GLI STRATAGEMMI
Trick & click
La logica dello stratagemma è quella di
costruire una sequenza di azioni ‘suggestive’ e ritualizzate, apparentemente
illogiche, tali da spostare l’attenzione dalla paura all’esecuzione del
compito, prescritto come se fosse una sorta di magia. Ecco qui alcuni ‘case studies’.
Bandler e Grinder (promotori della PNL) citano il caso di una
donna che si era rivolta loro perché aveva un problema di acrofobia (paura
dell’altezza). Invece di indagare sulle
cause della sua paura, chiesero alla donna di avvicinarsi alla finestra
dello studio, situato al terzo piano: subito la donna si sentì venir meno a
causa della sua fobia. Bandler e Grinder la riportarono all’interno dello stanza,
poi le chiesero di riavvicinarsi alla finestra e affacciarsi, ma, lungo il
percorso, avrebbe dovuto cantare l’inno nazionale (le diedero pure una
bandierina da sventolare). La donna, tutta presa dall’impegno di cantare, si distrasse dalla sua paura, si
avvicinò alla finestra e si affacciò…
Un
altro caso è citato sempre da Richard Bandler: una ragazza era ricoverata in un
ospedale psichiatrico, perché pensava di essere l’amante di… Gesù. Inutilmente
gli psichiatri cercavano di ricondurla alla ragione, ma, poiché utilizzavano il
solito ‘protocollo’ – quello della
confutazione del delirio (non si fa così, dici cose irrazionali, cerca di
ragionare…) e il trattamento farmacologico –, non approdarono a nulla. Infatti,
con questo tipo di trattamento, si hanno sempre risposte oppositive, che ancor
più reiterano la ‘recita’ da parte del ‘malato’ (che segue un suo ‘copione’),
oppure consolidano quella che, nella sua
‘strategia’ (sia pur disfunzionale), appare come l’idea sincera che il
‘disturbato’ ha di se stesso. Come fu risolto il ‘problema’? Un’assistente
sociale, al posto del solito approccio, utilizzò quello ‘strategico’, il più
adatto per entrare in rapport
(empatia) con la paziente. Invece di contraddirla, le disse a sorpresa: “Sì, lo so, Gesù parla sempre di te…” Dopo
qualche momento di perplessità, la paziente rispose: “Guarda, di questa storia di Gesù non ne voglio proprio sapere più
nulla!”
Bandler menziona molti casi in cui, grazie
a stratagemmi, ha rimosso a ricoverati in ospedali psichiatrici le loro manie.
A un paziente convinto di essere Gesù
Bandler misurò altezza, braccia e bacino, dicendogli che stava per costruirgli
una croce; a un altro, persuaso di essere il diavolo, di notte, da una
bocchetta nel muro, fece arrivare la sua voce contraffatta, dicendo di essere
il diavolo, e che si era scocciato di essere sempre nominato da lui. Inutile
dire che entrambe la manie scomparvero di colpo.
Dilts cita un caso analogo: a un giovane
che ciondolava per i reparti di un ospedale psichiatrico facendo dei sermoni dicendo
di essere Gesù, un giorno si avvicina un nuovo psichiatra che gli fa: “Ho
sentito dire che una volta facevi il falegname… che ne diresti di collaborare
nell’allestimento della nuova sala ricreazione? Il giovane, non potendo dire di
no (era o no Gesù?), accetta: comincia a lavorare, instaura nuove amicizie e a
fine lavoro lascia l’ospedale e trova un’occupazione stabile.
