giovedì 16 luglio 2020

BIBLIA. Arkè e Teknè


BIBLIA
Arkè e Teknè

Negli ultimi due post ho parlato del Sessantotto, quindi di ideologia e politica (tutto è politica…). Altre volte di architettura (e il mio blog ha avuto una segnalazione positiva per questo), di psicologia, di cultura tout court. Anche di spiritualità: e su questo torno a bomba (d’altronde, lo Spirito è anche chiamato, da Paolo, e non solo, Dynamis…).
N.B. L’excerptum è tratto, come spesso accade, da Gocce di pioggia a Jericoacoara, scritto una decina di anni fa (e oltre): ecco il perché del riferimento al coreografo Garofalo, allora in auge (ora nell’”oltrevita”). Anche il riferimento alla spiritualità rinascente fa più riferimento al turning point del secolo (tra New Age, Next Age, Pentecostalismo rampante ecc.).

«“Se il cristianesimo è vero, allora tutta la filosofia è falsa.” Parole di Wittgenstein. “Il nuovo mondo prometeico non va oltre ciò che è caduco: non può offrire quel che garantivano le divinità.” Questo è Jünger. “Gli dèi risiedono nell’eternità, mentre i titani abitano nel tempo.” Questo lo dicevo io – ma l’avevo preso in prestito – quando danzavo con Nietzsche. Dance dance dance (Lorenzo, preso da una vampata di calore – il faccia a faccia con la vamp –, riportò a galla il John Travolta impomatato. Ma ora va di moda la lap/table dance alla Garofalo di Amici. Strip, trip, peep art… Ma a Lorenzo-pop piaceva – lui era rimasto al palo…). Nondimeno, parole come Dio, trascendenza e sacro sono tornate a rifiorire. Questo mondo “aufs Nichts gestellt (posato sul nulla) ha bisogno di un appoggio e di uomini e donne alla ricerca delle parti perdute…»
     Lorenzo mimò la messa a punto del cannocchiale e continuò a puntare.
     «L’uomo, soprattutto quello occidentale, è un alienato in un universo alienante, alienazione che deriva anche da ‘alienate’ letture della Bibbia. Così non riesce a danzare. Il principio sempre più egoistico del diritto di proprietà, il dualismo, la contrapposizione tra uomo e natura, giustificata da una lettura estremizzata delle Scritture, hanno portato a quella concezione dualistica, diabolica, della realtà, cui si oppone così tenacemente il New Age (e non solo). Un modo per privatizzare tutto, ingabbiare lo stesso Dio in concetti, con la tecnologia che prende il Suo posto. Solo conoscenza oggettiva (presunta), non più comunione con la realtà e realizzazione di se stessi. Si è perso il legame con la teologia – il parlare con e su Dio – e la dimensione qualitativa della vita. Arbeiter: l’uomo come operaio nel deserto della vita (e come oasi le catene di montaggio). Ma non per questo bisogna essere contro la tecnica, che è anche arte, comunione (possibile) tra intelligenza, ricerca di bellezza e ben-essere. “Tutto ciò che è soltanto tecnico non giunge mai a penetrare nell’essenza della tecnica” affermava Heidegger. È il soffio dello pneuma, dello spirito, ciò che tempera (e tempra) la ratio: questa è l’essenza, il logos della tecnologia. La technè, da sola, è solo aritmetica, atti ripetuti per un uomo sempre più diviso. SOS: Save our souls. Salvate le nostre anime. SOB: save our bodies. Salviamo i nostri corpi. Faccio mie le parole di Paul Virilio, architetto e sociologo. Passiamo dalla storia al tempo quotidiano, alle nostre piccole storie e rendiamole grandi. Anche Gesù è stato bambino e poi è diventato l’oltreuomo. Ecce homo. Dio, che uomo!»

     Lorenzo cominciò a saltellare, al suono di timpani, cembali e flauti che solo lui sentiva. Ionizzato, il delfino ionico continuò a salmeggiare.
     «Riprendiamoci il corpo con la danza, lo sport, la parola, la bellezza. Ripeto: il corpo è “il cardine della salvezza”. Caro cardo salutislo diceva Tertulliano (quando stava bene…). Il corpo – la ‘grande ragione’: così si esprime Nietzsche, contrapponendola alla ‘piccola ragione’ dell’intelletto – è espressione fisica dell’anima, suo prolungamento… Il corpo è ‘pienezza’, shalom. E noi dobbiamo fare lo slalom tra spirito e corpo (gli sci sono l’anima, scivolosa, sdrucciolevole). Chi ama il mondo odia Dio? No, Dio si rivela a chi agisce nel mondo, a chi lavora, a chi gioisce, a Maria, a Marta, a Maddalena… Dio è vicino a loro, è vicino a te… Diventa ciò che sei! …diventa Dio! Sì, anche tu sei vicina a Dio, inteso sia come Divinità (il Silenzio) sia come Dio-persona (il Verbo). Lì dove la Parola si fonde, ossimoricamente, col Silenzio, il Dubbio coabita con la Fede, la stasi con l’estasi, lì c’è Dio. E in questo modo, dalle nostre piccole storie passeremo alla Grande Storia.»
     «Allora, non hai certezze!»
     Galatea balzò trionfante sul telo da mare (e quasi sembrò non voler ridiscendere più – forse a causa della ghiaia).
     «Certo che non ne ho… Il dubbio pone la ricerca, spinge al cambiamento. Il dubbio inquieta, eppur acquieta… “Non ha quiete chi è privo di qualsiasi inquietudine. Non ha quiete chi è abbastanza pigro o egoista per non crearsi alcuna inquietudine o per tenersene alla larga.” È Karl Barth, spirito deciso, mai quieto. Dio stesso è certezza che alle volte dubita. Ne troverai delle conferme nella Bibbia. Un Dio che ci ripensa, che si pente, che cambia idea. Il dubbio abita la fede, la rende una dimora abitabile, ammobiliata, calda. Dio rivelandosi si vela e la verità corre nuda verso di Lui. Dai, corri anche tu!»

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