BIBLIA
Arkè e Teknè
Negli ultimi due post ho parlato del
Sessantotto, quindi di ideologia e politica (tutto è politica…). Altre volte di architettura (e il mio blog ha
avuto una segnalazione positiva per questo), di psicologia, di cultura tout
court. Anche di spiritualità: e su questo torno a bomba (d’altronde, lo Spirito
è anche chiamato, da Paolo, e non solo, Dynamis…).
N.B. L’excerptum è tratto, come
spesso accade, da Gocce di pioggia a
Jericoacoara, scritto una decina di anni fa (e oltre): ecco il perché del riferimento al coreografo Garofalo, allora in
auge (ora nell’”oltrevita”). Anche il riferimento alla spiritualità rinascente
fa più riferimento al turning point del secolo (tra New Age, Next Age,
Pentecostalismo rampante ecc.).
«“Se
il cristianesimo è vero, allora tutta la filosofia è falsa.” Parole di Wittgenstein. “Il nuovo
mondo prometeico non va oltre ciò che è caduco: non può offrire quel che
garantivano le divinità.” Questo è Jünger. “Gli dèi risiedono
nell’eternità, mentre i titani abitano nel tempo.” Questo lo dicevo io – ma l’avevo preso in prestito – quando danzavo con
Nietzsche. Dance dance dance (Lorenzo, preso da una vampata di calore –
il faccia a faccia con la vamp –, riportò a galla il John Travolta impomatato.
Ma ora va di moda la lap/table dance alla Garofalo di Amici. Strip,
trip, peep art… Ma a Lorenzo-pop piaceva – lui era rimasto al
palo…). Nondimeno, parole come Dio, trascendenza e sacro sono
tornate a rifiorire. Questo mondo “aufs Nichts gestellt” (posato sul nulla) ha bisogno di un
appoggio e di uomini e donne alla ricerca delle parti perdute…»
Lorenzo mimò la messa a punto del
cannocchiale e continuò a puntare.
«L’uomo, soprattutto quello occidentale, è
un alienato in un universo alienante, alienazione che deriva anche da
‘alienate’ letture della Bibbia. Così non riesce a danzare. Il principio sempre
più egoistico del diritto di proprietà, il dualismo, la contrapposizione tra
uomo e natura, giustificata da una lettura estremizzata delle Scritture, hanno
portato a quella concezione dualistica, diabolica, della realtà, cui si oppone
così tenacemente il New Age (e non solo). Un modo per privatizzare tutto,
ingabbiare lo stesso Dio in concetti, con la tecnologia che prende il Suo
posto. Solo conoscenza oggettiva (presunta), non più comunione con la realtà e
realizzazione di se stessi. Si è perso il legame con la teologia – il parlare
con e su Dio – e la dimensione qualitativa della vita. Arbeiter: l’uomo come operaio nel deserto della vita (e come oasi le
catene di montaggio). Ma non per questo bisogna essere contro la tecnica,
che è anche arte, comunione (possibile) tra intelligenza, ricerca di bellezza e
ben-essere. “Tutto ciò che è soltanto
tecnico non giunge mai a penetrare nell’essenza della tecnica” affermava
Heidegger. È il soffio dello pneuma,
dello spirito, ciò che tempera (e tempra) la ratio: questa è l’essenza, il logos della
tecnologia. La technè, da sola, è solo aritmetica, atti
ripetuti per un uomo sempre più diviso. SOS: Save our souls. Salvate le nostre anime.
SOB: save our bodies. Salviamo i nostri
corpi. Faccio mie le parole di Paul Virilio, architetto e sociologo.
Passiamo dalla storia al tempo quotidiano, alle nostre piccole storie e
rendiamole grandi. Anche Gesù è stato bambino e poi è diventato l’oltreuomo. Ecce homo. Dio, che uomo!»
Lorenzo cominciò a saltellare, al suono di
timpani, cembali e flauti che solo lui sentiva. Ionizzato, il delfino ionico
continuò a salmeggiare.
«Riprendiamoci il corpo con la danza, lo
sport, la parola, la bellezza. Ripeto:
il corpo è “il cardine
della salvezza”. Caro cardo salutis – lo diceva Tertulliano (quando stava bene…). Il corpo –
la ‘grande ragione’: così si esprime Nietzsche, contrapponendola alla ‘piccola
ragione’ dell’intelletto – è espressione fisica dell’anima, suo prolungamento…
Il corpo è ‘pienezza’, shalom. E noi
dobbiamo fare lo slalom tra spirito e corpo (gli sci sono l’anima, scivolosa,
sdrucciolevole). Chi ama il mondo odia Dio? No, Dio si rivela a chi agisce nel
mondo, a chi lavora, a chi gioisce, a Maria, a Marta, a Maddalena… Dio è vicino
a loro, è vicino a te… Diventa ciò che sei! …diventa Dio! Sì, anche tu sei vicina a Dio, inteso
sia come Divinità (il Silenzio) sia
come Dio-persona (il Verbo). Lì
dove la Parola si fonde, ossimoricamente, col Silenzio, il Dubbio coabita con
la Fede, la stasi con l’estasi, lì c’è Dio. E in questo modo, dalle nostre
piccole storie passeremo alla Grande Storia.»
«Allora, non hai certezze!»
Galatea balzò trionfante sul telo da mare (e
quasi sembrò non voler ridiscendere più – forse a causa della ghiaia).
«Certo che non ne ho… Il dubbio pone la
ricerca, spinge al cambiamento. Il dubbio inquieta, eppur acquieta… “Non ha quiete chi è privo di qualsiasi
inquietudine. Non ha quiete chi è abbastanza pigro o egoista per non crearsi
alcuna inquietudine o per tenersene alla larga.” È Karl Barth, spirito
deciso, mai quieto. Dio stesso è certezza che alle volte dubita. Ne troverai
delle conferme nella Bibbia. Un Dio che ci ripensa, che si pente, che cambia
idea. Il dubbio abita la fede, la rende una dimora abitabile, ammobiliata,
calda. Dio rivelandosi si vela e la verità corre nuda verso di Lui. Dai, corri
anche tu!»
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