FRANKIE GOES TO HOLY WOOD
In the sky with diamonds
Questa è una cover, ma vale sempre recuperarla. Una cover in memoria di un ‘versificatore’: un poeta absconditus, un cordon bleu dell’ars verbalia (per così dire). Verba volant, ma lui, Francesco (Paco ai tempi d’oro, quando duettavamo verbis et orbis, tra l’ispanico e il teutonico – le nostre due nature), è sì volato, troppo presto, in the sky with diamonds, ma qualche perla l’ha lasciata… (e l’ha pure lanciata).
Il lanciatore? Francesco Fumarola, crispianese nato a Firenze, un po’ milanese, come tanti tarantini – a partire dal Raffaele Carrieri di “Se qualche poco di luce da lontano mi viene, è da te Jonio gentile, che le muse riconduci ai lidi degli Dei: fra l’uva e l’uliva Eros ancora versa vino agile e resina…”
Autodidatta puro (solo la terza media), sanguigno e fumino (non fumoso, né fumato) mio collega d’ufficio – quando più mi sento spirituale tanto più la carne brucia, amava dire –, fu il primo mentore spirituale nel mio ritorno al cristianesimo (dopo un viaggio a Oriente, che comunque mi ha lasciato i suoi aromi speziati).
”Fuori delle mura delle
città grigie camminiamo in bosco e in campagna; chi vuole vada alla malora –
noi ci incamminiamo attraverso il mondo…” “Meglio il bosco che l’asfissia
civile, meglio la battaglia che una pace da salotto” potevano
ben essere i suoi motti, la sua ‘cifra’ profetica. Francesco vagava nel ‘bosco sacro’ (holy wood) lontano dalle luci e dalle mosche del ‘mercato’ (Hollywood).
Nondimeno, nemo propheta in patria: così fu per lui, vox clamans in deserto. Sì, Francesco/Paco mi ha spianato la strada, ha sgrossato il mio spirito grezzo, mi ha lanciato definitivamente nell’agone.
Altalenante tra angoscia e sprazzi di joie de vivre, cavalcava le onde del suo mare (e male) dentro. Alchimista delle parole e del pensiero, in bilico tra rhema e logos; talvolta logorroico, spesso illogico, poeta sempre, in tutti i luoghi e laghi…
Suona la diana, corre la parola, e anch’io m’immergo nel Silenzio. Lógos endiáthetos e lógos prophorikós. Voce e luce interiore ed esteriore: “… è un ‘andare incontro alla luce’, è via che conduce verso l’alto, che porta l’uomo alla sapienza mediante una ‘visione’ diretta, una contemplazione…” Questo – cito dal ‘Viso verde’, di Meyrink – il senso, il ‘suono’, della sua parola interiore.
Parola che lo ha proiettato in Alto: verbo sublime. Francesco andava alla radice, al suono della parola, lì dove c’è il suo senso profondo, l’essenza della cosa significata. Ma è andato anche oltre: ha rotto, con la vibrazione giusta, con la frequenza shock (non lo shock di Renzi…), il soffitto di cristallo che ci separa dal Trascendente, dal Divino, dallo Spirito: per lui la barriera era ‘trasparente’ – e così fu per me…
Di Francesco/Paco resta molto: pressoché niente (per il momento) per la platitude – la gente banale, ‘piatta’. Ma da lui, il ‘celato’ (al mondo), l’‘invisibile’ (nell’ufficio in cui entrambi lavoravamo), è sortito il non-celato: quell’aletheia (verità) che illumina il sentiero di chi Francesco l’ha compreso (Ronnie Laing ne avrebbe fatto un suo case study).
Sì, Francesco/Paco: l’’altro’, l’’oltre’, l’’ultrà’ del pensiero e del non-pensiero, oscillante tra ‘Paco’ Garcia Lorca e Paco Rabanne...
Il deserto cresce, l’erbaccia pure, ma qualche radura luminosa, tra i sentieri interrotti (di heidegerriana memoria), pure c’è! E ora che è volato, give Paco a chance…
A proposito, anch’io gli ridò un’opportunità: quella di riascoltare due sue poesie (flos de floribus).
L’ANCESTRALE SASSOFONO
Lungo i raggi obliqui di una magica luna
e su fluttuanti note di un ancestrale sassofono
io m’oblio incantato in estasianti emozioni
nell’arcana alcova di una notte cosmica!
(fatal combinazione – sincronismo junghiano –, su YouTube, nella playlist random, vibra il sax di Marion Meadows).
SE LA VITA È AMORE
E un vento nasce,
e un vento muore,
e poi rinasce.
E come vento alitoso,
la vita corre, corre, corre…
come treno nella notte,
vuoto e solo, perché non tocca
le proprie stazioni.
Ma se la vita è Amore,
dopo incrollabili paure
Amore diventa straripante fiume,
che tutto tocca, tutto plasma,
tutto trasforma, tutto eleva.
E un sole nasce,
e un sole muore, e poi rinasce.
Ma tu, Francesco. sei vivo!
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