PAPALE PAPALE
(PARTE SECONDA)
«“Dio sconfina. Partendo dal centro della sua divinità, attraversa una serie di confini: tuffandosi nella realtà corporea dell’umanità, nascendo da una donna, supera la distanza incolmabile tra divino e umano, condivide la nostra stessa origine, libera il nostro corpo e tutti coloro che con il corpo sono stati identificati, le donne, le persone di colore. Oltrepassa il confine tra padrone e servo, destabilizza le distinzioni, volta le spalle ai palazzi dei re, erra senza avere dove posare il capo, si prende cura dell’altro/a e fa della cura reciproca il centro della sua proposta di vita. Estromesso dal campo, attraversa le mura della città, sconfina nell’impurità per morire con i reietti, scarti di una civiltà costruita sulla morte. Il suo sangue versato in terra sconfina in una natura oltraggiata e agonizzante.”»
Erano parole di Elizabeth E. Green (l’aveva conosciuta durante un seminario valdo-metodista, ‘diretto’ dal mitico Simonpietro, uno dei suoi mentori), prese dal suo “Il dio sconfinato. Una teologia per donne e uomini”, libro autografato con un ad Arianna, un filo teso tra immanenza e trascendenza.
Il Papa, per mostrarle la sua approvazione (figuriamoci se non conosceva la teologa battista… Certo, era più ‘dolce’ della bloody Mary Daly, cattolica per giunta – in ogni caso le donne hanno il coraggio di essere), la prese per mano, la condusse virilmente al centro della sala e accennò un passo di danza. Mise la terza, poi la quarta.
Lorenzo si fermò sulla corsia di emergenza: un momento di sosta (l’’attimino’) per riflettere.
Quintessenza, Gyn/ecology, Oltre Dio Padre, Pure Lust? Puro divertimento… Donne che riscoprono e reinterpretano la femminilità e uomini che riconquistano il loro ruolo (anche il Papa: sotto il vestito un cuore – ma pure Gesù era così: vero Dio e vero uomo). Senza più prevaricazioni o negazioni di nessun tipo, liberi di agire o vestirsi come volevano (anche lui, il Papa?). Nessun impedimento professionale, nemmeno la preclusione al ministero ecclesiale. Uomini e donne, d’altronde, provengono da pianeti diversi (da Marte e da Venere, secondo lo psicoterapeuta John Gray), anzi da costellazioni remote, lontane tra loro miriadi di anni-luce. Eppure, ci doveva essere un punto d’incontro, un punto di saldatura. C’era: l’isola che non c’è…
(da “Gocce di pioggia a Jericoacoara”)
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