martedì 22 dicembre 2020

PAPALE PAPALE (PARTE PRIMA)

PAPALE PAPALE

(PARTE PRIMA)

 Oggi, come spesso accade in questo blog, riflessioni tra lo spirituale, il religioso e il terra terra. Tratte, anche questo ricorrente, da “Gocce di pioggia a Jericoacoara”: quindi, precorritrici (risalgono a una dozzina di anni fa) di quanto accaduto nell’ultimo decennio, accade oggi e accadrà in futuro (adveniente – non sono un profeta, mai dire mai…, ma alcuni segnali ci sono).

Nel prossimo post la seconda parte.

 Ciò che l’uomo fa in Dio, è un seme che non va perso. Ciò che l’uomo crea in nome di Dio non passa col tempo. La vita trascorre, Dio è sopra ogni cosa a noi vicino. Queste parole rimbalzavano nella mente del Papa mentre parlava la ‘lingua degli angeli’. Il Papa, cruising in the night. Lui sapeva… (ma gli altri non sapevano che lui parlasse in lingue durante la preghiera solitaria, nemmeno i carismatici, figuriamoci i neocatecumenali).

     “Com’è possibile che Dio trionfi in ogni cosa, Sua natura sia la vittoria e poi i Suoi figli, pur avendo la Sua stessa natura, vivono nella sconfitta?” Eppure, ‘catturati’ da Cristo, ‘presi’ dallo Spirito, gli uomini ‘rigenerati’ abitano già nei luoghi celesti e regnano sulla terra! La natura di Dio è dentro di noi, abbiamo i geni divini, e nelle nostre vene scorre sangue nobile: “Dio ci ha fatto partecipi della Sua stessa natura.” In Cristo la nostra vera identità ci è rivelata dallo Spirito Santo… Queste e altre parole, sentite o lette non sapeva dove, si rincorrevano anch’esse tra le sacre meningi. Il parlare in lingue aveva sciolto ancor più i ghiacciai. Le acque erano sempre più calde, termali. E il Papa si tuffò e cominciò a nuotare, vasca dopo vasca, fonte dopo fonte. Era passato sotto tanti di quei ponti, ma ora si trovava sopra: al termine dell’ultimo ponte (con Lorenzo. Entrambi sullo stesso cavalca-vita, affiancati…).     

     Agli occhi di Ireneo (la mente del Papa dallo stile libero passò al dorso): “il Padre è l’invisibile del Figlio, il Figlio è il visibile del Padre.” E aveva visto giusto (Ireneo, ma anche il Papa. A proposito, era senz’occhiali e tutto andava bene…). Era in visibilio. In piena creatività. Anche intellettuale. Aveva ormai attraversato la linea gotica. E continuava a buttar giù riflessioni su riflessioni. Senza flettere. E senza Sartre.

     L’azione creativa e creatrice di Dio si attua solo attraverso altre persone, situazioni, cose. E lui, il Papa, era l’uomo giusto al posto giusto. E avrebbe agito di conseguenza. Tutto è gratis: fede, grazia, miracoli, benessere e senso dell’esistenza, salvezza e pace (shalom). Dio non guarda alle nostre performance, ma alla nostra fede (ma migliora le nostre performance, ci fa fare goal…). Dietro agli uomini e al loro agire (la tela del ragno) c’è la mano di Dio che utilizza tutto ciò che avviene. Dio parla il linguaggio degli uomini (ma gli uomini, ‘in lingue’, parlano ‘angelese’. E così ‘comprendono’ Dio). Dio c’è.

     «Gesù è Dio che si ‘abbassa’, bussa alla mia, alla tua porta. Era (ed è) amico di gay, prostitute, pazzi, malati. Voleva che lasciassimo tutto (e qui il Papa s’intristì di colpo), era venuto per portare la guerra, ma voleva la pace. I morti seppelliscano pure i loro morti, ma noi che siamo vivi (e qui il viso del Papa s’illuminò d’immenso) dobbiamo odiare padre e madre…»    

     Non i perfetti, ma i fanciulli entrano nel regno di Dio. Sì, i fanciulli, i bambini: liberi come uccelli, non rinchiusi in gabbie religiose e d’ogni altro tipo. Lui, il vecchio brontolone (il Papa si riferiva a se stesso, al suo ‘Sitz-im-leben’ interiore di ancora poche settimane prima, tutto codino e forche caudine), lui che disdegnava il pensiero odierno (moderno e post) e lo tacciava di essere debole, pilatesco (se non piratesco), relativista, scettico, non fondato sui valori, ma come Pilato, sulle procedure e sul giudizio della folla… anche lui (soprattutto lui!) doveva diventare ‘fanciullo’. Era il momento di cominciare a giocare. Di fare sul serio… Basta col pensiero ‘fonduto’. Meglio il Pilates, allora (la battuta terra terra, ma trendy, raddrizzò il Papa – conosceva pure il metodo Alexander, per correggere la postura, e il Silva Mind Control, per ‘stirare’, e sturare, le menti).

     “Allora, cos’è la verità?” Un coagulo di occhiate fugaci, delle sviste, qualche svisatura? Oppure, come lui voleva continuare a credere, una visione limpida? Emerson sosteneva che possiamo scegliere tra la verità e la calma, ma non possiamo averle tutt’e due. O l’una o l’altra. Eppure, lui, il Papa, era calmo… (forse usava il ‘click’ calmante di Lorenzo, la sua ‘ancora felice’ targata Pavlov e PNL). Semmai, erano gli altri a essere agitati (e lontani dalla verità). E non era nemmeno fanatico (pensassero pure, gli altri, quel che volevano…). Piuttosto, il vero fanatismo era quello della folla, delle personalità multiple, dei relativisti a oltranza. E il sonno della ragione genera mostri…

     Sì, anche lui, il Papa burbero e pignolo, era considerato un fondamentalista; ergo, fanatico. Nemico acceso del relativismo, del pensiero ‘debole’ e delle montanti derive scientistico-chic. Ma non furono certo questi marosi o queste risacche, fossero pure gorghi o cavalloni, ad aver mandato al rogo Giordano Bruno, Hus e Serveto… C’era ben altro sotto (e dentro). L’acqua, semmai, spegne il fuoco. Basta… il Papa s’infiammò e scoppiò facendo tremare le pareti (quelle confinanti col talamo in disarmo). Sarebbe diventato neo-relativista! Alla faccia di Calvino e Pio X (o Pio IX, o forse Pio XI. E se fosse XII? Nell’euforia il Pontifex cominciava a dare i numeri). Non il disprezzo dei valori, ma la tolleranza e l’apertura verso nuovi aspetti della verità…

 


 

Nessun commento: