – c’è forse la
teofania e l’eutanasia della politica. Comunque c’è sangue: meglio di tanta pseudo-realpolitik utile solo a mascherare i problemi (come la demagogia
di abbattere o costruire muri…). E i giovani, muri o non muri, scappano…
In ogni caso, bomba o non
bomba, torno a bomba con un mio vecchio post, remixato. Che ben calza per farvi scalzare
preconcetti e precotti: c’è bisogno di
cibo fresco e aria nuova!
A proposito di bomba o non
bomba (Venditti “cantat”): partirono in due – Salvini-De Magistris – ed erano abbastanza: un pianoforte e una chitarra e molta fantasia. E fu a Bologna che scoppiò la prima bomba, fra una festa e una piadina di
periferia. E bomba o non bomba, noi arriveremo a Roma, malgrado voi...
Di marce su Roma ne sono
state fatte; di uova marce ne sono state lanciate. E ora: avanti,
march!
“Non tutti quelli che
muoiono nascono anche…”
E neppure tutti quelli
che nascono muoiono! Sì, in questi giorni, per parafrasare il titolo dell’opera di Nietzsche da
cui ho tratto l’aforisma, molte sono state le ‘ombre’, pochi i ‘viandanti’
(naturalmente, sto parlando del caso ‘Eluana Englaro’).
Sì, molto ‘animo’,
molta ‘animazione’, ma poca ‘anima’.
In ogni caso, meglio
che niente, in questa ‘civilization’ dis-animata. Ma non voglio
generalizzare, né fare il vittimista. Anzi, sono un inguaribile ottimista (ma
non di quelli da ‘happy end’). E poi sono tutt’altro che un ‘moralista’
o un ‘castigatore di costumi’. Dio me ne guardi!
Sì, è innegabile, ci
sono stati anche molti sprazzi di ‘kultur’, bagliori di civiltà. Sia
dall’una sia dall’altra parte. E qualcuno ha suonato la campana (forse stonata).
Una diana per Eluana:
così ho ‘titolato’ questo post. La diana, la sveglia... (ma ‘diana’
etimologicamente, è anche ‘dì’, giorno, luce, sole, ma anche luna…). Ed Eluana?
Idem (el è radice ‘divina’ e – mi aggrappo a una liana... – lei
era ‘solare’).
Quindi, per Eluana, notte (la luna), ma anche giorno…
Quindi, per Eluana, notte (la luna), ma anche giorno…
Ho detto della querelle.
Luci e ombre…
E la mia posizione?
Sul filo del rasoio, il rasoio di Ockham. “A parità di fattori la
spiegazione più semplice tende ad essere quella esatta”. Ed è qui il
problema: qual è la spiegazione più semplice? Da un lato: “sarebbe stata
quella di far continuare a vivere Eluana: in questo modo, nessun grave problema
morale, nessuna grossa discussione (se non fosse stata per la caparbietà di
papà Beppino, pochi avrebbero sollevato il problema), nessun protocollo o
‘codice deontologico’….”
D’altro canto: c’è
pure una dignità dell’essere umano… è vita quella che, sia pur con un minimo di
funzioni vitali, è ridotta al lumicino e sembra solo un voler prolungare ciò
cui la natura (o Dio) vorrebbe porre fine?”
I primi ‘grilli’ (o
‘cicale’) sarebbero gli ‘spirituali’, i secondi (sempre grilli e cicale,
qualche ‘gatto’, qualche ‘volpe’, qualche ‘sciacallo’ – ma non mancano in
nessuno dei due ‘schieramenti’) sarebbero i ‘materialisti’ – naturalmente,
entrambi con tutte le sfumature possibili: dai ‘radicali’ ai ‘possibilisti’.
Una krisis
che ha tagliato trasversalmente (almeno in alcuni settori) schieramenti
politici, ideologici e religiosi. Ecco – tanto per sfatare certe immagini di
destra ‘codina’– un esempio di ‘destra’ non-conforme (la sinistra, si sa, salvo
i teo-con, era più propensa alla soluzione ‘stacca-spina’).
