venerdì 15 aprile 2022

SOPRA E SOTTO

 

SOPRA E SOTTO

La morte di Gesù è il ritorno del Figlio al Padre. La Sua ultima parola: “Tutto è compiuto” significa che Egli ha condotto a buon fine la sua missione.

E noi, la nostra missione la stiamo compiendo? E poi, qual è la nostra missione? Ne abbiamo una? È diversa da quella degli altri, o siamo tutti indirizzati verso un’unica meta?

Meta, metanoia, metafora. Fire... start, stop, goal.

L’importante è partire, fare il primo passo, poi il secondo, il terzo…  Purché non ci si fermi a metà del cammino. La meta è vicina, lo Spirito soffia, la carne urla: l’importante è rimanere sottovento, sapendo che lo Spirito soffia come, dove e quando vuole...

Wind, earth & fire. Rewind: siamo in tempo di Pasqua – che, come ben si sa, significa ‘passaggio’; meglio ancora: passare oltre. Ed è bene, ogni tanto, fermarsi e riflettere (ascoltare il proprio Dio, riconoscerlo come tale… cfr. Salmo 46). Riflettere, non flettere... (ma ogni tanto qualche flessione fa bene).

 

Siamo tutti in viaggio – anche chi è fermo – e tra un mal di mare, una mail e un jet-lag abbiamo tutto il tempo per fare il punto della situazione.

Sì, dobbiamo essere fuori dal coro, ma dobbiamo rimanere in-situazione. E tu sei l’uno e l’altro, in & out. Se segui questo blog on the road, ti sei imbarcato in un mystery magical tour molto personale (a ciascuno il suo viaggio): un insight coachingun viaggio “illuminante” – che ti porta dall’esteriore all’interiore e viceversa. Un viaggio significativo, pieno di senso (e di sensazioni – multisensoriale) ma a tratti scomodo. Un viaggio al termine della notte.

Un viaggio mentale, ma anche animico, spirituale. “Viaggiare è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. […] E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi. È dall’altra parte della vita”. 

L.F. Céline, Viaggio al termine della notte).

 

Un surfing che, onda su onda, di post in post (qui, nella mia città due-mari nel frattempo ci sono le ‘poste’ delle processioni dei ‘misteri’ pasquali), ti sta conducendo verso la ‘chiarezza’, anche quando ti faccio approdare, per un breve ‘calata’, nel “porto delle nebbie”.

Sì, come afferma la Kabbalah (e in fondo lo stesso Cristianesimo, a lei, nell’essenza, molto affine, anche se ha, in più, Gesù...), per esistere, quindi essere, dobbiamo divenire: il cambiamento costante ci porta a livelli sempre superiori. La nostra vita è una ‘pasqua’, un passare oltre: c’è il lunedì, il martedì… il giovedì santo, il venerdì santo, la ‘passione’, la ‘morte’, la resurrezione’.

Non solo, ma il nostro quadro individuale dev’essere inserito in un grande polittico: nostro scopo è rimuovere caos e sofferenza, non solo dalla nostra vita, ma da quella di chi ci è vicino (e lontano). Se la nostra vita è perfetta, ma la nostra famiglia, i nostri vicini, i colleghi di lavoro, sperimentano caos e sofferenza, la loro entropia rischia di contaminarci, di risucchiarci, vampirizzarci, licantropizzarci.

Nondimeno, dal caos la stella danzante…

Elevando le singole ‘consapevolezze’, anche la world consciousness si eleverà a livello di consapevolezza cosmica: il caos partorirà la stella danzante.

 

 


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