E che dire del caso della poliziotta
chiamata per ricondurre alla ragione un tipo che, in un raptus di follia, stava
devastando il suo appartamento? (e nessuno era riuscito a convincerlo ad aprire
la porta). Proprio quando lei era davanti al portone, lui buttò dalla finestra
un televisore. La poliziotta allora cominciò a picchiare forsennatamente alla
porta. Il pazzo furioso, per tutta risposta, si mise a urlare: “Ma chi diavolo
è!” La poliziotta, guardando i pezzi della tivvù sparsi a terra, rispose: “Riparatore
di televisori”. Per un attimo nell’appartamento calò il silenzio, poi l’uomo
scoppiò a ridere e, finalmente, aprì la porta: un paio di parole erano state
più efficaci di un battaglione di polizia e mesi di allenamento nel
combattimento corpo a corpo…
Potrei dire tanto altro ancora sull’approccio
strategico (ne parlerò in un prossimo libro, in cui aprirò tutto l’ampio
ventaglio delle opportunità offerte da PNL, psicosintesi e approcci strategici,
in campo terapeutico, aziendale, professionale, comunicazionale, esistenziale…)
Qui, per togliere un po’ di ruggine alla mente, mi limito a consigliarti, oltre
alla bibliografia specifica, di leggerti un po’ di storie zen o parabole sufi
(quelle di Mullah Nasruddin).
CONCLUSIONE
“Quello
che veramente ami rimane, il resto è scorie. Quello che veramente ami, non ti
verrà strappato. Quello che veramente ami è la tua vera eredità.” (Ezra Pound)
Ciò che ami tienitelo ben stretto. Ma
puoi farlo solo se sai gestire le tue emozioni. Come afferma Goleman, le
emozioni sono attitudini fondamentali nella vita. Dall’interazione tra sfera
affettiva e dimensione cognitiva nasce la ‘realizzazione’ dell’essere umano, il
suo essere-nel-mondo. Ogni distorsione o rallentamento in questa dinamica rende
l’essere umano, non solo statico, ma ‘gettato nel mondo’. Nondimeno, tu hai la
potenzialità di ri-progettarti continuamente e per questo, per realizzarti, devi cambiare.
Saper gestire le proprie emozioni e
riuscire a scegliere lo stato interno più consono al momento e al contesto
significa già aver dato una svolta significativa alla tua vita. Ed è quello
che, in sintesi, ho cercato di fare in questo manuale: convertire i tuoi stati
disfunzionali in stati più produttivi. Applicando le tecniche qui descritte
potrai, infatti, disattivare le emozioni fastidiose, improduttive rispetto al
momento e al contesto, dissociarti dai ricordi sgradevoli e creare degli
stati-risorsa quando ne hai bisogno.
L’importante è che tu esca dalla tua
condizione e ti ‘risvegli’… Concludo, quindi, con un racconto sufi, che ben simboleggia
il passaggio dalla schiavitù della ‘fissazione’ al ‘risveglio’ liberatorio.
A Mullah
Nasruddin era giunta voce che la moglie lo tradisse. E gli avevano
pure indicato il luogo (sotto la grande palma appena fuori città) e l’ora degli
incontri clandestini (a mezzanotte in punto). Non sapeva però chi fosse il
rivale.
Il pensiero del tradimento e la gelosia
lo divoravano giorno dopo giorno. Ormai la sua era diventata una fissazione,
una mania… E dal giorno della triste rivelazione aveva cominciato a soffrire
anche di fobie e attacchi di panico; per non parlare degli stati d’ansia, della
vergogna (erano ormai molti mesi che non frequentava più nessuno per paura dei
commenti) e della depressione che lo buttava sempre più giù. Era ridotto a uno
straccio…
Un giorno prese il coraggio a due mani e
disse fra sé e sé: devo far fuori il mio
rivale! Si preparò psicologicamente a puntino, si rimise in sesto, disse in
anticipo le preghiere riparatorie, si armò di tutto punto e andò di soppiatto sul
luogo deputato, Era quasi mezzanotte, luna piena, nessuno intorno, solo una
leggera brezza e il sommesso vocio degli animali notturni…
Salì sulla palma e iniziò ad aspettare.
Mezzanotte: niente, mezzanotte e mezza: niente… Ma lui imperterrito, sempre più
carico di rabbia e indomito coraggio.
L’una, le due, le tre, l’alba… All’improvviso,
il flash: ma io non ho moglie!
Tratto dal mio “Che cos’è la PNL”.
Nel mio post precedente c’è un altro “estratto”.
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