L’ETICA COME SEGNO DEI TEMPI
E SOGNO DEL FUTURO
E SOGNO DEL FUTURO
(PRIMA PARTE)
Il campo (seminato/minato o arido?) dell’etica è un territorio privilegiato – pathfinder – per esplorare quali saranno le prospettive di questo Terzo Millennio ormai maggiorenne. È il terreno di gioco (o di lotta) in cui si affrontano il retaggio del passato, la realtà del presente e le sfide del futuro.
Al primato della politica, mattatrice
nelle discussioni post-sessantottine, si è, infatti, man mano andata
sostituendo la riflessione sulle questioni etiche. E il dibattito
si è ancor più acceso nel turning point degli anni 70/80, che ha segnato
il passaggio dalla modernità alla post-modernità.
Un cambio di paradigma: dalla verità
(antropocentrica) dell’homo modernus (che sostituiva la verità teocentrica
dell’homo antiquus) alle molte verità dell’homo post-modernus. Da
Cartesio, Kant, e la ‘ragione illuminata’, svoltando per Nietzsche e lo
‘smascheramento dei valori’, per poi arrivare, con qualche affanno, al
‘decostruzionismo’ di Derrida, alla ‘condizione postmoderna’ di Lyotard e,
infine, alla ‘società liquida’ di Bauman: così l’etica è arrivata sino ai
nostri giorni, tra storicità, mobilità e relatività.
Perché, dunque, questa voglia di
etica ora, nell’avanzante Next Age, periodo di prova in cui si
riassemblano i pezzi del domino dell’ormai liquefatta New Age e, con la
lampada di Dio(gene), si va alla ricerca dell’Uomo Nuovo, di una Società Nuova,
zigzagando tra Globalizzazione e Localismo, tra le onde del Web e le
verdi valli della Tradizione e del senso della Comunità? Perché senza Etica non
c’è Identità…
L’etica, infatti, connota la volontà di distinzione propria dell’uomo, evita che, malgré tout, ci sia
la ‘Ribellione delle masse’ (Ortega y Gasset) o l’Uomo senza qualità’ (Musil).
Al di là del valore ontologico e della Stimmung – atmosfera – da salotto
radical-chic (o da pour parler da supermarket), ben oltre l’essere una
delle espressioni dello Zeit-Geist (lo Spirito del Tempo), con il suo
piangersi addosso per la perdita dei valori, l’etica assume connotazioni
eminentemente pratiche: fa sì che una città sia una città – e non una somma di pieni
o un vuoto a perdere – e che un’impresa non sia un’impresa…
I
can, I care… L’etica
tocca le corde dell’individuo nei suoi rapporti con l’altro (e l’Altro) – siamo
nei territori della psicologia, della filosofia e della teologia – e la sua
empatia con gli altri e col territorio in generale (temi della sociologia e
dell’urbanistica): insomma, dal cucchiaio alla città. Sì, l’etica
riveste un ruolo fondamentale anche nella gestione urbana, se improntata ai
principi di sostenibilità e sussidiarietà. La rigenerazione urbana, il community-based
planning, l’advocacy planning: tutta
l’urbanistica con finalità sociali, in sintesi, parte da premesse etiche.
Ma l’etica tocca e investe anche le istituzioni, l’economia, le aziende.
Entriamo in queste ultime finestre e soffermiamoci all’interno di questi
ambiti, dopo aver messo i piedi per terra. Consideriamo, anzitutto, l’identità
di un’azienda, la sua corporate identity: notiamo come il ‘fattore
etico’ (senza trascurare quello estetico) sia una garanzia di successo e di
approvazione da parte della comunità o del ‘villaggio globale’.
L’etica, ossia la somma dei
comportamenti ritenuti conformi alla moralità o al senso del bene, non solo
è un tema sensibile per la cultura d’impresa e l’identità dell’azienda, ma è il
minimo irrinunciabile per instaurare un rapporto di fiducia tra
un’impresa (lo stesso ente pubblico) e i vari detentori della posta in gioco
(gli stakeholder: le aziende, pubbliche o private, i partner con cui interagiscono,
nonché le varie controparti – cittadini, clienti, fornitori, opinione pubblica,
ambiente).
E poi, le ricadute sull’immagine e sul
versante del ‘politico’, per chi assume comportamenti etici, sono facili da immaginare
(senza per questo necessariamente cadere nel qualunquismo e nel facile buonismo
della ‘moralina’, così invisa, giustamente, a Nietzsche). Specie poi oggi, in
cui c’è un potenziale di consumatori e di organizzazioni sempre più sensibile e
critico nei confronti delle problematiche inerenti allo sfruttamento dei
lavoratori, ai privilegi iniqui, alla finanza rapace e alle tematiche
ecologiche e le altre istanze etiche in generale.
L’approccio etico nei rapporti tra stakeholder ripropone
i temi vincenti dell’’agire comunicativo’ e dell’‘organizzazione
comunicativa’ di Habermas, ossia la dialettica tra ‘sistema’ (gli
apparati amministrativi e direttivi) e ‘mondi vitali’ (i valori basilari
e fondanti della comunità). Solo un agire etico e razionale, teleologico e
strategico, porta all’empatia
tra le parti e alla reciproca soddisfazione.
Potere comunicativo che si riallaccia al finalismo
operativo strategico di radice weberiana e al potere non verticistico, ma orizzontale, di Hannah Arendt, esercitato da cittadini di pari
dignità e circolante tramite la comunicazione.
D’altronde, la glocalizzazione
(cocktail a dosi variabili tra mire globalizzanti e derive localistiche, ma
anche il senso di ‘comunità’) e il sempre crescente mix tra etnie e
culture diverse impongono, anche nell’ambito della cultura d’impresa, un orientamento
verso scopi e valori condivisi e l’implementazione di una cultura della
fiducia, della plausibilità e della reciproca attendibilità: in una parola, un
comportamento etico al passo coi tempi.
Segno dei tempi, c’è sempre più urgenza di una corporate
ethics – etica dell’azienda – che combatta il pressappochismo, la
criminalità economica, le speculazioni finanziarie, i fattori devianti in
generale, e riaffermi, o costruisca ex novo, rapporti sani, stili etici e
franchi di comunicazione, clima interno rassicurante e motivante, tutela della
dignità personale, miglioramento della qualità della vita e del benessere
personale, difesa dell’ambiente, lotta all’esclusione sociale, pari
opportunità, trasparenza…
Non solo, ma l’etica è indispensabile,
affinché, al di là di qualche successo effimero (e delle comunque inevitabili
ricadute deleterie, su almeno uno degli stakeholder), le società, le
imprese, gli enti e i loro sotto-sistemi funzionino senza intoppi e in maniera
efficace ed efficiente.
(Continua...)
(Continua...)
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