HOMO IMAGO DEI
(Terza
parte)
Oggi, sempre pescando da Gocce di pioggia a Jericoacoara, ecco la terza perla di Teologia del trittico (perla nera).
Galatea scosse la folta chioma. Un lungo
capello nero lucente svolazzò nell’aria e si posò impertinente sulla prima
pietra a disposizione. La spiaggia non ne risentì. Nemmeno Lorenzo. Non era il
capello…
«Il mondo del sogno, il mondo immaginale
(quando i sogni viaggiano nel Sé), può rendere più reale la tua vita. Pensa al
mondo ‘immaginale’ – ne parla Henry Corbin: il mondo dei profeti, di coloro che
fanno da portavoce di Dio. E pure tu, Galatea, puoi essere, non una portaborse,
ma un profeta, una profetessa (la Bibbia ne ha a iosa). È uno dei nove carismi
dello Spirito, di cui parla san Paolo. Ma c’è una bella differenza tra vivere
di sogni e dar vita ai tuoi sogni. Non ti dico, infatti, di evadere dalla
realtà, ma di entrare nel mondo ‘immaginale’, quello dei veggenti, e dei leader
(ma Galatea era già una leader, nel suo campo. E pure una veggente…). Connettiti
col grande Sé. E ‘tiralo’ giù. Tu e io, tu e Dio. Dio è accondiscendente. Non
c’è solo la ‘sinistra’ di Dio, Din, il Maschio, la Sua giustizia (che è poi un
giudizio di condanna), ma c’è pure Chesed,
la destra – il lato ‘femminile’ di Dio –, la Sua
misericordia. Il Suo amore, sempre pronto a temperare, a ‘calmare’ la Sua ira.
C’è il diluvio, ma c’è pure l’arcobaleno… L’uomo vuole salire, ma Lui vuole
scendere! Ed è già sceso, è qui tra di noi. Non fare di più, sii di più (la lezione di Gaia era
servita. Ora parlava quasi come lei…).»
«“La vera
arte della scoperta consiste, non nel trovare nuove terre, ma nel vedere con
occhi nuovi” – sono parole di Marcel Proust (e Lorenzo le ripeteva spesso.
Qui servirono a dare un po’ di respiro alla sua tirata). Gli errori sono buoni,
utili, ci aiutano a imparare e crescere: più profonda è la valle, più alta la
cima. Cerca l’esperienza delle vette! Ogni
persona è, potenzialmente, unica e valida; e non è retorica, o populismo
buonista. Il mondo ha bisogno di te. E qui divento predestinazionalista: tu
stessa hai detto di essere stato prescelta (ma Lorenzo non aveva ancora
compreso – o faceva solo finta? – di che pasta fosse Galatea). Ogni accadimento
della tua vita ti ha portato una lezione: c’è una benedizione in ogni
maledizione, una maledizione in ogni benedizione. Ogni cristiano, ogni nuovo
nato nello Spirito, ha ricevuto la promessa senza prezzo di una vita gioiosa e
abbondante, ma quasi mai scopre come viverla (la lezione di Gaia continuava a
sortire effetti). Specialmente chi è ‘nato di nuovo’… Il mio – almeno quello
cui con cui mi sto misurando, tra un progetto e una lettura – è Christian
life coaching: è una partnership, un partenariato tra me, te e Lui/Lei, lo
Spirito Santo. Sì, lo Spirito, la Ruah, è parte integrante della
partnership. Lei trasforma la tua vita da dramma e caos in pace interiore e
calma. No more drama, canta la rinata Mary J. Blidge (e sarebbe ‘rinata’
pure Nina Hagen!). Connessi allo Spirito possiamo esprimere e sperimentare le
nostre personali terapie, spiritualità e liturgie, singole o collettive,
attraverso le quali alimentare e simboleggiare una nuova coscienza biofisica. E
stratosferica. Bios, non abios. Dobbiamo riconoscere che il
cambiamento di coscienza comincia da noi stessi. Lo dice pure Krishnamurti
(Lorenzo solleticò una vecchia passione di Galatea – c’era pure Yogananda).
Abbiamo bisogno di terapie e spiritualità risanatrici, di crescita interiore.
