mercoledì 7 dicembre 2016

DELLE MOSCHE E DEL MERCATO (FIGHT CLUB)


DELLE MOSCHE E DEL MERCATO
FIGHT CLUB

… la verità non si è mai appesa al braccio di un assoluto. Ma  adesso, a causa di queste persone avventate e impulsive, solo tu sei la tua ancora di salvezza: vatti a trovare un riparo nella tua sicurezza… Solo sul mercato ti obbligano a scegliere tra il Sì ed il No. (F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, “Delle mosche e del mercato”).

Profetico Nietzsche… sempre fuori dalle marchette e lontano dalle mosche ronzanti sulle bancarelle della frutta marcia.
Ronzio, Renzi, Franti («Uno solo poteva ridere mentre Derossi diceva dei funerali del Re, e Franti rise. Io detesto costui. È malvagio. Quando viene un padre nella scuola a fare una partaccia al figliuolo, egli ne gode; quando uno piange, egli ride. Trema davanti a Garrone, e picchia il muratorino perché è piccolo; tormenta Crossi perché ha il braccio morto; schernisce Precossi, che tutti rispettano; burla perfino Robetti, quello della seconda, che cammina con le stampelle per aver salvato un bambino. Provoca tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s’inferocisce e tira a far male» Da Cuore, di Edmondo De Amicis).
Franti rise, Renzi no (avrebbe riso col sì? Forse solo lui avrebbe veramente riso…).
 
Bene (nel senso di Carmelo Bene), mai come oggi il blog vuole essere autoreferenziale – marciamo, dunque, con Friedrich il baffone: 
Amico mio, fuggi nella solitudine! Ti vedo stordito dal baccano degli uomini grandi e punto dall’aculeo di quelli piccoli (…) Dove termina la solitudine comincia il mercato; e dove il mercato comincia pure il baccano dei grandi commedianti e il ronzio delle mosche velenose (ronzio… Renzi? Si oppure no? Comunque di ronzii e ronzini ce ne sono a iosa…).
(…) Il popolo capisce poco la grandezza, ossia il creare. Ma ha un senso per tutti i rappresentanti e i commedianti delle grandi cose (commedianti? La Comédie humaine ha avuto, e continua ad avere, i suoi attori, comparse, stuntmen, maschere, mascherine, moscerini, mosche, zecche…).
(…) intorno ai commedianti si aggira il popolo e la gloria (…) Il commediante possiede lo spirito, non la coscienza dello spirito (…) Domani avrà una nuova fede, e dopodomani un’altra (…) In verità egli crede solo agli déi che fan gran baccano nel mondo! (…) Il mercato è popolato da rumorosi pagliacci – e il popolo si gloria dei suoi grandi uomini! (..) ma l’ora li incalza: ed essi ti incalzano. Anche da te vogliono un sì o un no.
(…) Lontano dal mercato e dalla gloria si comprime tutto ciò che è grande: lontano dal mercato e dalla gloria vissero sempre gli inventori di nuovi valori. Fuggi, amico, nella tua solitudine: io ti vedo punzecchiare da mosche velenose. Fuggi là dove soffia un vento rude e impetuoso.

Ed eccoci qui con un grande NO (e un SÌ alla vita), dopo le tante loquele e speculazioni pseudo-intellettuali, ma prive di vis philosophandi: chiacchiere svigorite, deflorate, secche…  sdilinquiscono ormai solo sugli aspetti esteriori, effimeri, dell’esistenza, senza puntare a comprendere l’essenza, la sostanza, la vera facies delle cose, senza essere in grado di organizzare nulla di veramente significativo della vita.
Ma al di là di queste dissertazioni, da studio o solo da salotto (ma ormai i radical-chic si sono tutti impoltroniti o “boldrinizzati”), ormai la gente (la “ggente”) s’è stufata: basta con le ciance le quisquilie e pinzallacchere, la ggente vuole lavoro, tranquillità, la casa, che i figli non espatrino (cosa assurda in quella che dovrebbe essere la nazione dei giovani, della cultura, dell’agricoltura, della tecnologia leggera, della musica, anche Techno, del Sì alla vita e del No a tutto ciò che la nega… Oh lassa Italia!).

Ma questa, ahimè, è l’Italietta da melassa (e dalle mele marce), l’Italia, che da società “calda” è diventata fredda, anzi tiepida (Siate caldi oppure freddi: ma i tiepidi li vomiterò nella Geenna…).  
Sì, per dirla con Spengler, la nostra rischia di diventare una “società fredda” (non solo liquida e liquefatta), che langue e si rinsecchisce, con tanti rami culturali pietrificati, ridotti a residui fossili della storia dei loro antenati: gli italiani (così li hanno ridotti, o vogliono ridurli, non tutti... segnano il passo là dove i loro antenati avanzavano, cercano rifugio in un mondo reso certo, mentre i loro antenati, sfidando l’ignoto, aprivano le porte di un mondo nuovo. E non si tratta di complottismo...   
Le torri sono crollate, siamo ground zero. Ma siamo anche nella generazione due-punto-zero e, quindi:
Action now. Anche la musica è cambiata: siamo noi a essere cambiati. Cambiati dentro, rettificati ma ondeggianti nel camminare (sì, così dovrebbe essere. Ricordiamoci che la flessibilità e la duttilità sono doti che ci temprano e ci aiutano a essere resilienti e resistenti: resistere…).
Sì, questa del No è una storia di “resistenza” e “sussistenza”, ma anche di un’altra, più elevata, istanza: un’istanza che si ricollega alla Storia, ma vuole essere un’altra storia. Per spararla alla Fight Club, noi siamo i figli di mezzo della storia, cresciuti dalla televisione a credere che un giorno saremo milionari e divi del cinema e rockstar, ma non andrà così. E stiamo or ora cominciando a capire questo fatto.

Stiamo cominciando a capire, ci stiamo svegliando... Non andrà come si voleva (dall’alto), ma come si vuole (dall’Alto). Comunque, ben venga il caos, perché l’ordine ha fallito (Karl Kraus). Scherzo: volevo solo dire che chi ha il caos dentro partorisce la stella danzante. Dance dance dance... Balliamo sul mondo!
Non andrà come si voleva (dall’alto), ma come si vuole (dall’Alto). Sì, voglio chiudere questo post unendo, ossimoricante, Cristo («sia invece il vostro parlare , ; no, no; il di più viene dal maligno») e Nietzsche: 
«In quest’epoca di morale dolciastra e ‘larmoyante’, da lazzaretto, dove nessuno ha l’orgogliosa sensazione di essere qualche cosa, né come individuo né come cittadino, le pagine di Nietzsche suonano come una sferzata e possono essere, proprio per questo, salutari… Questa tolleranza e largeur di cuore, che tutto perdona perché tutto comprende, è per noi scirocco. Meglio vivere tra i ghiacciai che tra le virtù moderne e altri venti del Sud... Eravamo assetati di lampi e gesta, siamo rimasti il più lontano possibile dalla felicità dei rammolliti, dalla rassegnazione.»
Dopo il bombardamento di Nietzsche alla Baeumler, termino con un bouquet di Deleuze: «Nietzsche è proprio il contrario, la negazione di tutti i codici, la rivendicazione di un nomadismo del pensiero e della vita. »
Sì, vita stabile ma non rassegnata, nomade ma radicata in qualcosa di alto. Volendo chiosare alla Nicolás Gómez Dávila (non solo Fidel o el Che), si potrebbe dire: 
vivir entre almas bajas exaspera en pasión nuestro apetito de lo grande.
E vai alla grande, per aspera ad astra!

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