Alessandra Colla, nel
suo blog, esprime quest’opinione ‘radicale’ (ho colto solo un ‘tralcio’),
‘forte’, da molti non condivisibile, ma portatrice di un suo ‘senso’:
“Chi è più
materialista? Chi crede che la Vita sia consapevolezza, speranza, progetto,
emozione — tutte cose che non appartengono più al povero grumo di cellule
straziate che è ormai Eluana Englaro —, o chi crede che basti un mero insieme
di funzioni fisico-chimiche a definire una “persona”? Chi riconosce
all’individuo il valore immenso della dignità personale e del pudore di fronte
alle miserie corporali; o chi denuda, fruga, invade un corpo come se fosse un lacerto
di carne inidentificabile sul banco del macellaio?”
Io sono un po’ più
sfumato: so che i nietzscheani puri abbraccerebbero tout court la tesi
del blog de droite, ossia una ‘dolce morte’, in quanto ritenuta più degna, ma io, che colgo molto dal pensiero di Gesù, so
pure che il ‘miracolo’ è possibile e che non bisogna
lasciare mai nulla d’intentato.
Certo, Gesù in casi
come questi – ma anche meno gravi (o addirittura – vedi Lazzaro – impossibili)
– interveniva per guarire, ma su richiesta dei congiunti (anche del
centurione), della madre, del padre… E poi, il ‘rinato’, era rigenerato in tutti i sensi: tornava, per quanto possibile, a una vita
piena.
In questo caso,
sinceramente, sono perplesso…
Sì, è vero, è spesso
difficile definire il limite che separa ‘assistenza’ da ‘accanimento
terapeutico’: è forse qui, prosaicamente, il vero problema – un po’ come il
voler stabilire il momento in cui il ‘grumo di cellule’ – l’embrione –
diventa ‘persona’. Ed è certo questo il caso di Eluana (tralascio qui
la questione ancor più ‘spinosa’ dell’eutanasia attiva); tuttavia, c’è anche un
problema di vita degna di essere vissuta e di dignità del morire.
E citando proprio
dalla Dignità del morire del famoso teologo ‘dissidente’
Hans Küng, non posso che unire il mio ‘filo’ al ‘colorato’ intreccio ‘kung-nicciano’:
“Non si può negare che
l’essenza dell’uomo è il desiderio: l’uomo è un essere finito capace di un
desiderio infinito, imperfetto, incompiuto mai sazio, che ricerca sempre,
interminabilmente, all’infinito; trova e tuttavia torna a ricercare, conosce e
tuttavia torna a dubitare, prova piacere e tuttavia resta insoddisfatto. «Ed
ogni piacere vuole eternità, vuole profonda, profonda eternità!» (Nietzsche).
Sì, Eluana ha vissuto
la sua fugace giovinezza con ‘desiderio’: un desiderio ‘infinito’ (come
è tipico di quell’età) speso nelle cose ‘finite’ (ma che ne sappiamo noi
della sua, eventuale, sottile brama di eternità, di ‘infinitezza’?). Perciò godi la vita ragazza! Sii felice finché sei ancora giovane. Fa’ tutto quello che ti piace e segui i desideri del tuo cuore, ma... non dimenticare il tuo Dio! (da Qoelet)
L’aver lasciato che la
natura (o Dio? Lui c’è sempre ‘dietro’, o in ogni luogo – anche quando
si ‘traveste’ da Caso) facesse, non più ‘frenata’, il suo corso,
forse, ha dato a Eluana – al suo ‘spirito’ (quello sì che è sempre vivo,
‘dinamico’, vivace!) – il piacere ‘sfrenato’ dell’eternità, della profonda
eternità…
La diana è suonata,
Eluana: ora sei sveglia!
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