Dobbiamo recuperare il nostro corpo-psiche-spirito, dobbiamo imparare di nuovo
a respirare, a sentire la nostra energia vitale. A staccare dalla nostra anima
naturale – nephesh – lo spirito divinamente infuso in noi, la neshamà,
la ‘scintilla divina’ nell’uomo. Salute fisica e salute psico-spirituale
debbono andare a braccetto: purificazione dell’anima e benessere del corpo – shalom
in ogni area della propria vita (compresi denaro e sesso) – sono necessari
affinché lo spirito che è in noi possa compiere con energia, dynamis, la
propria missione di vita. Come vedi, non c’è bisogno di essere buddisti per
enunciare concetti noti anche a Gesù, ma da lui ‘riformati’, ristrutturati,
potenziati.»
Lorenzo – sarà stata la posizione del loto – era un fiume in piena (non più uno
wadi nel deserto).
«Dobbiamo rubare tempo alla fretta per
contemplare la natura, tornare in contatto con la terra vivente, dipingere,
scrivere poesie e romanzi, immergerci nel sacro. Non solo il cielo, ma la
terra, il suolo, il sottosuolo se è necessario. Le comunità del ‘nuovo essere’
e della ‘nuova coscienza’ devono imparare a produrre da se stesse le proprie
liturgie, il proprio life-style, e portarli per strada… Ciò di cui abbiamo
bisogno non è solo ottimismo – al bando il pessimismo –, ma, soprattutto, e non
sembri banale, scontato o mieloso, l’amore per gli altri, per la vita e per la
nostra madre comune, Gaia (il richiamo a quel nome era troppo forte per
Lorenzo). E te lo dico, non da new-ager, ma da cristiano della Pentecost-Age. Ti piace il termine? È
mio, made in Lorenzo… (ma anche Julim l’aveva usato… sincronismo pneumatico?)»
Cercò d’imprimere, subliminalmente, questo
marchio di fabbrica – Pentecostage – nell’anima di Galatea, ma
scivolò sul bagnato. Capì, ancor più di prima, che c’era qualcosa di scivoloso,
di torbido, di sdrucciolevole, in lei.
«Dobbiamo aiutare la persona ad aiutarsi:
una persona ha già in sé le risorse necessarie, ma bisogna tirarle fuori.
Chissà perché, rimangono sempre in letargo! Occorre, poi, focalizzarsi sulla
persona più che sul problema. Bisogna svezzarla, educarla. Educazione come e-ducere,
condurre fuori. Quindi: educazione all’ascolto interno, all’incontro-scontro
coi diversi aspetti della personalità, attenzione alle voci più sottili, quelle
tralucenti dai livelli più alti dell’Io (ma anche quelli più bassi: tutto fa
brodo). La Grazia – l’aspetto luminoso di Dio – dà luce alle tante ombre della
nostra vita quotidiana. Alla luce della fede – che chiede – e della grazia –
che risponde – possiamo accettare con gioia la vita e accogliere con cuore
allegro, con ‘sobria ebbrezza’, gli altri. E così sconfiggeremo anche la
depressione, il problema più comune che sta affliggendo l’umanità, specie nei
paesi più civilizzati. Lo sai che nella Bibbia se ne parla? Per esempio nei
Salmi, ma anche San Paolo ne tratta nelle sue Lettere. Ma egli parla anche
della fiducia che ha per mezzo di Gesù Cristo, e non per merito suo, ma perché
infusa da Dio. E dello Spirito che lo rivivifica. Vale anche per noi.»
Ripresasi
dopo un lungo nostalgico sospiro interiore (condiviso, anche se su altre cavità
dell’anima, da Lorenzo), Galatea aprì bocca (sempre ben calibrata, e bombata) e
chiosò.
«Io
sono ciò che ho. L’avere può coincidere con l’essere, ma solo se
interpretato alla Sartre. Esistenza viva, goduta, oltre la nausea e la noia.
Vita bacchica, alcolica… Bacco rappresenta la gioia, l’ebbrezza della vita.
Solo se Cristo si fa Bacco, possiamo andare d’accordo. Perbacco, Lorenzo, vedo
che non sei un bacchettone. Già lo sapevo, ma ne ho avuto la conferma. Da come
bevevi… Mi hai assaporato e pasteggiato come neanche il miglior sommelier!»
