martedì 14 febbraio 2017

TIGER VALENTINE (remix)



 TIGER VALENTINE
(remix)

If there were no words, no way to speak, I would still hear you… If there were no tears, no way to feel inside, I'd still feel for you…
Se non ci fosse nessuna parola, nessun modo di parlare, vorrei lo stesso ascoltarti
Se non ci fosse nessuna lacrima, nessun modo di sentire dentro, vorrei lo stesso provare qualcosa per te…
Happy Valentine! A buona intenditrice… no words.
Detto questo, torniamo a terra (eppure mi è dolce navigare in quel mare…). Riprendo, quasi alla lettera (ma tutto nello spirito) un post del 13 febbraio 2010, lo sposo, lo sposto e lo riposto. E vai…
“Noi siamo i figli di mezzo della storia, cresciuti dalla televisione a credere che un giorno saremo milionari e divi del cinema e rockstar, ma non andrà così. E stiamo or ora cominciando a capire questo fatto.” 
Nel nostro salon (un blog anche un po’ Fight Club) siamo morti alla vita e siamo risorti alla Vita.
È il nostro nido. Siamo ormai dei ‘divi’: Sarete come dèi… 
La Stimmung del blog vi ha messi a nudo: d’ora in poi, sarete – saremo – uomini e donne ‘radicali’. Sì, con radici (nell’avvenire e nell’arké, ma piantati nel presente).
Dai, sii radicato …ma slegati la testa! Fa’ come Gesù: non aveva giaciglio su cui posare la testa. E per fare questo: prepara il tuo nido e attirerai la fenice (quella cristiana, non quella massonica: massone? No grazie: io sono…).
Are you frightened of dying? No, non ho mai avuto paura di morire (i Massive Attack, i Portishead, i Tricky, tutta la truppa del trip-hop sound irrompe nel mio salon: è ora di uscire allo scoperto – va bene anche il terrazzo: affacciati sul mondo e, rigenerato dal blog, guardalo con occhi nuovi…).
Il grande spettacolo in cielo (the gig) comincia ad affascinarmi (più sale la trascendenza, sempre più giga, più scende la mia décadence). 
S’incrementa la mia salivazione: il pasto nudo è ormai vicino (e non ho la scimmia sulla spalla. Forse, la colomba. E poi la scimmia balla… occidentali's karma o instant karma?).
“Abbasso il fuoco sotto il pentolone. Mescolo l’acqua che bolle. Quando il grasso è bollito abbastanza perché non venga più sego in superficie, butto via l’acqua. Lavo la pentola e la riempio di acqua pulita.” 
Il re è sempre nudo: ancora qualche giorno e poi passeremo all’azione. Questa volta più decisa che nel passato: faremo piazza pulita (degli schemi desueti, degli schemi, degli scemi… togliti la scimmia dalla spalla, ma lasci che balli… dance dance dance).
Non ci saranno (forse: dipende dal corso del Kairòs) altri salon: questa è l’ultima ‘stanza’, quella definitiva (ma ci sono le finestre). 
Salon Kitty. In the cut. The year of the cat… Oggi rosso San Valentino inizia per me l’anno, con tutti i buoni propositi: solo che da adesso faccio sul serio.  
Fai anche tu I tuoi propositi e proponiti di applicarli – alla lettera, e soprattutto, nello spirito. Prova, non si sa mai… Cavalca la tigre!
Da oggi, tutti outdoor, a graffiare…. La strada sarà il nostro salon, i marciapiedi i divani, i letti prenderanno la ‘forma’ della nostra ‘anima’. E le persone? C’è chi rimarrà pavimento, chi tappetino, chi solo paramento. 
Prenderà forma, la nostra forma, solo chi è malleabile, chi è ‘elastico’ (questione di fibra, di polpa, di ‘sangue’). Chi è ‘molle’, se ha la ‘stoffa’, potrà indurirsi (pur rimanendo flessibile). Chi è ‘rigido’ si spezzerà… Per dirla con Ray Grigg: “Cedi e sarai intero. Piegati e vincerai. Vuotati e sarai colmo. Il duro e l’inflessibile vengono infranti dal mutamento; il flessibile e il cedevole si piegano e prevalgono.”
San Valentino: primo giorno dell’anno della tigre (quella occidentale).
“Avremo letti intrisi di sentori tenui, divani oscuri come avelli, sulle mensole nuovi e strani fiori, nati per noi sotto cieli più belli. Consumandosi a gara, i nostri cuori come due grandi torce due ruscelli verseranno di vampe e di fulgori nei nostri spiriti, specchi gemelli. Una sera di rosa e azzurro mistico un lampo solo ci vedrà commisti, lungo singhiozzo carico d’addio. Un angelo, schiudendo indi le porte, a ravvivar verrà, gaudioso e pio, gli specchi opachi e le due fiamme morte.”
Il contatto dei corpi scalda le anime, le nostre anime. Corpi plasmati dalle mani della Bellezza (di cui Hölderlin aveva celebrato il nome e che Baudelaire aveva battezzato in punto di morte). Menti trasformate, creative, spiriti in ebollizione. 
I nostri cuori come due grandi torce. E il divano pronto a trasformarsi da alcova in lettino da psicanalista. Anzi, no, in un tête-à-tête da piennellista (alla fine rimarrai solo tu – lettore crea-attivo – vis-à-vis con la tua essenza, il tuo angelo).
Un angelo, schiudendo indi le porte, a ravvivar verrà, gaudioso e pio, gli specchi opachi e le due fiamme morte…
Ambrati gli specchi, moltiplicatisi all’infinito. I fiori appassiti, i polloni sboccianti.
“Fiore in un muro screpolato, ti strappo dalle fessure, ti tengo qui, radici e tutto, nella mano, piccolo fiore – ma se potessi capire che cosa sei, radici e tutto, e tutto in tutti, saprei che cosa è l’uomo”
Le ali dell’angelo non cessano di toccarci. Noli me tangere? No, tutto OK. Tutto sotto controllo. Io OK tu OK. Peccato veniale? Morte degli amanti? Baudelaire, Tennyson? Iki, haiku? Dead man and woman walking? No, siamo ancora vivi, anzi siamo lì lì per rinascere. Siamo rinati!
“Brilla brilla la scintilla, brilla in fondo al mare. Venite bambini, venite bambine, non lasciatela annegare … Venite bambini, venite bambine e ditele che il mondo può essere diverso, tutto può cambiare, la vita può cambiare e può diventare come la vorrai inventare Ditele che il sole nascerà anche d’inverno, che la notte non esiste, guarda la luna. Ditele che la notte è una bugia, che il sole c’è anche c’è anche la sera”
Sì, c’è la sera, c’è la notte e, soprattutto, c’è l’alba…

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