Lorenzo rise con nonchalance e andò a scalare:
«Cristo è al di là dei nostri luoghi comuni,
o di quello che la Chiesa, le varie chiese, confessioni e conventicole ci
propinano. Spesso ce ne danno anche un buon ritratto, anche se mi fido più dei
teologi, malgrado quello che si possa pensare di loro. Sì, Gesù era anche un
buon maestro, ma soprattutto un ‘salvatore’. Alla giudaica, nel senso di
portatore di shalom, di vita ‘piena’.
Hai ragione, in Cristo c’è pure la manifestazione di Dioniso, come archetipo o ‘tipo’,
intendo. E Gesù Cristo è davvero un bel tipo! Tornando all’Ellade, Dioniso è
anche il movimento del sole, della luce, mentre Apollo ne simboleggia la
fissità, la staticità. In Cristo i due ‘tipi’ – Apollo e Dioniso – si
fronteggiano: infatti, se Dioniso rappresenta l’eterno ritorno, Apollo è la
freccia del tempo. Tuttavia, Cristo è, sì, il tempo orientato verso la
Pienezza, ma anche un ritorno allo stato primordiale. Il boomerang torna sempre
indietro, ma se colpisce il bersaglio cade a terra, ferma il tempo…»
Lorenzo si arrestò un attimo e rilanciò il
boomerang.
«Le difficoltà ci saranno sempre, ma sempre
meno. La differenza è su come risponderai. Il christian coach riallinea
il fuoco perduto (e spento) sul proposito di Dio. E lo riaccende. Ne L’Anticristo
c’è un passo significativo,
in cui Nietzsche, l’anticristiano, nel ri-valutare la figura di Gesù (il
Cristo gli piace meno, anzi punto), disarcionando quella (secondo lui, e non
solo) costruita da Paolo, sostiene che, non nella ‘fede’, ma nel ‘fare’
sussiste e consiste il vero messaggio del messia. Ma fede è azione… La
vera fede è sostanza. Sub-stantia: ‘sta sotto’, ma quando esce allo
scoperto va sopra, va dentro, è azione, energia, dynamis. Parafrasando
un detto ‘eroico’, il nostro Onore si chiama Fede! E per dirla come ho letto su internet, in un
articolo su melancholia e psicanalisi: “non
temere l’atroce, l’oramai irreparabile, ma guardalo in viso, ascoltalo…” Tornando alla teoria
e alla prassi, terapia e counseling sono generalmente focalizzati sulla
soluzione di uno specifico problema: non come nella psicanalisi, dove bisogna
scavare nel passato per andare a fondo (e spesso si affonda…) e trovare lo
strato che, cedendo, ti ha fatto sprofondare o, nel migliore dei casi, perdere
l’equilibrio. Tuttavia, quando il problema è risolto, anche il counseling
esaurisce il suo propellente e non ti fa più andare avanti, se non a spinta. Il
life coaching, al contrario, parlo in particolare del christian
coaching, si concentra nell’aiutarti a inverare i desideri che Dio ha posto
nel tuo cuore. Più che scavare, taglia, separa: scinde il ‘giorno’ dalla
‘notte’, il ‘sopra’ dal ‘sotto’, il ‘mare’ dalla ‘terra’, ma poi li completa e
li adorna… E si riposa (ma sotto sotto è sempre attivo). Ma se è necessario, li rimescola, anche temporaneamente,
per dare nuove soluzioni. Per dare alla luce un nuovo giorno. Solve e coagula: non tutto il male viene per
nuocere. E ricorda
sempre (te lo ripeterò all’infinito): bussa
e ti sarà aperto… chiedi e ti sarà dato! Se non raccogli è perché hai chiesto male! Devi essere specifico! Oppure, hai chiesto
bene, ma non ci hai creduto, non hai
avuto abbastanza fede! In
ogni caso agisci come se (avessi già
ricevuto). Emozionati… prova le prime sensazioni di sorpresa e di gioia mentre
scarti il ‘dono’, va’ alle stelle. Il
dono è tuo, è gratis! Il tuo desiderio è
sceso dalle stelle… È qui con te, sulla terra. Come sopra così sotto. E non domani, ma oggi! Il tuo futuro è qui e ora. Ricorda, sursum
corda: coach e coachee, sintonizzati tra loro e con l’obiettivo volto a
Cristo, insieme creano una visione del futuro sotto la regia di Dio e
l’assistenza dello Spirito Santo. Se il tuo ‘book’ è scelto da Colui che fa il
‘casting’, i giochi sono fatti. Rien va plus.»